tag:blogger.com,1999:blog-10065755400336047962024-02-19T11:43:17.986+02:00Archivio - Missione NamahacaBlog di Nicolò e Francescamissionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.comBlogger26125tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-6849564196704592902013-09-11T20:35:00.000+02:002017-12-19T20:40:11.706+02:00L'estate a Namahaca<style type="text/css">P { margin-bottom: 0.21cm; }</style> <br /><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">A fine luglio abbiamo partecipato alla GMG non a Copacabana ma a Carapira. Non c'era l'oceano, ma la sabbia e le palme si, e soprattutto era presente il grande entusiasmo di quasi mille giovani arrivati dalle 22 parrocchie della nostra diocesi. Un weekend speciale con i giovani arrivati chi a piedi, chi in autobus, chi su un camioncino stracarico (<i>chapa</i>), e tutti in festa con <i>batuque</i> (tamburi) e stendardi per la grande festa. La nostra gmg è stata fatta all'interno della scuola industriale di Carapira, gestita dai Comboniani, nel grande piazzale tra la scuola e le officine-laboratori. </span><br /><br /><a name='more'></a><span style="font-size: small;"> </span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">La nostra equipe missionaria era al completo e in prima linea coinvolta per aiutare don Alessio, responsabile della pastorale giovanile diocesana aiutato da suor Giulia. Sr Ducilene e Maria Ines (brasiliane) erano dotate di gadgets e bandiere brasiliane per animare l'atmosfera. A Carapira abbiamo invaso la casa dei laici missionari comboniani, quattro giovani molto simpatici e molto attivi - Flavio (brasiliano), Liliana e Marcia (portoghesi), Beatriz (messicana) - facendola diventare il centro organizzativo dell'evento. Divertente è stato anche cercare di orientare la grande, vecchia e arrugginita parabola affinché ricevesse un segnale abbastanza buono dal satellite. La nostra (mia e di Flavio) è stata letteralmente una sintonia manuale: l'erba del giardino non ci permetteva una posizione stabile, Flavio alla tv dava i comandi: “più a destra”, “sinistra”, “fermo”, “indietro di poco” e io fuori ero il macchinista alle manovre: una simpatica avventura!</span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb3UsKJejFhx5OZ_USoqC2idBUsX-fKr87Ponk14AJtwOYvt9z666lVQPhVX7uWKNQTMp-vHRIxXjitTUpCiB4cbcGep2ZbUnT1DhPw8uyzu_zR3iJl27CLPxQqz8U6SyeOKPBste6wcQ/s1600/IMG_9117-1.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb3UsKJejFhx5OZ_USoqC2idBUsX-fKr87Ponk14AJtwOYvt9z666lVQPhVX7uWKNQTMp-vHRIxXjitTUpCiB4cbcGep2ZbUnT1DhPw8uyzu_zR3iJl27CLPxQqz8U6SyeOKPBste6wcQ/s320/IMG_9117-1.JPG" width="320" /></a></span></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: small;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDpNvJ2iyOSd29Z4euKamuyU2o-aC5OIdD9I0hlkE4SuHk8iJaLQPI2HTVxDlmU0HA8usayVZreAbNrp-sLhOj6n0WoAJjrjLhrFEJ7-bi111msZpdSnNzH0Gx4SNQGLpS-HisPvGiHGk/s1600/IMG_9054-1.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjDpNvJ2iyOSd29Z4euKamuyU2o-aC5OIdD9I0hlkE4SuHk8iJaLQPI2HTVxDlmU0HA8usayVZreAbNrp-sLhOj6n0WoAJjrjLhrFEJ7-bi111msZpdSnNzH0Gx4SNQGLpS-HisPvGiHGk/s320/IMG_9054-1.JPG" width="320" /></a></span></div><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Il sabato è stato dedicato ad una veglia di preghiera preceduta da una festa di accoglienza durante la quale ogni parrocchia si è presentata con canti e soprattutto balli. La nostra parrocchia di Namahaca, ha dato inizio alla polvere! (la polvere della danza, dell'entusiasmo, della gioia, della cultura Makua che si carica ballando).<span style="text-decoration: none;"> Le presentazioni sono state “calme”, fino a quella dei nostri</span><u></u><span style="text-decoration: none;">giovani, poi una volta risvegliato il ritmo della tradizione, è stato un susseguirsi di balli.</span><u> </u></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Alle 19 è iniziata la veglia di preghiera e adorazione Eucaristica davanti alla grande croce che in quest'anno della Fede sta passando in tutte le Parrocchie (sarà a Namahaca dal 29-9 al 13-10). Alle 23 è continuata la festa in attesa del collegamento via satellite con il Brasile, un grande momento per la maggioranza dei giovani (anche per noi che non lo avevamo mai sentito parlare) che non avevano ancora visto il Papa e nessuno di loro aveva mai partecipato alla gmg.</span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">E' stato emozionante partecipare, anche se solo alla tv alla veglia, tutti in silenzio, entusiasti, attenti a captare le parole di Papa Francesco, e che grande ovazione quando hanno inquadrato la bandiera del Mozambico! Il pensiero è andato a Odete, la giovane della nostra diocesi che è stata scelta per partecipare alla gmg in Brasile. Durante il collegamento molti giovani si sono addormentati, visto la stanchezza del viaggio e l'ora tarda! Finita la veglia, circa alle due di notte, qualcuno è salito sul palco e ha cominciato a suonare una chitarra, poi si è aggiunto un <i>batuque</i>, poi un altro e infine accorgendosi che c'era anche l'amplificatore la festa è ricominciata fino all'alba! Il giorno seguente, o meglio, al mattino della domenica, la gmg si è conclusa con la messa presieduta dal Vicario Generale, padre Atanasio.