lunedì 24 dicembre 2012

Feliz Natal

Salama?
Eccoci qua appena rientrati a Namahaca! I giorni passati in Italia ci sono volati, è stato davvero bello poter finalmente riabbracciare parenti ed amici.. quante emozioni! E che sorpresa trovare i nipotini così cresciuti.. forse proprio nel vedere loro così cresciuti abbiamo realizzato che sono davvero passati quasi due anni dalla nostra partenza. E si, perché qui in Mozambico il tempo ci è letteralmente volato. Con molte delle persone incontrate a casa avevamo la percezione di esserci visti fino al giorno prima.. quasi il tempo si fosse bloccato. Ma abbiamo vissuto due anni intensi, ricchi di esperienze, emozioni, relazioni, che ci hanno molto cambiato.
È stato bello questo pit-stop al fresco! Poter incontrare e riabbracciare tante persone care e raccontarci un po’ delle nostre vite in questo tempo che ci ha visto lontani. E quante belle novità da condividere!! La distanza ti fa riscoprire e riassaporare il bello delle relazioni, il sedersi, il raccontarsi. Che bello ed emozionante rivedere anche la nostra vallata imbiancata dalla neve, dopo due anni di estate, in cui vedi solo il sole tropicale!
Le ferie ci hanno davvero ricaricato (non solo di cibo!) ma di emozioni positive, questo grazie a tutte le persone che abbiamo incontrato che ci hanno dimostrato tantissimo affetto. Grazie di cuore a tutti e a ciascuno per quello che ci avete trasmesso con le parole, con un sorriso, un abbraccio, un pensiero, una telefonata! Grazie della condivisione e di tutta la solidarietà che ci avete dimostrato! Grazie dell’interesse per quello che facciamo qui e per le persone che ci sono qui con noi, i veri protagonisti della missione! Siamo grati al Signore di questo regalo prezioso, il vostro affetto, che abbiamo ricevuto e lo offriamo davanti al piccolo Gesù Bambino, in particolare questa notte di Veglia di Natale presentando ciascuno di voi. E assieme a tutti voi vorremmo presentare anche tutti i nostri fratelli di Namahaca, che ci hanno riaccolto qui in maniera splendida, con quel loro modo scherzoso e affettuoso, che ti scalda sempre il cuore. È stato bello ritornare a casa! Siamo felicissimi di poter passare anche questo S. Natale qui a Namahaca, dove lontani da tutte le distrazioni pubblicitarie, assapori un Natale diverso! Alternativo, e forse più autentico.. bello pensare che il piccolo Gesù bambino nasce per tutti, e nasce anche per questo popolo affaticato ma gioioso, povero ma accogliente, per portare finalmente “buone notizie”, un messaggio sconvolgente per la nostra vita, il Suo messaggio di amore per noi! Allora un Buon Santo Natale di gioia stupore e speranza a voi e a tutte le vostre famiglie!
Una preghiera speciale per sentirci uniti in questa notte di Veglia.
Un forte abbraccio e buone feste a tutti voi!!!
E buon 2013!!
Francesca e Nicolò
PS Scusate se in questo mese in Italia non siamo riusciti a rincontrarvi tutti.. recupereremo al nostro rientro =)

martedì 27 novembre 2012

Le ragazze del Lar alla Scuola Comboniana di Nacala



In Italia è più semplice aggiornarnar il blog e caricare anche qualche video simpatico della nostra esperienza a Namahaca. Nell'ultimo post vi avevamo raccontato della gita con le ragazze del Lar alla scuola secondaria di Nacala gestita dalle suoce Comoboniane.
Ecco il video della presentazione che è stata fatta in quell'occasione


sabato 17 novembre 2012

siamo tornati!

ciao Amici,
come state? siamo tornati!!!!!! Stiamo bene, ancora un po' spaesati!! vorremmo incontrarvi tutti per abbracciarvi e salutarli....ma il tempo è poco!  vi invitiamo domenica prossima 25 novembre a tregnago per un pranzo di solidarietà per la missione..sarà una bella occasione per riabbracciarsi! Vi aspettiamo

PS vi invitiamo anche a casa serena per l'incontro AGORA' durante il quale faremo una testimonianza sulla missione. Venerdi 23 novembre alle 20.30
Non vediamo l'ora di riabbracciarvi!
A prestooooo =)
Franci e Nico

mercoledì 17 ottobre 2012

Il bello della quotidianità


Dopo tanti eventi da maggio fino a fine agosto, ora è ritornato il tempo della normalità, della quotidianità. Sono finite le visite, anche se le novità non sono terminate. Con il Capitolo Generale delle Sorelle della Sacra Famiglia c’è stata l’elezione della nuova madre generale, è brasiliana e si chiama sr Marinete, è sorella di sr Ducilene, e con il rientro di sr Giulia abbiamo ricevuto la bella notizia che il prossimo anno arriverà una nuova suora dal Brasile per rimanere qui con noi… non vediamo l’ora di accoglierla!
Questi mesi sono passati davvero velocissimi, con l’agenda sempre strapiena di impegni, incontri, formazioni, attività e visite! E senza rendercene conto qui è arrivata l’estate. Il clima sta cambiando: il caldo aumenta e l’ambiente attorno è sempre più secco. 

