mercoledì 8 febbraio 2012

Con la pioggia nasce anche la speranza

Eh si, è già passato il Santo Natale, i presepi sono ritornati nelle scatole con gli addobbi in quell'angolo polveroso della soffitta.
È cominciato anche il nuovo anno con una bella sorpresa: la tanto attesa pioggia!!! I segnali dell'arrivo erano chiari, lunghi giorni carichi di umidità.. le nuvole rapide che correvano nel cielo, e poi lo scrosciare di un bell'acquazzone interrotto dalle urla gioiose dei bambini che accorrevano per giocare e farsi la doccia con l'acqua che trasbordava dalle grondaie! E non solo i bambini...tutti i vicini si sono precipitati per riempire i secchi d'acqua senza dover andar al pozzo..ecco la pioggia: che grande festa! E’ la speranza della vita che rinasce. Ora tutto cambia, in pochi giorni nei terreni qui attorno è rinata l'erba ed è un fermento per seminare! La strada secondaria che ci porta sulla ‘provinciale’ sempre in terra battuta, prima un saliscendi, ora in alcun punti è diventata una unica pozzanghera e percorrerla è un’avventura.


Nel periodo di Avvento la gente ha vissuto una vera attesa: le ultime settimane della stagione secca con i terreni aridi come distese di sabbia, le scorte di cibo quasi finite e il problema di dover guardare un po’ di prodotto per la semina, se si vuole mangiare il prossimo anno. Attesa vissuta nelle lunghe giornate afose, a “capinar” (zappare) con il volto rivolto verso il basso, a preparare quel terreno arido, come un guardare alla propria vita, alle proprie aridità, poi improvvisamente alzare gli occhi al cielo, la luce della stella, il canto gioioso degli angeli, la nuova Speranza, che fa rinascere la vita e la rinnova in tutti i suoi aspetti.  

In questa attesa è arrivato il nostro primo Natale africano. Un Natale semplice ed essenziale..niente luci o addobbi.. le giornate passavano tutte uguali, nessun segnale esteriore..solo il piccolo presepe di legno nella cappella delle suore, e così da un giorno all’altro ci siamo ritrovati alla Vigilia. Vivere il Natale qui ci ha permesso di riflettere anche su questo, sull’essenzialità..di riscoprire la bellezza della silenziosa e raccolta attesa della nascita di Gesù bambino in mezzo a noi. Nato anche qui, tra questo popolo, tra questa gente, nella loro povertà e semplicità. Che bello questo piccolo Gesù che nasce e condivide l’umanità di tutti i suoi figli. Ci siamo anche interrogati su che cosa significhi veramente Natale e Speranza, per questo popolo che vive una vita tanto dura tra povertà e fatiche. Ma la risposta non è semplice, né immediata soprattutto per noi che siamo arrivati da così poco tempo..

La Veglia di Natale l'abbiamo passata nella piccola comunità di Napajo. La messa iniziava alle diciotto, quindi poco prima del tramonto siamo partiti per arrivare con le ultime luci del giorno. Poche persone ci stavano aspettando, ma il rumore dell'auto le ha fatte accorrere tutte alla cappella. Abbiamo ricevuto una bella accoglienza con molti canti e dopo le presentazioni di rito dei responsabili e dell’equipe missionaria siamo entrati nella cappella di fango e paglia per iniziare la messa. L’atmosfera era molto raccolta, la poca luce veniva da due lampade a petrolio, ci sembrava di essere in quella santa capanna di Betlemme. E’ stata una bella celebrazione, molto festosa nel momento del Gloria: è nato il  Salvatore! Finita la Messa c’è stata un po’ di animazione con alcuni teatri organizzati dai giovani. I dialoghi erano in makua, ma la mimica, i gesti, i toni erano inequivocabili! Così abbiamo fatto un po’ di festa insieme a questa comunità sotto quel meraviglioso cielo stellato. Una bella sorpresa è stata quando abbiamo visto che il cellulare prendeva e così ne abbiamo approfittato per telefonare alle nostre famiglie e a don Silvano, il nostro parroco di Tregnago, e fare in diretta i nostri auguri di Buon Natale. E’ stato bello sentirci con le famiglie, con la nostra comunità, ci ha fatto sentire vicini!

Il giorno di Natale l’abbiamo passato nella comunità di S. Paolo Namiji, a voi il nome dirà poco, ma è stata la prima comunità che abbiamo visitato quando siamo arrivati in Mozambico a febbraio dell’anno scorso. Qui la festa è stata tripla perché si festeggiava il S. Natale, i battesimi dei bambini e la benedizione della nuova cappella. Anche qui le persone ci hanno accolto in maniera molto calorosa e tutta la celebrazione è stata un canto di gioia. E’ stato bello ritornare lì nel giorno del Natale, riconoscere i volti delle persone che ci avevano fatto una grande festa l’anno precedente, rivedere i responsabili della comunità e conoscere la famiglia di Amade, un larista di Memba.