</span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">A Namahaca il fine settimana successivo ci aspettava l'evento dell'anno: il primo congresso parrocchiale delle donne (1-4 agosto). Ma proprio qualche giorno prima dell'inizio del congresso ci ha raggiunto una notizia che ci ha sconvolto, ovvero la morte improvvisa della nostra direttrice dell'ospedale di Namhaca, mama Albertina, a causa di un incidente stradale. Questa triste novità ha scosso tutta la comunità, noi missionari e l'intera zona! Mama Albertina, oltre a essere un'ottima direttrice, molto attenta e premurosa verso le necessità della gente, era una cristiana molto attiva in chiesa, tutte le domeniche era presente, cantava e animava il salmo assieme a mama Ilda, in prima linea per l'organizzazione e la promozione del congresso delle donne e particolarmente impegnata nella parte dell'animazione liturgica. Questa notizia ci ha davvero scosso e rattristato tutti. </span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Qualche giorno dopo, mentre una parte della nostra equipe missionaria si recava al funerale di Albertina, l'altra parte si preparava a dare inizio al congresso parrocchiale. I sentimenti di tutti erano davvero contrastanti, e l'entusiasmo era mitigato dalla profonda tristezza per l'improvvisa scomparsa di mama Albertina. <span style="font-family: Liberation Serif, serif;">Il primo giorno è stato molto commovente e significativo quando le mamãs hanno ricordato la loro amica e collega, dedicando a lei questo evento, come gratitudine del suo essere donna, madre, amica, umile e sorridente, premurosa e attiva in ogni ambito, dalla famiglia, al lavoro alla chiesa.</span></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Liberation Serif, serif; font-size: small;">Questo congresso è stato il frutto del congresso diocesano del 2012, la preparazione era in corso da un anno e con le mamãs avevamo formato una piccola commissione composta da sr Ducilene, io, pe Simone, mama Apina (la nostra animatrice parrocchiale e un gruppetto di altre mamãs responsabili dei vari settori: liturgia, accoglienza, infrastruttura, economia), che si doveva occupare di tematiche, logistica, pasti, finanziamento, iscrizioni, inviti, pubblicità e animazione. Non poteva mancare la capulana del congresso. Così assieme alla nostra mama Apina avevamo comprato uno stock di capulane in un magazzino di Nampula, tutte uguali per venderle e fare la cosiddetta </span><span style="font-family: Liberation Serif, serif; font-size: small;"><i>equipa </i></span><span style="font-family: Liberation Serif, serif; font-size: small;">(unendo utile a dilettevole, in quanto una parte del ricavato è servito per finanziare le spese). Un evento tutto dedicato alle donne riprendendo lo slogan del congresso diocesano dell'anno precedente: </span><span style="font-family: Liberation Serif, serif; font-size: small;"><i>Muthiyana ekove ya Muluku</i></span><span style="font-family: Liberation Serif, serif; font-size: small;">(donna volto di Dio)! E' stato un fine settimana molto speciale per le donne e anche per noi missionari, nonostante il cuore fosse rattristato dagli ultimi eventi accaduti.</span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Liberation Serif, serif; font-size: small;">Il tutto è cominciato il giovedì mattina con l'arrivo delle mamãs al centro parrocchiale. Ad accoglierle c'era il gruppetto di accoglienza che aveva preparato cartelloni, bandierine colorate, fiocchi, nastri e fiori per abbellire l'ambiente, ogni mamãs ha ricevuto una cartellina con del </span><span style="font-size: small;">materiale, già questo tipo di accoglienza per le nostre mamãs era il massimo! Al pomeriggio l'inizio ufficiale con presentazione e processione di apertura. I giorni seguenti si sono alternati vari momenti di formazione, preghiera e attività ricreative! Tra i temi che abbiamo condiviso con le mamãs c'erano: la figura della donna nella cultura Makua nel presente, passato e futuro, il volto femminile di Dio nelle Sacre Scritture, violenza domestica e traffico umano. Venerdì sera la processione e l'adorazione in chiesa mentre sabato sera la festa conclusiva con vari gruppetti di mamãs che hanno presentato canti, teatri e balli! La domenica la s. Messa di chiusura. L'attesa e l'emozione erano tanti soprattutto perché il gruppo di liturgia era da mesi che preparava la celebrazione con l'aiuto di Dario (un giovane molto attivo nella nostra comunità). Tutte le mamãs vestite e