Ma facciamo un passo indietro per non perdere il filo... A partire da aprile-maggio era arrivato il tempo della raccolta dei prodotti: le machambe rigogliose dopo la stagione delle piogge si erano riempite di colori e persone per la colheita (raccolta) di arachidi, mais, fagioli, mandioca, mapira, e ortaggi. Tutto attorno era molto verde e vivo! Le persone tornavano dalla machambacon un gran sacco sulla testa, anche i più piccolini avevano sempre qualcosa sulla testa e in mano un pezzetto di mandioca fresca. I prodotti raccolti venivano stesi per terra davanti alla casa per seccarli, e poi venderli o conservarli come sementi per il periodo delle piogge. Era bello pensare che finalmente per la gente era finito il periodo duro della fame, ed era arrivato il momento di fare un bel sospiro di sollievo.
Per noi era arrivato il periodo di abastecer(rifornire) i magazzini della parrocchia, del lar, del centro nutrizionale, quindi dovevamo comprare grosse quantità di mais, fagioli e arachidi. Per quanto riguarda il lar, solo una piccola parte del rifornimento si ottiene dal raccolto della machambadel lar di fagioli e arachidi, il resto si deve comprare. I prodotti che vengono immagazzinati devono durare fino alla successiva raccolta, quindi circa un anno. Quando si comprano la prima cosa da fare è seccarli bene al sole, stendendoli su dei grandi teli di plastica, poi immagazzinarli nei grossi bidoni di ferro o plastica ben scaldati al sole per evitare che si formino umidità o insetti che rovinerebbero il prodotto.
La raccolta di mais e fagioli è terminata già da un bel po’. Ora la gente sta finendo di raccogliendo la mandioca rimasta nel campo per seccarla e venderla. Il periodo della fartura(“abbondanza”) sta terminando e tra poco comincerà un’altra volta il periodo critico: con sempre meno acqua e cibo.
In questi mesi nella parrocchia è continuata la raccolta dei prodotti agricoli che serviranno per l’alimentazione dei ministri negli incontri di formazione, quasi ogni settimana, uno per ogni ministero (catechisti, anziani, famiglie, donne, giovani, consiglieri, giustizia e pace, comunicazione sociale, salute, caritas, ecc.) con cadenza più o meno trimestrale. Ad ogni incontro dovrebbe partecipare un rappresentante per ogni comunità, che in totale sono 70. Il contributo in prodotti di mais, fagioli e arachidi, che ogni comunità deve consegnare, è una forma auto sostenibilità della parrocchia; la contribuzione non copre interamente la spesa per i pasti ma contribuisce in larga parte. Con la cassa della parrocchia si comprano poi olio, sale, cipolle, zucchero, riso e fagioli manteiga (un altro tipo di fagioli). Le comunità possono portare i loro prodotti qui in parrocchia o nelle comunità dove i padri celebrano le messe. Il bilancio di quest’anno è stato molto positivo, con un contributo in prodotti del 98% che corrispondono a più di 2 tonnellate di mais, 1 di fagioli e circa mezza di arachidi. Ma non è stato facile arrivare a questa percentuale, basti pensare che a fine luglio, scadenza fissata per la consegna delle contribuzioni, solo il 50% circa delle comunità avevano contribuito, ma grazie a un lavoro di sensibilizzazione da parte dei nostri animatori zonali il risultato è stato positivo. Occuparmi della raccolta dei prodotti mi ha impegnato molto, ma per fortuna potevo sempre contare sull’appoggio dell’instancabile José, il nostro lavoratore della missione, che mi consigliava e accompagnava e nel frattempo raccontandomi anche la storia della missione.
È bello vedere l’impegno delle persone che dedicano lavoro, tempo e impegno per la machambadella comunità, a volte contribuendo di tasca propria per comprare un pezzetto di terra e lavorarla tutti insieme. Ma quello che più tocca il cuore è che ognuno di loro, finito di lavorare nei propri campi, dedica un po’ di tempo al campo della comunità, chi per la semina, chi per zappare, chi per raccogliere i prodotti. Ovviamente tutte le comunità sono differenti e ci sono quelle che riescono a produrre molto, quelle che producono meno, quelle più sensibili e quello meno sensibili. L’obbiettivo della machambacomunitaria è appunto quello di rendere auto-sostenibili le singole comunità e quindi tutta la parrocchia. Le quantità di prodotto raccolte quest’anno superano l’effettivo consumo annuale, pertanto si riuscirà a vendere del prodotto per sostenere seppur in minima parte altre spese della parrocchia. Dal punto di vista delle comunità, quelle più organizzate, con una machambagrande, oltre a contribuire hanno venduto i loro prodotti e con il ricavato hanno migliorato la cappella, chi con il tetto in lamiera, chi con le pareti di cemento.. insomma piccoli ma significativi passi in avanti per lo sviluppo e l’auto sostentamento.
Mentre Nicolò era impegnato nei magazzini io continuavo la mia attività nel lar con le ragazze e mamãAmida. Il mese di giugno è stato un po’ difficile perché era il mio primo mese nel lar senza Lucia, quindi dovevo prendere le misure del mio nuovo ruolo. Si sa, all’inizio le ragazze tentavano di guadagnare qualcosa, un po di cibo, materiale scolastico, un’uscita per visitare un famigliare..mi sperimentavano presentandomi ogni giorno le richieste più svariate..non è stato facile..ma poco a poco sono riuscita ad instaurare un rapporto positivo ed incoraggiante sia con loro che con mamãAmida. Nei mesi ho conosciuto le famiglie delle ragazze e questo è stato ed è molto utile per inquadrare meglio ognuna di loro, capire un po’ delle loro storie, della loro situazione. Ad agosto c’è stata la riunione con tutti i responsabili dell’educazione, e rispetto alla prima riunione di aprile, in questa mi sentivo molto più sicura e a mio agio.
Nei mesi di luglio ed agosto anche le ragazze si sono divertite molto con le visite arrivate qui in missione, erano entusiaste di conoscere os vovos (i nonni) da Itália e os jovens. Li hanno accolti con il loro entusiasmo contagiante, che a parole non rende davvero l’idea, con canti, sorrisi, balli. Con i giovani di Verona abbiamo imparato nuovi canti e bans divertenti, abbiamo fatto varie attività di disegno, lavoretti con la terra, e braccialetti.
A settembre l’evento super atteso per le ragazze del lar: il passeio(la gita)! Quest’anno la gita è stata a Nacala nella scuola femminile (Escolafeminina) per una giornata davvero speciale. La scuola è gestita dalle suore comboniane, lì ci sono scuola e internato dove vivono e studiano circa duecento ragazze. Altre ragazze sono alunne esterne, entrano solo per frequentare le lezioni. L’insegnamento è di alto livello, e la scuola è molto ben organizzata con biblioteca, sala informatica, laboratorio di chimica, radio interna, ecc.. Quest’anno la scuola ha pensato di organizzare una giornata tematica invitando alcuni lar femminili, tra cui Namahaca, Chipene, Alua, Mueria, Carapira, Nampula, per riflettere sul tema: La donna promotrice di giustizia e pace nella famiglia, nel lavoro, nella società e nel mondo. Ogni lar era invitato a presentare e condividere una propria attività su questo argomento. L’organizzazione della giornata da parte della scuola femminile è stata impeccabile, alternando interventi formativi e attività ricreative: teatro, danza moderna, canti, sfilate, balli, poesia proposte dalle varie classi della feminina, a cui si sono aggiunte le attività presentate dagli altri lar. Erano presenti circa 350 alunne e tutta la sala si è riempita di allegria e creatività. Con le ragazze abbiamo iniziato a preparare il nostro lavoro già a luglio, riflettendo sul tema e preparando dei canti e dei cartelloni, che abbiamo disegnato con l’aiuto dei giovani arrivati ad agosto. I disegni mostrano alcune scene di vita quotidiana in cui la donna sta promuovendo la giustizia e la pace nella sua famiglia curando gli aspetti dell’istruzione, della salute e dell’igiene.
La gita l’1 di settembre è stata una giornata davvero speciale. La vigilia le ragazze non hanno chiuso occhio tanta era l’emozione di quello che le aspettava, all’alba erano già tutte pronte sul cancello, entusiaste di poter finalmente partire, e durante tutto il viaggio da Namahaca a Nacala hanno cantato a squarcia gola. L’attività nella scuola femminile è durata tutta la mattina e si è conclusa con il pranzo. La nostra rappresentazione è andata benissimo e ha riscosso l’entusiasmo del pubblico, sia per i disegni, che per le canzoni, in particolare per il canto finale “yee yee yee” imparato con i giovani di Verona, che proprio grazie a loro è diventato il ‘canto dell’estate’ dei giovani di tutta la parrocchia di Namahaca. (Vi diamo il link al sito delle suore comboniane dove potete trovare anche alcune foto). Terminate le attività nella scuola, siamo andati al mare! Lì abbiamo pranzato al sacco e le ragazze si sono divertite in spiaggia. Che bello vederle, la gioia era incontenibile, per alcune di loro era la prima volta al mare!
Per le ragazze non è stata semplicemente una gita ma un’importante occasione di formazione sul tema della donna e il suo ruolo nella famiglia e nella società. Grazie a questo invito e al fatto che dovessimo preparare un’attività, nei mesi di luglio e agosto abbiamo fatto degli incontri per riflettere su cosa volesse dire che la donna è promotrice di giustizia e pace nella famiglia, nel lavoro nella società. Erano molto interessate e incuriosite dall’argomento ed era la prima volta che riflettevano su questo tipo di tema. Gli incontri fatti qui nel lar sono stati utili per stimolare in loro delle riflessioni, approfondire la conoscenza e prepararle a percepire meglio i temi dibattuti a Nacala, dove da una parte è stato messo in risalto il ruolo fondamentale della donna nella famiglia, nel lavoro e nella società, dall’altro è stato lanciato un appello per tutte le ragazze presenti sull’importanza della formazione e dello studio, incoraggiandole a saper prendere delle decisioni e lottare per il proprio futuro promuovendo la giustizia e la pace. Scrive suor Elisabeth (missionaria comboniana della feminina di Nacala): “il tema proposto richiama la visione profetica che ebbe 140 anni fa san Daniele Comboni, fondatore dell’istituto delle suore comboniane. Comboni credeva nell’ “onnipotente ministero delle donne per l’evangelizzazione e la trasformazione dell’Africa.”
Parabéns a questa attività organizzata dalle suore comboniane della scuola femminile. Mi hanno colpito tutti i temi dibattuti, presentati dalle relatrici in maniera semplice e chiara, in particolare la parte in cui si parla che la donna è pilar(pilastro) nella famiglia, è pwyamwene(regina), è lei che custodisce e tramanda tutti i segreti del clan, che trasmette i valori e i consigli. E’ stata data molta importanza al tema dell’istruzione, della formazione per un futuro migliore: “istruire una donna è istruire una generazione intera”. Mi hanno colpito tantissimo la passione, la semplicità e l’entusiasmo con le quali tutte le ragazze hanno presentato le attività che avevamo preparato. Parabéns!
Ora siamo ad ottobre è tempo di provas a scuola (compiti in classe), il 26 di ottobre finirà l’anno scolastico, le ragazze della sesta classe andranno a casa, mentre quelle di settima rimarranno qui fino a metà novembre per fare gli esami (sarebbero i nostri esami di terza media). Ripensando un po’ a questo primo anno nel lar con le ragazze, il bilancio è positivo, certo difficoltà e imprevisti non sono mancati e non mancheranno, ma ne vale la pena. Lavorare nel lar non vuol dire solo dare regole e fare in modo che le ragazze le rispettino, è molto di più, è un’esperienza umana e culturale a 360 gradi. Certo quest’attività assorbe molto tempo ed energia perché è come avere 26 figlie, inoltre c’è da curare il rapporto con la scuola, con le famiglie e con mamã Amida, sedendomi con lei a conversare per cercare di capire le varie dinamiche culturali e relazionali nel lar, o conversare con un familiare per ascoltare una preoccupazione o un problema. Mi sto accorgendo che tutto questo è quel vivere accanto alla gente, con la gente, con i loro ritmi, il loro sistema, il loro modo di fare, il loro modo di pensare e raccontare, la loro cultura. A volte mi sembra di perdere tempo, arrivo a fine giornata avendo conversato tanto, o meglio ascoltato tante ‘storie’ e concluso poco, poi ci penso e mi accorgo che invece è una ricchezza.
In questo periodo è continuata l’attività di divulgazione della legge della terra che stiamo facendo a livello parrocchiale con la commissione di giustizia e pace. È un lavoro molto importante per aumentare la consapevolezza e la conoscenza dei diritti sulla terra. Ottenere un documento di delimitazione dei confini della zona dove si vive è molto importante e soprattutto urgente in questo periodo in Mozambico in quanto stanno arrivando e sono arrivate diverse multinazionali a ‘comprare’ immense aree di terreno (date in concessione dal governo), spesso abitate e coltivate dai locali, per i loro scopi: miniere di carbone, fosfati, gas.. In queste zone di interesse, i locali vengono spesso dislocati verso altre zone, perdendo la loro terra e i loro diritti. Per loro la terra è vita, è la loro identità, li vivevano os antepassados(gli antenati), la terra racconta la loro storia, la storia della loro famiglia e racconterà quella dei loro figli. Obiettivo del nostro lavoro è divulgare ciò che sta scritto nella legge mozambicana per aiutare le persone a prendere coscienza dei propri diritti e per fare in modo che non si sentano soli ma uniti tra di loro per difenderli. È un’attività che non viene fatta solo nella nostra parrocchia ma in tutte le parrocchie della diocesi.
Con settembre è terminato anche il primo anno del progetto micro-credito finanziato dall’associazione G.A.M.P. di Dossobuono. 30 Piccoli prestiti annuali di 1000 Meticais, che sono circa 20 € pochi direte voi, ma per i contadini che sono riusciti ad entrare nel progetto è stato un grande aiuto! Obiettivo del progetto non è solo il miglioramento della produzione agricola ma anche uno sviluppo e miglioramento delle condizioni generali della famiglia, infatti per passare al secondo anno di prestito, i beneficiari, oltre alla restituzione del credito ricevuto, devono dimostrare di aver adempiuto con le clausole del progetto: ottenere un documento di identità per i componenti della famiglia, mandare i figli a scuola, (per le mogli, figlie) partorire all’ospedale, e costruire una latrina.
Dei 30 che hanno partecipato l’anno scorso (2011-2012) in 17 hanno restituito il prestito, per noi è stata una buona risposta considerando che era la prima volta di un’attività di questo tipo. Di questi, quelli che hanno rispettato le condizioni del progetto sono stati 11, loro sono passati al secondo anno ricevendo il doppio del valore rispetto il primo anno. Siamo partiti anche con un nuovo gruppo, si tratta di altri 21 contadini che hanno partecipato alle formazioni e passato positivamente il test. Durante l’anno i beneficiari vengono accompagnati con degli incontri di formazione con un tecnico dell’agricoltura, e degli incontri periodici di verifica e valutazione sull’andamento del lavoro, a ciò si aggiunge la visita e sopraluogo in alcune machambe, sempre con la presenza del tecnico, per una valutazione in loco.
Siamo già a metà di ottobre, metà del mese missionario, che quest’anno vede l’apertura di un evento molto importante: l’anno della fede. Per noi della diocesi di Nacala, giovedi 18 ottobre nella Cattedrale ci sarà l’apertura ufficiale con una celebrazione presieduta dal nostro Vescovo dom Germano dove tutte le parrocchie sono invitate. Domenica prossima invece ci sarà ‘l’apertura’ dell’anno della fede in tutte le comunità della nostra parrocchia, dando così inizio a questo anno di grazia. In equipe e con il consiglio pastorale abbiamo pensato a delle attività per vivere nelle comunità e nella nostra parrocchia per questo anno dedicato alla fede. Vi aggiorneremo nei prossimi post o molto più probabilmente di persona perché tra un mese saremo a casa! Dal 12 novembre al 16 dicembre saremo a Verona per abbracciarvi tutti, raccontarci un po’ delle nostre vite e matar saudade!! Non vediamo l’ora!!!