Al pomeriggio, abbiamo ricevuto un regalo davvero speciale: dopo esser ritornati dalla comunità, stavamo andando alla casa delle suore per mettere il cellulare nella torretta delle comunicazioni per provare ad inviare e ricevere qualche sms di auguri.. e mentre stavamo attraversando rapidamente il “deserto” (il pezzettino di strada che và dalla casa dei padri a quella delle suore, che ora ha cambiato nome in “palude” per le pozzanghere) vediamo una persona che ci viene incontro, ci sembra di riconoscerla, e man mano che si avvicina il dubbio sparisce: è in nostro papà Arlindo, il responsabile delle famiglie della Parrocchia di Cavà, che è venuto a trovarci per portarci i suoi auguri di Natale. Ci siamo abbracciati forte, è stato un momento molto emozionante, era da più di tre mesi che non lo vedevamo. Con lui avevamo costruito una bella relazione, non possiamo dimenticare l’aiuto che ci aveva dato assieme a papa Salvatore nei mesi passati a Memba-Cavà, era stato come quello di un padre con i suoi figli. Ci siamo seduti sotto una fresca ombra davanti alla nostra casa e ci siamo raccontati un po’ di questi tre mesi. Dopo averci espresso la sua sofferenza per il nostro spostamento da Cavà a Namahaca, ha proseguito raccontandoci che per lui e la sua famiglia non era stato un periodo molto facile. Innanzitutto il recupero da quella sua operazione che dopo tanto tempo aveva finalmente deciso di affrontare facendoci operare dall’ernia..Purtroppo qui moltissime persone soffrono di ernia, soprattutto a causa delle durissime condizioni di lavoro e vita che li costringono a rimanere piegati per molte ore per lavorare la terra e caricare molti pesi..Fortunatamente papà Arlindo aveva deciso di farsi operare e la sua operazione era andata bene anche se non aveva ancora recuperato del tutto. Ma a provare duramente la sua famiglia era stata la perdita della casa a causa di un incendio accidentale quando lui si trovava a Nacala e la moglie a Memba. L’incendio aveva bruciato tutto! Con queste preoccupazioni il nostro papà Arlindo e mama Adelaide hanno affrontato il Natale. La speranza ora sono i loro figli che insieme li aiuteranno a ricominciare..a ricostruire nella stagione secca la nuova casa. Fortunatamente ci aggiunge Arlindo “avevo già seminato e la stagione promette bene così un po’ di cibo è assicurato..”. Nei suoi occhi e nelle sue parole abbiamo visto quella Speranza, quella profonda fede in Dio, quell’affidarsi senza remore..questa è la Speranza del Natale. E le sue parole, sono state parole di speranza anche per noi, speranza in questa nuova missione, in questo nuovo progetto a Namahaca.

Ma le sorprese non sono finite perché alla sera, grazie ai nostri mitici postini Lucia ed Emiliano da poco rientrati dall’Italia, abbiamo ricevuto degli altri regali che ci hanno scaldato il cuore: il video degli amici di Tregnago, le lettere di auguri e i disegni dei nostri nipotini! Grazie amici!! Il video è stato fortissimo!! Ci avete fatto sentire li con voi, rivedere persone care, conoscere i bimbi nati da poco come la piccola Mariele e i piccoli Gabriele e Mattia, e vedere come gli altri bimbi sono cresciuti come il piccolo grande Giovanni. Anche le lettere sono state inaspettate come anche i disegni dei nostri nipotini che abbiamo subito appeso!! Insomma nel cuore ci siamo sentiti un po’ a casa!

Dopo il Natale sono arrivati anche per noi alcuni giorni di riposo, e con tutta l’equipe siamo andati tre giorni a Pemba, una città nella provincia di Capo Delgado, che si trova sul mare, ospiti delle Pastorelle. Il luogo era davvero bello e l’accoglienza delle suore molto calorosa. Tre giorni per recuperare energia e per migliorare la nostra equipe condividendo un po’ di relax e chiacchiere, insomma una bella ricarica per iniziare bene l’anno. Prima di ritornare in missione siamo passati anche da Balama per salutare delle suore comboniane che erano state nella missione di Namahaca in passato.