adornate con la stessa capulana (caratteristico nelle feste). Tutto era pronto! La messa è stata una festa animatissima e partecipatissima, c'erano più di 40 ballerine, tanto che nella processione d'entrata quando le prime sono arrivate all'altare, le ultime non erano ancora entrate in chiesa! Dopo la messa conclusione con il pranzo a base di riso e capretto. Ora l'impegno è per le mamãs che vi hanno partecipato, di ripetere e ripassare i temi in piccoli congressi zonali, riunendo le mamãs delle comunità per rafforzare e rianimare il ministero, in ogni zona della parrocchia. Per me passare quattro giorni assieme alle nostre mamãs è stata un'esperienza molto arricchente e unica in cui ho potuto condividere il loro entusiasmo, il loro esserci, la loro voglia di capire, di presentare le loro preoccupazioni..la loro spontaneità e <span style="font-family: Liberation Serif, serif;"><i>carinho </i></span><span style="font-family: Liberation Serif, serif;"><span style="font-style: normal;">(dolcezza, premura) nei miei confronti, la loro gioia nel sentirsi valorizzate (la donna non è abituata a sentirsi valorizzata, nonostante sia il pilastro della società!). </span></span></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">L'estate è tempo di visite, anche quest'anno è stato ricco. Ricevere visite è un po' come da bambini quando arrivava Santa Lucia. Arriva sempre qualche sorpresina da casa, un pezzo di grana o una bottiglia di recioto.. ma anche farmaci, sempre utili qui! Sono venute a trovaci prima Tamara (la sorella di don Alessio) e Antonia del centro missionario, che sono state con noi a luglio, poi ad agosto sono arrivati Giulia, Daria e Omar. È stata una bella occasione di scambio e di conoscenza reciproca. Non abbiamo fatto cose speciali, anzi abbiamo fatto vivere loro il nostro quotidiano, imprevisti inclusi, che qui non mancano mai! In questo quotidiano c'erano le visite ad alcune comunità, il rito di iniziazione cristiano per le ragazze, un weekend con i giovani della zona Xangani, celebrando una piccola gmg a livello zonale, diventata occasione per condividere danze, canti e teatri illuminati da una bellissima luna piena, e dormendo nella cappella della comunità. Condivisione della quotidianità anche in missione con le ragazze del lar, cantando assieme a loro, aiutandole nei compiti, preparando il pane e colorando qualche cartellone!</span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Il tempo delle visite è anche una occasione per noi missionari di fermarci, o rallentare il ritmo delle attività.. diventa occasione di scambio e condivisione, sederci con calma, e con calma, passeggiare nel <i>bairo</i>, visitare vicini e amici della comunità. Il giorno dell'Assunta, per esempio, avevamo deciso di portare i nostri giovani veronesi a visitare i nostri nonni: papà Abel e mam<span style="font-family: Liberation Serif, serif;">ã</span>Angelina, due anziani di Namahaca molto simpatici e che ci vogliono un sacco di bene. A causa dell'età si spostano poco, sopratutto Angelina con un problema al ginocchio. Hanno raccontato della loro vita e abbiamo scoperto che era il loro 68° anniversario di matrimonio. Quel giorno si sarebbe celebrata la messa a Namahaca, e quindi, siamo andati a prenderli con l'auto e come sposini li abbiamo accompagnati in chiesa per la messa. Si erano preparati con i vestiti della festa, erano i più felici del mondo! Questi momenti sono doni del Signore, e per noi incarnano le parole del vangelo che dicono che chi lascia la sua famiglia.. riceve il centuplo! Ed è proprio vero!</span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Abel e Angelina non sono gli unici nonni che abbiamo qui in missione, ne abbiamo tanti, tra cui mama Amina. Lei è paralitica, la sua storia è molto triste. E' una delle tante persone che ha sofferto negli anni ottanta il grande periodo della fame, una vera e propria carestia che non ha colpito solo Namahaca, anche Memba e molte altre zone. In quel periodo c'era la guerra e a rendere tutto peggiore c'è stato un periodo di secca in cui non ha piovuto. Non c'era niente, niente da mangiare. Difficile per noi europei immaginare una situazione terribile come questa, per lo meno per la nostra generazione. Proprio nel periodo in cui da noi c'era ancora il boom economico. Bene, proprio in questi anni qui in Mozambico molti nostri fratelli oltre a soffrire a causa della guerra civile, soffrirono carestie alimentari terribili. In quel periodo alcune persone hanno mangiato la mandioca che non era ancora matura e nonostante sapessero che era pericoloso mangiare quel tipo di mandioca, perché conteneva un veleno che con la maturazione si disperde, la fame era talmente tanta e c'era solo quello da mangiare, causando loro una paralisi più o meno grave a seconda di come siano riusciti a curarli. Molti nostri amici qui di Namahaca