Buon mese missionario e anno della fede.. ognuno nella propria machamba,con l’aiuto di Maria per far risplendere con la nostra vita la Parola della Verità!

Un abbraccio forte, e grazie a tutti!
A prestooooo =)
Franci e Nico

martedì 2 ottobre 2012

Giornata Missionaria a Negrar il 21 Ottobre

Anche quest'anno viene organizzata a Negrar il 21 OTTOBRE una giornata missionaria...
E' una bellissima occasione per stare insieme e essere vicini alla Missione di Namahaca.










 Nel volantino si possono trovare tutte le informazioni

sabato 29 settembre 2012

PARTENZE e ARRIVI… MISSIONE E’ SCAMBIO!

Ametà giugno è partita anche sr Giulia per il capitolo generale delle Sorelle della Sacra Famiglia, a Verona, rimasta fuori fino a metà agosto. Dalla partenza di Emiliano e Lucia, sono stati mesi di equilibrio in movimento.
Partenze ma anche arrivi! Tanti arrivi... è stata un'estate (per noi inverno) ricca di visite che hanno portato una ventata di aria veronese, quel che ci voleva para matar saudade (vincere la nostalgia)!! 
Le prime visite che ci siamo preparati ad accogliere sono stati i nostri genitori a metà luglio. La gioia di poterli abbracciare dopo un anno e mezzo dalla nostra partenza era tanta. E finalmente è arrivato il 14 di luglio, il giorno del loro atterraggio a Nampula, l'emozione era incontenibile. Erano arrivati: i genitori di Franci, Paolo e Marisa, la mamma di Nicolò, Bertilla e Nadia la sorella di Franci. Ci siamo scambiati un infinito abbraccio, era proprio vero! Sembrava come se il tempo si fosse bloccato alla nostra partenza, sembrava di esserci visti fino alla sera prima... è stata una sensazione molto strana. I nostri genitori erano visibilmente emozionati, ricordo ancora le parole all'areoporto, quando commossi ci hanno detto: “Vi vediamo proprio bene!” In cuor loro già erano felici!
Quanti abbracci, lacrime, sorrisi, racconti. I primi giorni li abbiamo trascorsi fuori dalla missione, questo li ha aiutati ad inserirsi gradualmente. Abbiamo visitato l'Ilha de Moçambique, dove hanno riabbracciato pe Atanasio, il Vicario generale della diocesi di Nacala, conosciuto a Verona. Pe Atanasio ci ha invitato a pranzo ed è stato davvero bello poter stare tutti assieme, vedere i nostri genitori che scherzavano con lui annullava le distanze, sembravamo tutti veronesi o tutti mozambicani! Gli altri due giorni li abbiamo passati a Cabeceira, e a visitare la missione comboniana di Carapira con la scuola industriale.
Ci siamo raccontati tante cose. Soprattutto loro erano molto interessati a capire, a chiedere a voler vedere finalmente con i loro occhi, tutto quello che gli avevamo raccontato prima solo telefonicamente o in una lettera. Dopo i primi giorni di 'riposo' e visita, siamo finalmente partiti per la nostra casa: Namahaca. Non vedevano l'ora di vedere, conoscere i volti delle persone di cui spesso sentivano solo i nomi, sia dell'equipe, che della missione: le suore, i padri, ma anche Josè, Amida, Abel, Fernando, Apina... e tanti altri. L’emozione di arrivare a Namahaca è sempre forte per tutti, infatti anche loro appena arrivati, un po’ stanchi dal viaggio in auto, qualche buca e il passaggio dalla città al campo, avevano gli occhi lucidi per l’emozione!
Nelle due settimane che sono rimasti con noi, abbiamo cercato di far conoscere loro un po’ della nostra vita missonaria e fargli assaporare questa esperienza di incontro con i fratelli mozambicani. Ci sono stati tanti momenti speciali: la gioia e l’allegria delle bambine del lar, l’accoglienza gioiosa nelle comunità per le messe, la condivisione con gli anziani della parrocchia nell’incontro di formazione, la visita alla famiglia di mamãApina, la visita alla Scuola femminile delle Comboniane a Nacala e il saluto a casa del Vescovo Dom Germano (che avevano già conosciuto a Verona grazie ad un incontro organizzato dal Centro Missionario), che ci ha riservato una calorosa accoglienza.
Sicuramente sono tornati a casa stanchi, li abbiamo scarrozzati da una parte all’altra, ma alla fine ci hanno ringraziato dicendoci che riportavano a casa l’accoglienza ricevuta da tutte le persone incontrate e i tanti sorrisi dei bambini. Noi siamo felicissimi di aver potuto condividere con i nostri genitori alcuni momenti della nostra vita missionaria in questa terra, sappiamo che per loro affrontare il viaggio fin quaggiù non è stato facile, ma siamo sicuri che questa esperienza di incontro li ha toccati e diventerà ricchezza da condividere con le persone che incontreranno a casa.