Con l’inizio dell’anno nuovo abbiamo affrontato una serie di incontri “interni” d’equipe per un po’ di verifica, organizzazione della missione con la nostra presenza, e passaggio di consegne di pe Alessio che starà fuori per tre mesi per le sue meritate ferie. Oltre alle riunioni sono iniziate anche le attività, prima fra tutte la riapertura del lar femminile il 12 di gennaio. Dopo un po’ di preoccupazione iniziale perché sembrava che ci fossero poche iscritte, siamo arrivate ad accogliere 27 ragazze della 6° e 7° classe, la nostra 2° e 3° media. Le ragazze sono davvero belle, allegre ed entusiaste. Alcune di loro sono veterane, l’anno scorso frequentavano già vivevano nel lar, altre invece sono nuove. Lucia mi sta aiutando ad entrare e conoscere un po’ più da vicino l’organizzazione del lar, e devo dire che è organizzato molto bene! La mia presenza è principalmente al pomeriggio quando aiuto le ragazze, assieme e Lucia e mama Amida nei compiti per casa, ma anche il sabato mattina quando c’è la solenne preparazione del pane: mhhhh, che buono!

Il 27 di gennaio c’è stata l’apertura di un nuovo progetto di cui mi occupo in prima linea: è il progetto nutrizionale Mwana Mukumi (mwana significa bambino, mukumi significa sano). Non è un progetto che nasce dall’oggi al domani, ma ha radici lontane, è stato pensato in questi due anni da Lucia e dall’equipe di Namahaca che hanno seguito moltissimi casi di bambini malnutriti (con consegna di latte in polvere ai bambini segnalati dall’ospedale). Con l’apertura del centro nutrizionale si è pensato di incrementare il servizio con la preparazione di “multi-mistura” pappe per lo svezzamento di bambini. Le pappe vengono preparate con le mamme. L’obiettivo è quello di aiutare le mamme a divenire poco a poco autonome e di riuscire a preparare da sole in casa la pappa per il loro bimbo senza dover sempre dipendere dal centro. Per la pappa si usano solo ingredienti facilmente reperibili come la farina di miglio e di fagioli, le arachidi e le foglie di mandioca, ricche di ferro. Inoltre circa una volta al mese, è prevista la formazione data da un infermiere dell’ospedale su alcuni aspetti importanti come l’alimentazione, l’igiene e la salute dei bimbi. E’ un percorso di crescita che vogliamo fare assieme alle donne e in collaborazione con l’ospedale. Il giorno dell’inaugurazione, sono venute molte mamme, abbiamo invitato anche le autorità e la direttrice dell’ospedale per dare ufficialità al progetto. Le mamas presenti erano quelle che già erano accompagnate con la consegna del latte in polvere. Dopo una piccola presentazione circa gli obiettivi del progetto, abbiamo fatto una dimostrazione pratica di come si prepara la papinha, con ingredienti, dosi e quantità. E’ stato un giorno molto bello ed intenso, le mamme erano attente e molto interessate.

Oltre al lar, al centro nutrizionale, ci sono altri progetti attivi nella missione, come quello di microcredito, e il magazzino delle sementi. Ecco insomma, un nuovo anno, intenso per attività e progetti, programmazione pastorale parrocchiale ed incontri zonali e diocesani. Intenso anche per quanto riguarda le visite che dovremmo ricevere. Innanzitutto in questi giorni abbiamo ricevuto la prima visita dell’anno: don Mario Masina, il Vicario Generale della Diocesi di Verona.  E’ stata davvero una bella occasione di scambio, condivisione e conoscenza di noi missionari e della realtà missionaria e per noi per respirare una ventata della nostra Diocesi. A fine febbraio verranno a visitarci i nostri carissimi amici e testimoni Alessandra e Andrea, freschi sposi il prossimo 11 febbraio, passeranno con noi quindici giorni della loro luna di miele (a proposito, a noi hanno mandato l’invito anche per il pranzo, ma per alcuni problemi logistici non potremo esserci, se qualcuno si volesse infilare alla festa al posto nostro.. solo due, mi raccomando).  A metà marzo sarà la volta del CUM (centro unitario missionario) in visita ufficiale ai missionari italiani presenti in Mozambico. Saranno con noi a Namahaca per alcuni giorni, se non il direttore don Maurizio Cucculo, di sicuro don Sergio Marcazzani, storico direttore del CMD, e Paolo Annechini. Poi.. poi.. poi.. altre visite non ancora confermate, come quella dei nostri genitori a luglio e di un gruppo di giovani veronesi che si stanno organizzando con il Centro di Pastorale Giovanile e MGM, e se tutto va bene dovrebbero arrivare ad agosto… per quanti fossero interessati mettetevi in contatto con il CPG il prima possibile per avere tutte le informazioni.

Per il momento e tutto, qui Namahaca passo e chiudo!

Un abbraccio forte a tutti, a presto!!

Francesca e Nicolò