soffrono delle stesso problema: Diaz e i suoi fratelli, Sumana.. Ma ritorniamo alla nostra Amina, lei è vedova e nel 2011 è morta improvvisamente la figlia (di mal di testa, probabilmente malaria celebrale) lasciandole i suoi quattro figli, il più piccolo di un anno e la più grande di otto. Amina aveva un'altra figlia, la quale dopo qualche mese se ne va di casa, lasciando con la mamma i suoi due bambini piccoli. Immaginate questa povera donna, da sola, paralizzata alle gambe a dover accudire sei bambini. E' stata molto dura per lei ma grazie alla Provvidenza del Signore c'è riuscita. L'anno scorso è tornata la figlia, quella che se n'era andata, con un nuovo bimbo e senza marito, sembra sia stata lasciata. Ora vive con la mamma e sta contribuendo in parte per le necessità della famiglia. La nostra Amina è sempre presente in chiesa, lei e i bambini più grandi. Amina è una donna piccolina, magrissima, riesce a camminare sostenuta da due bastoni e ha sempre il sorriso stampato in volto come un dono speciale del Signore! Qualche tempo fa, sapendo che Nicolò stava male, è venuta a casa nostra e mi ha lasciato un piccolo fagottino di <i>capulana</i> (il panno che usano le donne), dicendomi che era per lui, e gli augurava di rimettersi presto. E' stata dura accettare, sapendo che dentro c'era sicuramente qualcosa da mangiare. Ma per l'africano il dono, l'offerta è qualcosa di sacro a cui non si può rinunciare, sarebbe stata un'offesa. Quando abbiamo aperto quel fagottino dentro c'era il suo tutto, un uovo e delle arachidi. Ci siamo commossi. Questi gesti di generosità ci lasciano senza parole e ci insegnano tante cose! Qui le persone sono proprio così, quando offrono qualcosa, offrono il loro tutto!</span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Siamo già a metà settembre, il tempo ci sta sfuggendo! Abbiamo tante attività in programma. La prima il “passeio”, la gita del lar che sarà nel weekend! Stiamo ultimando le prove dell'attività culturale che presenteremo alla scuola femminile di Nacala, quest'anno il tema della giornata sarà sul traffico umano. Purtroppo è un problema molto diffuso qui in Mozambico, nelle sue varie forme! E' stato molto utile affrontare e sviluppare questo tema delicato sotto forma di attività culturale, da subito le ragazzine si sono dimostrate attente e non hanno preso alla leggera la tematica. Di loro spontanea volontà hanno preparato un teatro molto interessante, facendomi intuire che quello di cui parlavamo non era una novità! Tutti i pomeriggi ci sono le prove per la rappresentazione di sabato, si è formata un'equipe molto attiva, al mio fianco sr Maria Ines, mam<span style="font-family: Liberation Serif, serif;"><span style="background: none repeat scroll 0% 0% transparent;">ã</span></span>Amida e non poteva mancare anche quest'anno il nostro <i>titio</i>(zio) Rosario (il nostro maestro di canto e ballo!) con la sua pazienza e creatività! Entusiasmo e aspettative sono alle stelle!</span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Al 22 di settembre ci sarà il passaggio di consegne ufficiale della direzione del lar a sr Maria Ines. Sarà duro, perché per noi il lar è la nostra famiglia, le ragazzine le nostre figlie, ma è una scelta necessaria per permettere alla nuova direttrice di entrare ufficialmente alla presenza di tutti gli incaricati delle bambine, e a me di staccarmi progressivamente, cominciando una nuova fase, quella dei saluti. E' difficile pensare al rientro, pensare che questa bellissima e intensa parte di vita vissuta e condivisa come famiglia qui in missione si sta concludendo, e come si dice partire è un poco morire. Sarà dura! Ci affidiamo alle vostre preghiere. </span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Per ora, siamo ancora ben animati dall'entusiasmo delle prossime attività in vista!</span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Un forte abbraccio a tutti, </span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">a presto,</span></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Franci e Nico</span></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-29563081023534615602013-07-27T11:38:00.000+02:002017-12-19T20:40:11.743+02:00A SEMPLICIDADE DO DIA A DIASalama?! Ciao a tutti!<br />Vi state godendo il caldo africano?! <br />Per noi è pieno inverno! E questa temperatura temperata è ottima, ci permette di riposare un po' dall'umidità e dalle zanzare.