Neanche il tempo di salutare i genitori che già erano in viaggio alcuni giovani della nostra diocesi di Verona. Un sogno poterli ricevere qui in missione! Stavano arrivando Anna,la sorella di Nicolò, Silvia, un’amica di Tregnago, Chantal di Illasi, Ilaria di Verona e due seminaristi, Jacopo di San Zeno di montagna e don Pierpaolo di Garda. La richiesta di ospitare dei giovani per un'esperienza missionaria era arrivata dal CPAG (centro di pastorale adolescenti e giovani) e la sua commissione Missioni. La proposta era stata accolta da tutta l’equipe con molto entusiasmo, tante idee per il loro arrivo, ma al di là di tante proposte e progetti sapevamo che la cosa più bella era fargli assaporare la quotidianità della vita qui in missione, la bellezza e la ricchezza dell’incontro e dello scambio.
Il ritmo della visita èstato intenso, come sono spesso le nostre giornate. Appena atterrati li abbiamo portati a casa; arrivati a Namahaca già con il buio, li aspettava un’accoglienza a sorpresa: il festoso benvenuto delle bambine del lar. Le ragazze erano in trepidazione per il loro arrivo. Erano tutte in attesa davanti al cancello del lar e non appena hanno sentito il rumore dalle auto che si avvicinavano hanno cominciato a gridare. Che festa! Scesi dalla macchina, i giovani sono stati circondati dalle bambine e travolti dai loro canti e dal battito del batuk(tamburo). Erano emozionati e molto sorpresi dell’accoglienza.
I giovani sono rimasti con noi tre settimane dal 5 al 25 agosto. La prima settimana l’abbiamo passata qui a Namahaca, dove hanno avuto tempo di ambientarsi, conoscere noi dell’equipe e il progetto della missione, le ragazze del lar e visitare alcune comunità. La seconda settimana li aspettava un evento eccezionale: il pellegrinaggio annuale dei giovani. Ogni anno i giovani della nostra parrocchia si riuniscono in una zona durante un weekend per fare un pellegrinaggio fino alla croce posta sulla montagna di quella zona per pregare. Quest’anno toccava alla zona di Ger-Ger. I giovani di Namahaca erano molto entusiasti di poter accogliere i giovani veronesi e condividere con loro questo evento importante. Anche i nostri giovani erano entusiasmati dall’idea di poter passare tre giorni con loro e per l’occasione avevano organizzato canti e balli da poter condividere. Il pellegrinaggio durava tre giorni, da venerdì a domenica, una piccola gmg parrocchiale!


Venerdì 10 agosto, molto presto, tutti i giovani si sono incamminati per sei ore fino ad arrivare alla zona di Ger-Ger. Al pomeriggio riposo e organizzazione logistica, alla sera veglia di preghiera con adorazione e rosario sotto un magnifico cielo stellato. Sabato mattina c’era un incontro di formazione sul rapporto tra cultura e vangelo, il relatore era il sig. Uarila, animatore di Nacala. La formazione è stata molto interessante, soprattutto la parte nella quale parlava del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Questo passaggio, che è il rito di iniziazione, è vissuto come una tappa fondamentale nella vita di una persona. Uarila raccontava che in passato, i migliori giovani diventati uomini nel rito, erano inviati dal campo fin sulla costa con il compito di prendere il sale, iniziando così il grande viaggio della vita. In generale era la prima volta fuori dalla propria zona. Dei partenti solo pochi tornavano con il sale, di molti non si sapeva più nulla, alcuni morivano per strada, altri forse si stabilivano sulla costa. Con questo racconto, Uarila, invitava i giovani a riflettere su cosa facessero loro del sale che venivano a ricevere nelle formazioni, soprattutto se lo riportavano a casa per dare nuovo sapore alla propria vita.


Al pomeriggio grande torneo di calcio tra le varie zone, e alla sera scambio culturale con animazione mozambicana e italiana con canti, balli e teatro. È stato un vero successo, tutti hanno partecipato con allegria e originalità. Al mattino prima dell’alba eravamo in piedi per il pellegrinaggio sulla montagna, dove è stato organizzato un momento di preghiera. Al ritorno è stata celebrata la messa di ringraziamento e dopo pranzo siamo ritornati a casa. È stata un’occasione davvero speciale di condivisione e scambio, dove non esistevano barriere comunicative, solo la voglia di stare insieme, far festa, conoscersi, pregare e condividere. Anche per noi è stata un’esperienza davvero speciale, vissuta per la prima volta, uno scambio sia con i giovani della nostra parrocchia sia con i giovani veronesi.
Con i giovani abbiamo vissuto altrimomenti di condivisione e scambio come la visita alle comunità e ad altre realtà missionarie, l’animazione nel lar con bans e attività con le ragazze e qualche giorno di ferie al mare, per vedere le meraviglie di questa terra mozambicana! Per noi è stata una ricchezza condividere queste settimane con loro, vedere la loro voglia di buttarsi, di mettersi in gioco, di riflettere, la loro allegria e semplicità, e soprattutto il loro entusiasmo. È stata una bellissima occasione di scambio poter sentire anche i racconti delle loro vite, le loro attività in diocesi e in parrocchia, le aspettative e i progetti, condividere e assaporare insieme alcuni momenti di vita missionaria. I giovani della nostra parrocchia sono rimasti colpiti e chiedono ancora di loro. Anche le bambine del lar chiedono di loro, ricordano i bans di ti-tio Jacopo, di come ballava disinvolta ti-tia Chantal al suono del loro batuk, dei lavoretti, disegni e braccialetti con ti-tia Anna, Silvia, Ilaria e delle domande sulla scuola di ti-tio Pierpaulo. Chissà se qualcuno di loro tornerà qui!!


Continua nel prossimo post......


LA DESPEDIDA, LE CRESIME E IL CONGRESSO DELLE MAMÃS 2012


Cinque lunghi mesi, tanto è passato dal nostro ultimo post di Pasqua! Parlavi di tutto sarebbe impossibile, ma cercheremo di aggiornarvi sulla nostra vita di missione sperando di non farvi perdere le emozioni vissute in questo periodo.
Con la Pasqua è tornato pe Alessio, rinvigorito dalle ferie! È stato bello riaverlo con noi, cosi l'equipe, anche se per poco, si è ricomposta! Già da subito, neanche il tempo di posare le valigie e lo aspettava un'agenda strapiena... infatti nei mesi di aprile e maggio i padri Simone e Alessio sono stati molto impegnati con l'amministrazione dei sacramenti nelle varie comunità. Paralellamente a questo le attività della parrocchia continuavano a pieno ritmo con incontri di formazione e la preparazione della despedida(saluti) di Emiliano e Lucia.

Afine maggio Emiliano e Lucia hanno concluso il loro mandato di famiglia Fidei Donum in questa terra di missione! Sembra ieri quel lungo abbraccio all'areoporto di Nampula, ma da quel 28 maggio sono già passati tre mesi. Salutarli non è stato per nulla facile! Con loro oltre alla condivisione di una comune scelta missionaria si è creata una1 bella amicizia, sintonia e stima reciproca! È stato proprio bello poter camminare insieme da laici qui in missione.
L'addio ufficiale alla parrocchia è stato il 20 maggio, in quell'occasione, è stata celebrata la messa nella chiesa parrocchiale, molto semplicema molto sentita da parte delle persone, dove ognuno ha espresso il proprio ringraziamento e l'in bocca al lupo per il ritorno nella terra natale. Inutile dire che le lacrime erano molte da parte di tutti, in primis di Lucia e Emiliano.
Anche il saluto nel lar è stato ricco di emozioni. Le bambine hanno preparato per loro lettere e disegni, che abbiamo rilegato in un grande album con alcune foto e il giorno dei saluti lo hanno offerto ai loro “genitori” con una grande torta di mandioca, preparata apposta per l’occasione. Hanno cantato diversi canti e le lacrime non sono mancate! Anche noi amici dell'equipe abbiamo preparato una serata di despedidacon una messa di ringraziamento, e per ridar slancio all'allegria abbiamo sottoposto i nostri partenti ad una caccia al tesoro ripercorrendo varie tappe della loro esperienza missionaria a Namahaca. Ci viene ancora un nodo alla gola ricordando tutti quei momenti di saluti, soprattutto il giorno della partenza da Namahaca! Che grande nostalgia, la loro mancanza si sente proprio, sopratutto ripensando alla condivisione delle giornate, delle attività e degli impegni, all'allegria e all’ingegno di Emi, all'instancabile energia e competenza di Lucia, ma il cammino percorso insieme ci ha dato anche nuovi slanci per continuare con entusiasmo la nostra camminata missionaria.
Maggio è stato un mese di nuovi equilibri nelle varie attività. Con la mia entrata a tempo pieno come direttrice del lar al posto di Lucia, la direzione del centro nutrizionale è passata a sr. Ducilene. Mi ero appassionata molto al progetto con i bambini e le mamme, ma l’impegno che richiede il lar non mi avrebbe permesso di gestire entrambe le cose. Il nuovo compito l’ho accolto con molto entusiasmo; i mesi passati assieme a Lucia mi hanno aiutato a entrare nella realtà dello studentato, a conoscerne le varie dinamiche e soprattutto ad instaurare un rapporto con le ragazze e mamãAmida. Tuttavia non nascondo che all’inizio ero un po’ timorosa perché era un’esperienza nuova e mi sono serviti un paio di mesi per prenderci le misure e sentirmi a mio agio. Nicolò ha intensificato la sua responsabilità nella gestione dei magazzini in particolare in quello della parrocchia che lavorava a pieno ritmo con l’arrivo dei prodotti dalle comunità.
Nuovi equilibri logistici, a metà giugno abbiamo fatto il nostro ennesimo trasloco africano inaugurando Casa Seppi. All'inizio era strano entrare in questa casa e sentirla la nostra nuova casa abituati alla presenza di Emiliano e Lucia... è stata bella l'accoglienza a sorpresa che ci hanno lasciato con vari bigliettini di benvenuto (sono ancora appesi in casa!). Piano piano ci siamo abituati al nostro nuovo angolo, molto accogliente e indipendente, sopratutto comodo in quanto vicino al lar e ai vari magazzini. Abbiamo una nuova compagnia qui in casa, Mweri, la cagnolina guardiana?! Del guardiano ha ben poco e il suo andamento "rachitico" non impaurisce nessuno, ma se si avvicina qualche estraneo perlomeno abbaia per avvisare.