<br />Ci eravamo salutati a Pasqua, e il periodo pasquale è stato denso di celebrazioni speciali, con la festa per i sacramenti. Sacramenti vissuti pienamente dalle persone che partecipano per tre anni alla catechesi prima di poter ricevere il loro battesimo e prima comunione e a volte anche celebrare il matrimonio nello stesso giorno. Il matrimonio è una data importante per la loro vita e per quella delle loro comunità perché una nuova famiglia cristiana dà speranza alla comunità di potersi allargare e rinforzare. Se per le comunità più lontane dalla strada, dall'energia elettrica, dal cellulare, e dove solo un debole segnale della radio arriva, le celebrazioni sono vissute con più semplicità, abiti semplici per gli sposi (capulana per la sposa, e una nuova maglietta per lo sposo), a volte un anello di plastica come fede, la partecipazione si sente più forte E più viva.. dall'altro in alcune comunità con l'energia, dove si assiste alla tv, le celebrazioni hanno un che di occidentale, con la sposa in “abito” bianco, una fede con tanto di cuore e scritta “love”. Sarò un po' fuori moda, ma preferisco la realtà del mato (del campo) dove la tradizione è ancora forte, dove le modernità faticano ancora ad entrare, dove tutto è più autentico (e dove noi missionari brontoloni ci lamentiamo che non ci sia niente, una strada per arrivare, un debole segnale del cellulare).<br /> Un mondo a due velocità, lo respiriamo nel nostro orto, la nostra parrocchia, ma se alziamo gli occhi, ampliamo lo sguardo attorno, questo è niente, la fuori le differenze sono molto più grandi, sono paradossi che fanno male ( di questo ne parleremo nel prossimo post).<br /><br /><a name='more'></a>Insieme ai sacramenti c'era anche l'elezione del nuovo animatore parrocchiale. L'animatore è il parrocchiano con l'incarico più importante di tutta la parrocchia, è l'anello di congiunzione tra l'equipe missionaria e le persone e viceversa, è il responsabile, l'anziano (saggio) di tutta la comunità parrocchiale, per noi missionari è il mediatore culturale, è lui che ci aiuta e ci consiglia. Per i parrocchiani è un punto di riferimento e una sicurezza. Si capisce che il ruolo dell'animatore non può essere affidato ad una persona qualsiasi, per questo l'elezione del nuovo è cominciata all'inizio dell'anno, con la presentazione da parte di ciascuna zona della parrocchia (dieci zone) di un candidato. A seguire sono cominciate le elezioni: ogni settimana, in una zona diversa della parrocchia, una delegazione del consiglio pastorale presentava i dieci candidati all'assemblea dei cristiani di quella zona e poi si votava. Ogni cristiano entrava nella cappella con il suo pezzettino di carta e lo depositava nel piatto con la foto del candidato che desiderava votare. Conclusa la staffetta delle votazioni nelle varie zone è arrivata la fase di valutazione dei tre finalisti da parte dell'equipe missionaria.. e alla fine il verdetto: habemus animatore! Silvano Evajo!<br /><br />Per il nuovo animatore che entra, il vecchio, anzi l'emerito, come scherzosamente l'abbiamo chiamato noi, lascia. Fernando ritorna ad essere un cristiano 'semplice' dopo aver terminato il suo incarico di sei anni, continuerà ad aiutare negli incontri come formatore. Ci mancherà la sua presenza allegra e scherzosa nelle varie riunioni. Ora si sta godendo il meritato riposo, aiutando sua moglie con il suo ultimo figlio appena nato: Francesco, in onore del nuovo Papa!<br />Possiamo dire che lo Spirito Santo ha soffiato bene anche nelle scelta di Silvano, con un carattere in parte diverso da Fernando, me allo stesso modo riconosciuto sin dall'inizio come autorità da parte di tutti. Certo ancora è presto per dirlo, ma si percepisce che è una persona molto umile e sapiente, e come abbiamo capito da come parla della sua famiglia e dei sui sette figli, molto attento alla loro educazione.. Sarà una bella camminata anche con lui! <br />L'assunzione dell'incarico, come dicono qui la tomada de posse ufficiale in parrocchia, è stata il 19 di maggio, festa di Pentecoste. La nostra chiesa parrocchiale era piena, la cerimonia è stata molto partecipata e il clima festoso era contagiante. Tutti i rappresentanti delle zone hanno animato la liturgia e preparato l'offertorio per il nuovo responsabile: banane, arachidi, delle pannocchie, qualche moneta, quaderni, penne, un cellulare e una bicicletta. Silvano, seduto sull'altare vicino a don Simone e don Alessio era visibilmente emozionato e felice. Accanto a lui, sua moglie anche lei molto emozionata. Durante la celebrazione c'è stato l'assunzione dell'incarico e l'invio ufficiale come nuovo animatore parocchiale, elulu e tamburi in festa!<br /><br />In questi mesi sono proseguite le attività pastorali, gli incontri dei vari ministeri in cui siamo impegnati a fianco dei padri e delle suore. Negli incontri, quest'anno focalizzati sull'anno della fede, è bello ritrovarsi con gli animatori che poco a poco diventano sempre più familiari. Se all'inizio, facevo molta confusione con volti e nomi, ora è diverso, le persone hanno una storia, una famiglia, una comunità, si è percorsi un pezzettino di strada insieme, il reincontrarsi lo scambiarsi qualche battuta in macua, ti fa sentire integrato. Le loro gioie (come ad esempio per la nascita di un figlio, per la celebrazione di un rito, di un sacramento) e le loro preoccupazioni assumo peso e significato anche per noi che ci sentiamo sempre più parte di questa famiglia. Ma quanta strada ancora da fare!! <br />E tra un'incontro e l'altro sono (Nicolò) stato impegnato nella manutenzione della casa delle suore, ovvero la ricostruzione della soletta (l'anno scorso ne era caduto un pezzo a causa delle infiltrazioni d'acqua dal tetto) e sistemare qua e la tutto quello che c'era da fare.. e già che si doveva distruggere il soffitto si è pensato di semplificare e rifare l'impianto elettrico, anche quello aveva bisogno di una sistemata. E' stata una bella esperienza coordinare i lavori con nove amici, i lavoratori di fiducia della missione: Paolino, Alì, Mauricio e Pedro, i guardiani Cassimo e Carlos, il vicino di casa Dario (che è anche una colonna dell'animazione della comunità) e i nuovi Fernao e Juma. Certo non posso nascondere che all'inizio è stato complicato gestire il gruppo perchè hanno un loro modo di lavorare e progettare (o non progettare) i lavori, con i ritmi tipicamente africani, ma vakhani vakhani (poco a poco) si è formata un' equipe di lavoro, una bella squadra che ha preso un buon ritmo e ha creato un clima positivo e costruttivo..e dopo due mesi passati insieme, tutti i giorni tutto il giorno, si è creata una bella sintonia! Finiti i lavori mi sentivo un pò solo nell'affrontare le attività del giorno...ci ha pensato l'imprevisto a farmi riprendere: mentre stavo ultimando l'impianto elettrico, uno dei regolatori di carica dei pannelli solari comincia a fumare, il tipo di odore da componenti elettroniche bruciate, mentre le suore stavano entrando in casa..una situazione non delle migliori! Fortunatamente ora sembra tutto risolto. Certo qui si impara a essere il tutto fare, ma soprattutto dà sicurezza poter contare su alcune persone che in caso di emergenze sono pronte ad aiutare.<br /><br />Sta proseguendo anche l'attività del microcredito, nel quale sono impegnato a fianco di don Alessio. In questi mesi, con la collaborazione di una Ong che lavora a Nampula, abbiamo organizzato un breve corso di formazione sulla gestione del denaro e su come avviare e gestire una piccola attività commerciale, sperando che questa formazione possa aprire qualche porta in più...Quest'anno abbiamo due gruppi di partecipanti, quelli del primo anno, che ricevono un prestito di 25 € (questo valore per loro è un grande prestito), ai quali, oltre alla restituzione del valore, si è chiesto di adempiere ad alcune condizioni per il beneficio e il miglioramento delle condizioni di tutta la famiglia: ovvero mandare tutti i figli a scuola, fare i documenti per i figli, accompagnare la moglie a partorire all'ospedale e migliorare le condizioni igienico sanitarie della casa costruendo una latrina; per i partecipanti del secondo anno, ovvero quelli che hanno restituito il primo prestito e che hanno ricevuto 50€ per il seconodo anno, la condizione posta era la costruzione di un piccolo magazzino delle sementi, per non dover comprare la semente nel tempo della semina spendendo così gran parte del prestito ricevuto. Normalmente le sementi vengono conservate in casa dentro alcuni sacchi, ma il pericolo dei topi è sempre grande per le persone che vivono in case di fango e paglia. Qualcuno si assicura alla protezione di un gatto nella stanza-magazzino, in ogni caso il gatto non può fare nulla contro gli insetti che si formano naturalmente nelle arachidi, fagioli e polenta.. per questo, nelle formazioni, stiamo insistendo perché i partecipanti del progetto facciano un magazzino sicuro per preservarsi dalle speculazioni economiche del tempo della semina e allo stesso modo beneficiare meglio del proprio prodotto. Alcuni di loro si sono ben organizzati costruendo una piccola casa-magazzino: una specie di palafitta con pavimento sempre di matope (fango) ma rinforzato, con un pò di cemento, una piccola porta per entrare e dentro i sacchi; altri si affidano a 'pesticidi' che mettono nei sacchi, altri in grandi pentole di terra cotta, che vengono poi chiuse con fango. Un'idea molto interessante è fare dei contenitori con la corteccia di un particolare albero chiuso alle estremità sempre con fango seccato. È bello vedere che noi non siamo venuti ad insegnare niente, che già le persone sanno come fare! Solo che a volte non danno la giusta importanza alle sementi pensando al futuro. Il nostro obiettivo è quello di incentivare l'autostima, il saper farcela con le proprie forze. È bastato porre come condizione, per la continuazione del progetto, la costruzione di un piccolo magazzino per fare in modo che si organizzassero chi da soli chi in gruppo con piccoli cambiamenti. Certo è una camminata lenta, tra i molti partecipanti quelli che sono riusciti a fare il magazzino sono pochi, ma anche per quei pochi ne vale la pena.