A giugno la nostra parrocchia si stava preparando per vivere un evento eccezionale: la celebrazione delle cresime! Eccezionale perchè era dal 2003 che non si celebravano le cresime qui a Namahaca! Immaginate la festa da parte della gente. L'entusiasmo si respirava nell'aria già dai mesi precedenti. I cresimandi erano circa seicento. Tantissimi! Eravamo molto contenti e anche un po' incuriositi di poter condividere questo momento di fede importante con le nostre comunità. Il numero elevato non permetteva che le cresime venissero celebrate tutte in un unico giorno, quindi, a partire dalle dieci zone della parrocchia, sono state organizzate quattro celebrazioni in quattro punti diversi in due fine settimana, rispettivamente a: Natepo, Mahetha, Xangani e Cassamo. La suddivisione in zone è stata fatta anche per aiutare le persone che venivano da lontano a raggiungere il luogo della celebrazione. Le prime cresime sono state celebrate il 7 giugno dal nostro Vescovo Dom Germano nella zona di Natepo. Lì i cresimandi erano più di 160. La gioia era tanta. La cerimonia è avvenuta all'aperto, l'altare si trovava sotto un alpendre(pergolato di foglie di cocco intrecciate), mentre le persone erano sedute all'ombra di due grandi alberi di caju. Davanti c'erano i bambini, da una parte le donne, dall'altra gli uomini. I giovani animavano i canti. È stato molto emozionante vedere tutte quelle persone nella lunghissima fila, emozionate e desiderose di ricevere la cresima, ognuna accompagnata dal proprio padrino o madrina che gli teneva la mano sulla spalla. Tutto è andato molto bene, alla fine è stato letto il discorso di ringraziamento, e le comunità hanno offerto un capretto al Vescovo. Anche le altre tre celebrazioni sono andate molto bene, anche se il Vescovo dopo la seconda celebrazione si è ammalato e al suo posto ha presieduto pe Ramani, economo della diocesi.
Un’eccezionale testimonianza l'abbiamo ricevuta a Mahetha. L’animatore di quella zona ci aveva avvisato che forse una mamãnon sarebbe stata presente perchè abitava molto lontano ed essendo in attesa di un bambino, che doveva nascere in quei giorni, non sapeva se sarebbe riuscita ad essere presente. Arrivato il giorno delle cresime la bella sospresa: era presente la mamãcon il suo piccolino appena nato! Il giorno precedente la mamãsi era fatta molte ore di cammino per arrivare alla comunità, dove durante la notte aveva partorito. Che testimonianza di forza, coraggio e fede! Conclusa la celebrazione, si è rincamminata per tornare a casa, felice, cresimata e con il suo piccolo nella capulana.


A fine giugnoun altro appuntamento importante per le donne, questa volta a livello diocesano: il primo congresso delle mamãsdella diocesi di Nacala, il cui slogan era “Muthiyana Ekhove Ya Muluku” (donna volto di Dio). C’era gran fermento per il congresso, la commissione lo stava preparando da più di un anno e anche nella parrocchia c’era tanta attesa ed entusiasmo da parte delle mamãs. Il congresso è iniziato l’ultima settimana di giugno nel centro pastorale di Carapira. Le donne riunite erano più di duecento, dalle ventidue parrocchie della diocesi. È stato un evento molto importante e significativo per tutte lemamãs, una settimana interamente dedicata a loro, sr. Joyce, missionaria dello Spirito Santo e responsabile diocesana delle mamãs, scrive sulla rivista Vida Nova: “È stata una settimana di grazia che Dio ci ha dato per riscoprire il Suo vero Amore con noi che supera ogni debolezza umana”. Le donne sono il pilastro della società, sono loro che silenziosamente e quotidianamente portano pesi e fatiche nella famiglia, il congresso ha permesso loro di sentirsi valorizzate, di riscattarsi, ricaricarsi, trovare nuova forza, entusiasmo e un nuovo slancio nella fede cristiana. I temi trattati sono stati molti e trattavano vari aspetti: fede, cultura, diritti, salute. Formazione, ma anche condivisione, scambio, preghiera e attività ricreative.
Le dieci mamãsdella nostra parrocchia che hanno partecipato al congresso assieme a sr. Ducilene sono tornate davvero entusiaste e ricaricate, e ora stanno trasmettendo alle altre mamãsdella parrocchia la ricchezza ricevuta. Il loro entuasiasmo è proprio contagioso! Il prossimo anno sarà un anno speciale per loro perché organizzeremo un congresso a livello parrocchiale (luglio 2013). Già da ora, con la nostra animatrice parrocchiale mamãApina, stiamo cominciando a progettare questo evento importante pensando ai temi, lo slogan, le formazioni e l’organizzazione logistica. Comunque andrà, sarà un successo perchè sarà uno spazio speciale riservato alle donne!


... Continua nel prossimo post!

mercoledì 4 aprile 2012

Boa Páscoa

Salama!

Sta per finire il periodo durissimo della fame iniziato a dicembre con le scorte alimentari che cominciavano a scarseggiare. Anche la stagione delle piogge sta per finire e finalmente la colheta (raccolto) è alle porte. I primi sacchi pieni di amendoim (arachidi) cominciano ad arrivare in parrocchia e il profumo di massaroca assada (pannocchie cotte sul fuoco) è nell’aria. Che bello vedere tutte le machambas così verdi e ricche di prodotti, tutto attorno è così rigoglioso! È cosi vivo! Che sollievo pensare che il periodo della fame sta per finire. Sono stati mesi durissimi, tantissime persone venivano a bussare alla porta per chiedere soldi, cibo, lavoro, un aiuto. Alla fame si aggiunge la malaria che con la pioggia si intensifica e colpisce moltissime persone. Che fare? Ogni volta si stringe il cuore perché istintivamente vorresti dare, dare, dare per aiutare tutti. Ma poi ti chiedi se questo dare a chiunque chieda sia la maniera giusta e rispettosa per aiutare. Aiutare chi? Loro o noi stessi a sentirci a posto? Tanti interrogativi che ci siamo posti nella nostra equipe missionaria in questi mesi per trovare la maniera giusta per rispondere alle varie richieste di aiuto delle persone. Per cercare di capire chi effettivamente si trovasse in una situazione di emergenza ed avesse bisogno di essere aiutato e chi invece ne stesse approfittando. È  nelle riunioni del lunedì, in cui, in equipe, affrontiamo tutte queste questioni. A lungo conversiamo e ci confrontiamo per incontrare la maniera migliore per intervenire, le modalità per non creare dipendenze o assistenzialismo. Si cerca di fare il meglio, sapendo che anche questa ricerca delle modalità più giuste per star vicino alla gente non è facile da scoprire e a volte passa attraverso gli errori.


Ho toccato con mano questa situazione difficile anche nel centro nutrizionale dove le mamme mi dicevano che questo è un periodo difficile “fome, mama!”. Abbiamo sofferto insieme in questi mesi, ma ora le mamme già guardano con più speranza l’orizzonte, visto che il raccolto è vicino. E anch’io sono fiduciosa che almeno qualcuna cominci a preparare la pappetta per i suoi bambini in casa con i prodotti della machamba. Credo molto in questa camminata che stiamo facendo con le mamme, pur sapendo che siamo ancora all’inizio e come in tutte le cose ci vorrà molto tempo. Il lavoro al centro mi piace molto, anche se a volte è duro,  è un pugno nello stomaco vedere la sofferenza delle mamme e dei bimbi, la cui vita è davvero appesa ad un filo sottile. Chissà se ce la farà la piccola Algirinha, nata un mese fa, e già orfana di mamma. È il papà che si occupa di lei, purtroppo non c’è una zia, una mamma, una donna che aiuti questo papà e non sappiamo se lui riuscirà da solo, le condizioni della piccolina sono molto precarie; chissà se ce la faranno le due gemelline Alifa e Alifinha appena nate, anche loro orfane di mamma. Purtroppo, come accade spesso, la mamma ha partorito in casa e non ce l’ha fatta. Sono la nonna materna e il papà ad occuparsi delle piccole, o ancora chissà se riuscirà a recuperare il piccolo Francisco, anche lui orfano, che ha passato un mese senza venire al centro perché la nonna era malata. Vicino ai casi più disperati, ci sono i sorrisi dei bimbi che hanno recuperato molto bene e che tra poco termineranno con il progetto, come Agirina, Cesar, Maria e Marinha. Nel centro nutrizionale il rapporto con le mamme è bello anche se spesso rimane solo a livello superficiale a causa della lingua, ma per fortuna c’è mama Natalia che mi aiuta nella traduzione. Le mamme sono tenere. Alcune di loro arrivano perché non riescono ad allattare a causa di piccoli problemi al seno, che all’ospedale non curano o trascurano. Altre invece hanno problemi più seri come mamma Rathima, che sta molto male, si tratta di  Aids. Forse altre ce l’hanno, ma non si sa, nessuna fa le analisi per paura.  Mama Natalia mi aiuta anche in tutta la parte logistica, ovvero nel preparare i prodotti per la papinha. A breve sarà il periodo delle banane, quindi aggiungeremo alla pappa anche la farina di banane. Ora stiamo comprando la scorta di amendoim. E’ freschissimo, appena raccolto dalla machamba, ed è strano per noi abituati a vedere le arachidi solo nel periodo delle feste, pensare che qui fa parte dell’alimentazione base. Viene mangiato fresco,  tostato o macinato per insaporire il sugo dei fagioli che si mangiano con la “xima”, la polenta bianca. Lo stiamo comprando in sacchi e ancora con la buccia, si deve quindi lasciare al sole per seccare per quasi una settimana:  al mattino si deve stendere e al pomeriggio raccogliere altrimenti la notte i topi fanno festa. In tutto questo l’apporto di Josè, il lavoratore di fiducia delle suore e della missione, è fondamentale. Le scorte che compriamo ci devono durare tutto l’anno, non è sempre facile gestire quantità e stoccaggio. Fortunatamente c’è il grande supporto di Nicolò che mi aiuta nella gestione del magazzino del centro.