<br />E' ancora presto per fare il bilancio dell'attività, quest'anno c'è stato il problema della scarsità di pioggia, come ci si poteva aspettare i raccolti ne hanno risentito molto soprattutto la polenta e i fagioli, per cui sicuramente non tutti riusciranno a restituire il prestito. Vedremo. Il prossimo passo che ci aspetta sarà quello di proporre ai beneficiari del progetto di immagazzinare le sementi senza la buccia per occupare meno spazio, ma soprattutto per scegliere i chicchi migliori da usare come semente per l'anno successivo.<br />E' molto interessante andare a visitare le machambe (campi) e i magazzini dei partecipanti, conversare con loro, aiuta a capire tante cose che sono lontane dalle teorie che spesso ci ingabbiano e danno soluzioni facili ai problemi di questa persone. Più resto qua e più mi rendo conto che bisogna vivere qua per capire, vivere a contatto con le persone, provare a mettersi nella loro prospettiva, provare a guardare dentro la loro cultura, anche se non è facile, è una sfida continua, ma poco a poco a piccoli passi!<br /><br /><br />Nell'ultimo post vi parlavamo della scarsità di pioggia di quest'anno, come ci si poteva aspettare i raccolti ne hanno risentito molto, e i prezzi anche!! La pioggia caduta solo a gennaio, è ricomparsa nel mese di aprile per una settimana, quando le arachidi erano quasi pronte, questo ha creato un problema in quanto per evitare che cominciassero a germinare si sono dovute raccogliere prima che fossero completamente pronte per il raccolto.. il risultato: chicchi piccoli e prezzo basso..ma è tornata troppo tardi anche per il mais e i fagioli che hanno prodotto poco o niente. <br /><br />Eccomi qua ci sono anch'io (Francesca)! Con tante cose da raccontarvi, in primis aggiornarvi sull'attività del lar con le nostre 27 ragazzine! In questo secondo trimestre è proseguito il loro ambientamento nel lar, che ora sentono davvero come casa. Assieme allo studio si sono dedicate alla raccolta e stoccaggio dei prodotti della loro machamba: arachidi, mais e fagioli. Quest'anno la machamba ha prodotto molto poco a causa delle piogge che non sono arrivate. Comunque siamo riusciti a comprare il prodotto mancante qua e la e il magazzino alimentare è al completo fino al prossimo anno.<br />Il bilancio di questo trimestre è molto positivo, le ragazzine si sono integrate bene, quelle che all'ingresso non sapevano leggere e scrivere in portoghese (nonostante avessero già fatto 5 anni di scuola!!!) hanno fatto grandi progressi, grazie ai pomeriggi di studio obbligatorio nel lar. Anche le bambine più piccoline di quinta si sono integrate benissimo e sono le più cooperative nei vari lavori di gruppo. Loro hanno sofferto un po' di più dal punto di vista della salute, prendendo varie malarie..speriamo vada meglio in questo ultimo trimestre! E' andata bene anche sul fronte dei pericoli che sempre sono in agguato: scottature in cucina, pericoli vari quando vanno a prendere la legna nei campi (serpenti, cadute accidentali, ferite..), o quando sono nella machamba ma tutto è andato per il verso giusto. <br />La settimana scorsa le bambine sono andate a casa per due settimane di vacanze, che servono anche a noi per ricaricare le batterie e pensare alle attività per il prossimo periodo. In questo trimestre suor Maria Ines ha fatto il suo ingresso nel lar ed ha iniziato a conoscere meglio le regazzine e la mamã Amida, con la nuova irmã si sta creando una bella sintonia. La sua semplicità e la passione per la musica le hanno permesso di rompere subito il ghiaccio con le bambine e accattivarsi il loro entusiasmo. La musica è una componente molto importante nei nostri amici africani, è una passione, è una cura nei momenti di tristezza e dolore, è fondamentale nei momenti di festa, è coinvolgente al punto tale che quando si canta e balla ci si dimentica perfino dei crampi della fame o della sete. La musica è vitale! Dopo questa premessa immaginate la festa delle bambine quando hanno ricevuto due batuque (tamburi) nuovi poco prima della fine del trimestre. Era dall'anno scorso che i batuque erano fuori uso. Per sistemarli avevamo bisogno della pelle di un capretto, e ne abbiamo approfittato di quello che è stato cucinato per la festa del nostro nuovo animatore parrocchiale. I due tamburi nuovi sono stati inaugurati all'arrivo delle visite: Antonia e Tamara (la sorella di pe Alessio) a fine giugno. <br />In queste trimestre non sono mancate le feste, come quella del primo di giugno: festa della criança (bambini), è paragonabile alla nostra S. Lucia, quando i bambini attendono in trepidazione l'arrivo della santa con i doni. La trepidazione e l'entusiasmo per la festa sono gli stessi, i bambini ricevono dai genitori un semplice regalo: una maglietta, un paio di scarpe, qualcosa di speciale da mangiare, una saponetta. A scuola si fa