Si, ci sono anch’io, anche il mio lavoro si è intensificato in questi mesi, tra gestione magazzini, manutenzione elettrica dei vari ambienti e piccoli e grandi lavori di ristrutturazione con Emiliano. Lavori semplici ma che danno tanta soddisfazione, come riuscire a sistemare l’impianto elettrico del lar! Ora le bambine hanno due ore di luce alla sera, per mangiare e studiare prima di andare a letto.. e al sabato per “batukare”, far festa tra di loro, non più al buio. In questi ultimi giorni abbiamo affrontato la grande impresa che sempre ha ‘terrorizzato’: sostituire la pompa idraulica del pozzo che porta l’acqua nelle nostre case. La pompa era stata installata quindici anni fa e nelle ultime settimane non lavorava più a pieno ritmo. Questo causava uno scarso riempimento della cisterna e uno spreco di gasolio per mantenere acceso il generatore più a lungo e caricare la stessa quantità d’acqua. Tuttavia queste settimane di mal funzionamento ci ha dato il tempo per prepararci al lavoro e per tentare qualche verifica. Grazie all’aiuto a distanza di Michele Dai Pre e al suo collega Paolo, in soccorso telefonico dall’ufficio, abbiamo cominciato a fare delle prove elettriche per testare se cambiava la portata d’acqua. I nostri strumenti di misura erano abbastanza limitati avendo solo un rubinetto e un tubo di gomma.. e così mentre Emi rimaneva fermo con il tubo in mano per controllare se il getto d’acqua migliorava, io scambiavo le connessioni elettriche.. fallito il test ci siamo decisi, abbiamo costruito una impalcatura di legno sopra il pozzo e di buonora abbiamo iniziato il lavoro aiutati da tutta la famiglia Castelo, i lavoratori della missione. E’ stata dura estrarre trenta  metri di tubi di ferro e sostituirli. Una volta estratti i tubi siamo andati in città per comprare pompa e materiale. Fortunatamente avevamo il supporto tecnico di Michele e Paolo che facevano i calcoli in diretta per valutare se le varie pompe e i tubi di connessione che incontravamo potevano andar bene per il nostro caso. Fortunatamente tutto è andato bene, abbiamo trovato il materiale che ci serviva e il trasporto dei tubi lunghi sei metri fino a Namahaca non ci ha dato problemi, nonostante le condizioni della strada disastrate a causa delle piogge. Incredibilmente il giorno successivo a mezzogiorno la nuova pompa era già in funzione, di nuovo ai suoi trenta metri di profondità.

 Anche le attività pastorali procedono a pieni ritmi, e ogni settimana ci sono incontri qui in parrocchia. Tutti meriterebbero di essere raccontati. Molto interessante è stato l’incontro con i consiglieri e le consigliere. Sono i papas e le mamas che guidano i ragazzi e le ragazze nel rito di iniziazione. Sono gli educatori, coloro che danno i consigli di vita, trasmettendo cultura e tradizioni, ma anche preparandoli ad essere adulti. I ragazzi finito il rito di iniziazione sono considerati adulti, pronti a sposarsi, creare una famiglia ed affrontare tutti i problemi che la vita gli può presentare. Gli incontri hanno l’obiettivo di aiutare i consiglieri (uno per ogni zona della parrocchia) a valorizzare questa tappa importante della vita di un ragazzo e di una ragazza anche da un punto di vista cristiano. Sono occasioni importantissime per noi per entrare negli aspetti più intimi della cultura e della tradizione, per avvicinarci a loro, al loro modo di concepire le tappe importanti della vita della persona. Avere l’opportunità di vivere e condividere questi momenti con loro è un grandissimo arricchimento umano.

Come coppia stiamo anche accompagnando, assieme a Emiliano, Lucia e ir. Ducilene, il percorso delle giovani coppie. Sono coppie di giovani sposi con figli, sposati solo tradizionalmente ma che si stanno avvicinando al matrimonio cristiano. Alcuni temi che affrontiamo negli incontri: il significato del matrimonio cattolico, la corresponsabilità nella coppia, la morale cristiana, l’affettività. Altri ministeri che stiamo accompagnando con la collaborazione di altri membri dell’equipe, sono le coppie, i giovani e giustizia e pace.  A breve ci sarà  un incontro di giustizia e pace interparrocchiale proprio a Namahaca. Ques'anno, tra gli obiettivi prioritari, c’è la formazione socio-politica in vista delle elezioni presidenziali del 2013. Cercheremo di approfondire con gli animatori di J&P il significato delle parole diritti e doveri, politica, bene comune, e parleremo dei mega progetti di investimento in atto in Mozambico da parte di alcune grandi multinazionali. Insomma tante attività a livello pastorale, sociale, umano che ci impegnano e ci entusiasmano.

Attività, lavoro, ma anche momenti di festa. Il mese scorso abbiamo ricevuto la visita dei novelli sposini Alessandra e Andrea! È stato bellissimo averli qui con noi, non ci sembrava vero che avessero deciso di passare la luna di miele in Mozambico.  Una visita che abbiamo sognato per tanto tempo e che finalmente si è concretizzata a fine febbraio. Arrivati freschi di matrimonio, ci siamo fatti raccontare tutti i dettagli.  Che bello vedere le loro emozioni ancora vive negli occhi e nei sorrisi. Qui a Namahaca hanno conosciuto la nostra equipe, le bambine del lar, che li hanno accolti cono canti festosi, ci hanno aiutato nel centro nutrizionale e in qualche lavoro di manutenzione. Abbiamo accompagnato pe Simone in alcune comunità e hanno conosciuto tutti gli animatori parrocchiali in occasione del consiglio pastorale. Insomma hanno respirato un po’ di aria di missione! Non ultimo qualche giorno di svago al mare e a visitare la vecchia capitale, l’Ilha de Moçambique. Avere i nostri testimoni qui con noi a condividere un pezzettino di questa camminata missionaria è stata una gioia. E’ stata molto bella la testimonianza sulla loro scelta missionaria nella comunità “Sulle orme” di Fittà, che hanno condiviso con tutta l’equipe durante la messa. Ci hanno raccontato la loro esperienza, i progetti, i sogni e le speranze per il futuro. Che meraviglia come Dio in maniera diversa si serve di tutti per spargere nel mondo tante gocce di speranza. Sono stati giorni intensi che sono passati velocissimi.. abbiamo chiesto ad Alessandra e Andrea di condividere nel blog le loro impressioni su questa breve esperienza missionaria. Siamo sicuri che a breve arriverà anche il loro post, nel frattempo si sono fatti postini e ci hanno detto di aver caricato alcuni video per permettervi di ‘matar saudade de nós’. Siamo curiosi anche noi! Le visite non sono finite perché ad Alessandra e Andrea si sono aggiunte le visite dell’equipe del CUM. Un’altra bella occasione di scambio e condivisione delle attività della missione.

Oggi abbiamo celebrato Domingo de Ramos con la comunità di Namahaca. Domenica delle Palme: l’entrata di Gesù a Gerusalemme, l’entrata per tutti noi cristiani nella Settimana Santa E’ stata una celebrazione molto semplice, ma molto sentita da parte della gente infatti la chiesa era piena, è iniziata con una piccola processione con i rami benedetti, per poi proseguire in Chiesa dove l’anziano ha presieduto la liturgia della Parola.

Tra una settimana celebreremo la Pasqua del Signore, pasqua di resurrezione, di liberazione. Il grande mistero della croce, l’atto di amore di Gesù, ancora una volta ci lascia senza parole, ci fa riflettere e ancora di più ci interroga qui, in questo posto dove celebreremo la nostra seconda Pasqua, in missione. Ci siamo chiesti che significato abbia per i nostri amici africani la Pasqua, la resurrezione di Gesù. Forse non lo sapremo mai. Pasqua non è liberazione da tutte le croci quotidiane che la gente silenziosamente porta: fame, mancanza di una assistenza sanitaria adeguata, analfabetismo, povertà, ma Pasqua è sicuramente liberazione dal peso del “medo”, il peso che rende le croci di questo popolo ancora più pesanti, la paura del "fetiço" malocchio paura che imprigiona, immobilizza, schiaccia, fa rimanere con la testa rivolta verso il basso, e non permette di vedere oltre, di alzarsi e puntare a un orizzonte diverso, è luce nell’oscurità. Una paura che ha radici culturali profonde, che viene giustificata e portata avanti in nome della tradizione: “è sempre stato così”, “tutti fanno così”, “não posso, estou com medo”, “medo!”.  E’ una Pasqua di resurrezione, un rinascere a vita nuova, una vita purificata e liberata dall’amore di Gesù, senza paura, il suo Spirito è con noi per aiutarci a rendere il giogo soave e il peso leggero. Pasqua è liberazione da tutto ciò che ci rende schiavi, è gioia di vivere liberati e liberi di essere se stessi. E’ amore per noi, per il prossimo e per Dio. Amore vissuto nelle relazioni, in famiglia e nella comunità. E per noi, che significato ha la Pasqua? E’ un lasciarci morire in ciò che di noi non ci piace, ci fa male, le nostre oscurità che ci legano, per fare il salto e rinascere, risorgere rinnovati, liberati, dalla forza dell’amore di Gesù e fortificati dalla Sua resurrezione. Il mistero della croce diventa un passaggio indispensabile per rinascere, migliorare, maturare. Pasqua non è liberazione dalle nostre croci, è molto di più, è consapevolezza che in queste difficoltà Gesù è al nostro fianco, è la nostra forza.  La Pasqua è rinnovamento della nostra relazione con il Signore. Sarà una Pasqua di amore anche per noi nella fraternità di questa vita missionaria. Grati al Signore di questo dono che ci sta facendo. Dono che ci arricchisce e ci matura. Dono a volte scomodo da vivere, soprattutto di fronte alle difficoltà o allo sconforto, faticoso quando ci chiediamo: ma chi ce lo fa fare, doloroso quando ci sentiamo diversi, non capiti, male interpretati, colpevoli a causa del significato storico del colore della nostra pelle, o incapaci, inadeguati, impotenti, insufficienti rispetto la cultura nella quale stiamo vivendo, rispetto il rapporto con le persone, e ai divari tra noi e loro. Certi che ogni gioia e difficoltà, ogni cosa in sé non ha senso se non vissuta nell’ottica della fede, di una progettualità più grande che ha radice e significato solo in Dio. Croce ma anche liberazione, resurrezione! Alla fine certezza! Pasqua è ripartire rinnovati e fortificati nello Spirito e nella fede con la forza di Gesù risorto.

Buona Pasqua di resurrezione a tutti!


Mpaka nihiko nikina!

Um abraço,

Francesca e Nicolò

mercoledì 21 marzo 2012

Alcuni video da Namahaca!

Ciao a tutti!
Sono Andrea e con mia moglie Alessandra abbiamo scelto di andare a trovare Nicolo', Francesca e tutta l'equipe missionaria di Namahaca durante il nostro viaggio di nozze.
Ci siamo sposati l'11 febbraio 2012 e il 23 febbraio eravamo in terra d'Africa!

Abbiamo passato dei bellissimi giorni da missionari, inseriti nella routine della normale amministrazione della missione, visitando le comunita' la domenica con don Simone, Nico e Franci per la messa, conoscendo vari missionari comboniani che operano nella zona, visitando le citta' di Nacala e Nampula, senza scordarsi della meravigliosa natura che ci circondava nelle nostre attivita'.

Abbiamo visto i nostri amici all'opera nella missione come responsabili del centro nutrizionale, del magazzino sementi, dello studentato femmilile (LAR) , nella veste di autisti da safari, meccanici, elettricisti, commercianti provetti nei mercati delle citta'; ma sono bravi anche ad avere un tempo quotidiano per la preghiera insieme e per la celebrazione dell'eucarestia, un tempo per vivere la propria vocazione matrimoniale nella vita di coppia, nonche' un tempo per il meritato riposo!

Tornati in patria, visti i notevoli problemi con le comunicazioni internet che ci sono la' (dall'altra parte del "digital divide"), ci siamo fatti portatori di alcuni video per il blog che raccontano un po' le attivita' svolte nella missione presso la parrocchia di Namahaca!

Eccoli!



mercoledì 8 febbraio 2012

Con la pioggia nasce anche la speranza

Eh si, è già passato il Santo Natale, i presepi sono ritornati nelle scatole con gli addobbi in quell'angolo polveroso della soffitta.
È cominciato anche il nuovo anno con una bella sorpresa: la tanto attesa pioggia!!! I segnali dell'arrivo erano chiari, lunghi giorni carichi di umidità.. le nuvole rapide che correvano nel cielo, e poi lo scrosciare di un bell'acquazzone interrotto dalle urla gioiose dei bambini che accorrevano per giocare e farsi la doccia con l'acqua che trasbordava dalle grondaie! E non solo i bambini...tutti i vicini si sono precipitati per riempire i secchi d'acqua senza dover andar al pozzo..ecco la pioggia: che grande festa! E’ la speranza della vita che rinasce. Ora tutto cambia, in pochi giorni nei terreni qui attorno è rinata l'erba ed è un fermento per seminare! La strada secondaria che ci porta sulla ‘provinciale’ sempre in terra battuta, prima un saliscendi, ora in alcun punti è diventata una unica pozzanghera e percorrerla è un’avventura.


Nel periodo di Avvento la gente ha vissuto una vera attesa: le ultime settimane della stagione secca con i terreni aridi come distese di sabbia, le scorte di cibo quasi finite e il problema di dover guardare un po’ di prodotto per la semina, se si vuole mangiare il prossimo anno. Attesa vissuta nelle lunghe giornate afose, a “capinar” (zappare) con il volto rivolto verso il basso, a preparare quel terreno arido, come un guardare alla propria vita, alle proprie aridità, poi improvvisamente alzare gli occhi al cielo, la luce della stella, il canto gioioso degli angeli, la nuova Speranza, che fa rinascere la vita e la rinnova in tutti i suoi aspetti.  

In questa attesa è arrivato il nostro primo Natale africano. Un Natale semplice ed essenziale..niente luci o addobbi.. le giornate passavano tutte uguali, nessun segnale esteriore..solo il piccolo presepe di legno nella cappella delle suore, e così da un giorno all’altro ci siamo ritrovati alla Vigilia. Vivere il Natale qui ci ha permesso di riflettere anche su questo, sull’essenzialità..di riscoprire la bellezza della silenziosa e raccolta attesa della nascita di Gesù bambino in mezzo a noi. Nato anche qui, tra questo popolo, tra questa gente, nella loro povertà e semplicità. Che bello questo piccolo Gesù che nasce e condivide l’umanità di tutti i suoi figli. Ci siamo anche interrogati su che cosa significhi veramente Natale e Speranza, per questo popolo che vive una vita tanto dura tra povertà e fatiche. Ma la risposta non è semplice, né immediata soprattutto per noi che siamo arrivati da così poco tempo..

La Veglia di Natale l'abbiamo passata nella piccola comunità di Napajo. La messa iniziava alle diciotto, quindi poco prima del tramonto siamo partiti per arrivare con le ultime luci del giorno. Poche persone ci stavano aspettando, ma il rumore dell'auto le ha fatte accorrere tutte alla cappella. Abbiamo ricevuto una bella accoglienza con molti canti e dopo le presentazioni di rito dei responsabili e dell’equipe missionaria siamo entrati nella cappella di fango e paglia per iniziare la messa. L’atmosfera era molto raccolta, la poca luce veniva da due lampade a petrolio, ci sembrava di essere in quella santa capanna di Betlemme. E’ stata una bella celebrazione, molto festosa nel momento del Gloria: è nato il  Salvatore! Finita la Messa c’è stata un po’ di animazione con alcuni teatri organizzati dai giovani. I dialoghi erano in makua, ma la mimica, i gesti, i toni erano inequivocabili! Così abbiamo fatto un po’ di festa insieme a questa comunità sotto quel meraviglioso cielo stellato. Una bella sorpresa è stata quando abbiamo visto che il cellulare prendeva e così ne abbiamo approfittato per telefonare alle nostre famiglie e a don Silvano, il nostro parroco di Tregnago, e fare in diretta i nostri auguri di Buon Natale. E’ stato bello sentirci con le famiglie, con la nostra comunità, ci ha fatto sentire vicini!

Il giorno di Natale l’abbiamo passato nella comunità di S. Paolo Namiji, a voi il nome dirà poco, ma è stata la prima comunità che abbiamo visitato quando siamo arrivati in Mozambico a febbraio dell’anno scorso. Qui la festa è stata tripla perché si festeggiava il S. Natale, i battesimi dei bambini e la benedizione della nuova cappella. Anche qui le persone ci hanno accolto in maniera molto calorosa e tutta la celebrazione è stata un canto di gioia. E’ stato bello ritornare lì nel giorno del Natale, riconoscere i volti delle persone che ci avevano fatto una grande festa l’anno precedente, rivedere i responsabili della comunità e conoscere la famiglia di Amade, un larista di Memba.

Al pomeriggio, abbiamo ricevuto un regalo davvero speciale: dopo esser ritornati dalla comunità, stavamo andando alla casa delle suore per mettere il cellulare nella torretta delle comunicazioni per provare ad inviare e ricevere qualche sms di auguri.. e mentre stavamo attraversando rapidamente il “deserto” (il pezzettino di strada che và dalla casa dei padri a quella delle suore, che ora ha cambiato nome in “palude” per le pozzanghere) vediamo una persona che ci viene incontro, ci sembra di riconoscerla, e man mano che si avvicina il dubbio sparisce: è in nostro papà Arlindo, il responsabile delle famiglie della Parrocchia di Cavà, che è venuto a trovarci per portarci i suoi auguri di Natale. Ci siamo abbracciati forte, è stato un momento molto emozionante, era da più di tre mesi che non lo vedevamo. Con lui avevamo costruito una bella relazione, non possiamo dimenticare l’aiuto che ci aveva dato assieme a papa Salvatore nei mesi passati a Memba-Cavà, era stato come quello di un padre con i suoi figli. Ci siamo seduti sotto una fresca ombra davanti alla nostra casa e ci siamo raccontati un po’ di questi tre mesi. Dopo averci espresso la sua sofferenza per il nostro spostamento da Cavà a Namahaca, ha proseguito raccontandoci che per lui e la sua famiglia non era stato un periodo molto facile. Innanzitutto il recupero da quella sua operazione che dopo tanto tempo aveva finalmente deciso di affrontare facendoci operare dall’ernia..Purtroppo qui moltissime persone soffrono di ernia, soprattutto a causa delle durissime condizioni di lavoro e vita che li costringono a rimanere piegati per molte ore per lavorare la terra e caricare molti pesi..Fortunatamente papà Arlindo aveva deciso di farsi operare e la sua operazione era andata bene anche se non aveva ancora recuperato del tutto. Ma a provare duramente la sua famiglia era stata la perdita della casa a causa di un incendio accidentale quando lui si trovava a Nacala e la moglie a Memba. L’incendio aveva bruciato tutto! Con queste preoccupazioni il nostro papà Arlindo e mama Adelaide hanno affrontato il Natale. La speranza ora sono i loro figli che insieme li aiuteranno a ricominciare..a ricostruire nella stagione secca la nuova casa. Fortunatamente ci aggiunge Arlindo “avevo già seminato e la stagione promette bene così un po’ di cibo è assicurato..”. Nei suoi occhi e nelle sue parole abbiamo visto quella Speranza, quella profonda fede in Dio, quell’affidarsi senza remore..questa è la Speranza del Natale. E le sue parole, sono state parole di speranza anche per noi, speranza in questa nuova missione, in questo nuovo progetto a Namahaca.

Ma le sorprese non sono finite perché alla sera, grazie ai nostri mitici postini Lucia ed Emiliano da poco rientrati dall’Italia, abbiamo ricevuto degli altri regali che ci hanno scaldato il cuore: il video degli amici di Tregnago, le lettere di auguri e i disegni dei nostri nipotini! Grazie amici!! Il video è stato fortissimo!! Ci avete fatto sentire li con voi, rivedere persone care, conoscere i bimbi nati da poco come la piccola Mariele e i piccoli Gabriele e Mattia, e vedere come gli altri bimbi sono cresciuti come il piccolo grande Giovanni. Anche le lettere sono state inaspettate come anche i disegni dei nostri nipotini che abbiamo subito appeso!! Insomma nel cuore ci siamo sentiti un po’ a casa!

Dopo il Natale sono arrivati anche per noi alcuni giorni di riposo, e con tutta l’equipe siamo andati tre giorni a Pemba, una città nella provincia di Capo Delgado, che si trova sul mare, ospiti delle Pastorelle. Il luogo era davvero bello e l’accoglienza delle suore molto calorosa. Tre giorni per recuperare energia e per migliorare la nostra equipe condividendo un po’ di relax e chiacchiere, insomma una bella ricarica per iniziare bene l’anno. Prima di ritornare in missione siamo passati anche da Balama per salutare delle suore comboniane che erano state nella missione di Namahaca in passato.

Con l’inizio dell’anno nuovo abbiamo affrontato una serie di incontri “interni” d’equipe per un po’ di verifica, organizzazione della missione con la nostra presenza, e passaggio di consegne di pe Alessio che starà fuori per tre mesi per le sue meritate ferie. Oltre alle riunioni sono iniziate anche le attività, prima fra tutte la riapertura del lar femminile il 12 di gennaio. Dopo un po’ di preoccupazione iniziale perché sembrava che ci fossero poche iscritte, siamo arrivate ad accogliere 27 ragazze della 6° e 7° classe, la nostra 2° e 3° media. Le ragazze sono davvero belle, allegre ed entusiaste. Alcune di loro sono veterane, l’anno scorso frequentavano già vivevano nel lar, altre invece sono nuove. Lucia mi sta aiutando ad entrare e conoscere un po’ più da vicino l’organizzazione del lar, e devo dire che è organizzato molto bene! La mia presenza è principalmente al pomeriggio quando aiuto le ragazze, assieme e Lucia e mama Amida nei compiti per casa, ma anche il sabato mattina quando c’è la solenne preparazione del pane: mhhhh, che buono!

Il 27 di gennaio c’è stata l’apertura di un nuovo progetto di cui mi occupo in prima linea: è il progetto nutrizionale Mwana Mukumi (mwana significa bambino, mukumi significa sano). Non è un progetto che nasce dall’oggi al domani, ma ha radici lontane, è stato pensato in questi due anni da Lucia e dall’equipe di Namahaca che hanno seguito moltissimi casi di bambini malnutriti (con consegna di latte in polvere ai bambini segnalati dall’ospedale). Con l’apertura del centro nutrizionale si è pensato di incrementare il servizio con la preparazione di “multi-mistura” pappe per lo svezzamento di bambini. Le pappe vengono preparate con le mamme. L’obiettivo è quello di aiutare le mamme a divenire poco a poco autonome e di riuscire a preparare da sole in casa la pappa per il loro bimbo senza dover sempre dipendere dal centro. Per la pappa si usano solo ingredienti facilmente reperibili come la farina di miglio e di fagioli, le arachidi e le foglie di mandioca, ricche di ferro. Inoltre circa una volta al mese, è prevista la formazione data da un infermiere dell’ospedale su alcuni aspetti importanti come l’alimentazione, l’igiene e la salute dei bimbi. E’ un percorso di crescita che vogliamo fare assieme alle donne e in collaborazione con l’ospedale. Il giorno dell’inaugurazione, sono venute molte mamme, abbiamo invitato anche le autorità e la direttrice dell’ospedale per dare ufficialità al progetto. Le mamas presenti erano quelle che già erano accompagnate con la consegna del latte in polvere. Dopo una piccola presentazione circa gli obiettivi del progetto, abbiamo fatto una dimostrazione pratica di come si prepara la papinha, con ingredienti, dosi e quantità. E’ stato un giorno molto bello ed intenso, le mamme erano attente e molto interessate.

Oltre al lar, al centro nutrizionale, ci sono altri progetti attivi nella missione, come quello di microcredito, e il magazzino delle sementi. Ecco insomma, un nuovo anno, intenso per attività e progetti, programmazione pastorale parrocchiale ed incontri zonali e diocesani. Intenso anche per quanto riguarda le visite che dovremmo ricevere. Innanzitutto in questi giorni abbiamo ricevuto la prima visita dell’anno: don Mario Masina, il Vicario Generale della Diocesi di Verona.  E’ stata davvero una bella occasione di scambio, condivisione e conoscenza di noi missionari e della realtà missionaria e per noi per respirare una ventata della nostra Diocesi. A fine febbraio verranno a visitarci i nostri carissimi amici e testimoni Alessandra e Andrea, freschi sposi il prossimo 11 febbraio, passeranno con noi quindici giorni della loro luna di miele (a proposito, a noi hanno mandato l’invito anche per il pranzo, ma per alcuni problemi logistici non potremo esserci, se qualcuno si volesse infilare alla festa al posto nostro.. solo due, mi raccomando).  A metà marzo sarà la volta del CUM (centro unitario missionario) in visita ufficiale ai missionari italiani presenti in Mozambico. Saranno con noi a Namahaca per alcuni giorni, se non il direttore don Maurizio Cucculo, di sicuro don Sergio Marcazzani, storico direttore del CMD, e Paolo Annechini. Poi.. poi.. poi.. altre visite non ancora confermate, come quella dei nostri genitori a luglio e di un gruppo di giovani veronesi che si stanno organizzando con il Centro di Pastorale Giovanile e MGM, e se tutto va bene dovrebbero arrivare ad agosto… per quanti fossero interessati mettetevi in contatto con il CPG il prima possibile per avere tutte le informazioni.

Per il momento e tutto, qui Namahaca passo e chiudo!

Un abbraccio forte a tutti, a presto!!

Francesca e Nicolò