festa, e per l'occasione vengono organizzati vari gruppi di alunni che preparano canti e balli. E anche nel lar non poteva mancare la festa, quest'anno con una sorpresa in più: l'equipa di capulana (il tessuto africano che le donne usano come gonna). Per l'occasione abbiamo comprato per le bambine una capulana, una per ciascuna ma tutte uguali, per fare la cosiddetta equipa del lar. Assieme alla musica, la capulana è un altro elemento caratteristico (per le donne) che non può mancare nelle feste! La preparazione della festa della criança comincia già qualche giorno prima (sia nel lar che a scuola, dove per quasi una settimana non ci sono più lezioni per i preparativi della festa), le bambine cominciano a farsi le treccine (delle vere opere d'arte), usano le perline nei capelli, fanno l'ensaio (prove di canto). Tutto deve essere ben preparato. La vigilia, nessuna dorme, è un canto continuo, alla mattina l'agitazione è alle stelle: prestissimo cominciano a vestirsi, sistemarsi i capelli con elastici, mollettine, perline, smalto colorato nelle mani. E' una festa! La mama del lar prepara il pranzo per l'occasione: spaghetti e gallina!!non può mancare bolo e sumo (dolce e succo)! Alla mattina tutte a scuola per la festa, al pomeriggio l'allegria continua nel lar, con tombola e video! Ora un po' di riposo per le vacanze, ma con ancora tante cose da pensare e organizzare assieme alle ragazzine, la più importante: la gita!! La più attesa perché molte di loro non sono mai andate in città.. immaginate la gioia quando hanno saputo che le porteremo a Nacala e alla Ilha di Moçambique! <br /><br />A fine giugno abbiamo ricevuto la visita di Antonia e Tamara. E' stato bell averle con noi, respirare un po' di aria veronese per matar saudade e allo stesso tempo condividere un po' della comunità e dell'esperienza missionaria con loro. Adesso ci prepariamo a ricevere un gruppetto di giovani che arriveranno ad agosto! Anche per la gente di qua è un'allegria ricevere visite, vedere volti nuovi, conoscere i famigliari dei missionari..e la loro accoglienza è sempre molto calorosa e premurosa!<br /><br />Ci siamo allungati un po'..nel prossimo post vi aggiorneremo sulla pastorale di giustizia e pace e la situazione legata alla terra. <br />Ora ci aspettano due bei fine settimana: oggi e domani ci prepariamo a vivere assieme ai giovani della nostra parrocchia una piccola GMG diocesana dove parteciperanno circa mille giovani!!!E il prossimo fine settimana, a partire da giovedi ci sarà qui a Namahaca il congresso parrocchiale delle donne!!<br /><br /><br />Mpaka nihiko nikina, alla prossima!<br />un abbraccio forte, <br />Nicolò e Francesca<br /><br /><br /><br />PS la prossima settimana proveremo a caricare qualche foto!missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-73018860580139187982013-04-12T08:48:00.000+02:002017-12-19T20:40:11.770+02:00Mozambico. I macùa, vivere in armonia<style type="text/css">P { margin-bottom: 0.21cm; }</style> <br /><div style="margin-bottom: 0cm;">Salama!? </div><div style="margin-bottom: 0cm;">Ecco un articolo che abbiamo trovato su <a href="http://www.misna.org/culture/mozambico-i-macua-vivere-in-armonia-10-04-2013-813.html">Misna</a> sulla cultura dei nostri amici macua. Abbiamo pensato di condividerlo! </div><div style="margin-bottom: 0cm;"><br /></div><div class="entryArticolo"><b>I macùa sono il gruppo etnico più numeroso del Mozambico. Alcuni tratti culturali di questo popolo.</b><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEgZFmzn_xY1uy_ZJubqLG6xoJFflbMX33fWaJJaY6SVLa0jNxSyBGmLT7Cm6lJ6wszje6RtrkbGWYgvhdknRDuYWfsVmLLRw3RAGF7DpbwLsC7wkwB-qOwJVKMweQanxu1FQjcC82X7U_BL=" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEgZFmzn_xY1uy_ZJubqLG6xoJFflbMX33fWaJJaY6SVLa0jNxSyBGmLT7Cm6lJ6wszje6RtrkbGWYgvhdknRDuYWfsVmLLRw3RAGF7DpbwLsC7wkwB-qOwJVKMweQanxu1FQjcC82X7U_BL=" /></a></div>La regione abitata dai macùa copre una superficie di circa 200.000 kmq confina a nord, verso la Tanzania, con il territorio dei maconde, a ovest con il lago Malawi, che la separa dal Malawi e a est si affaccia sull’oceano Indiano per oltre 600 km di costa. A sud arriva quasi fino alla città di Quelimane, abitata dall’etnia <i>chuabo</i> cugini dei <i>macùa</i>. Tutta questa vasta regione è interessata dall’azione dei monsoni che cominciando a soffiare in ottobre dall’oceano Indiano, carichi di umidità, danno inizio alla stagione delle piogge, chiamata <i>eyira</i>. Sugli altipiani dell’interno – Alta Zambezia, Alto Niassa – piove abbondantemente in novembre; lungo la costa, in dicembre. Le piogge vengono invocate con sacrifici propiziatori e sono viste come segno concreto della benedizione di Dio. È scontato per i <i>macùa</i> vedere Dio come colui che somministra la pioggia. I <i>macùa </i>sono circa 4.000.000 e costituiscono il gruppo etnico più numeroso del Mozambico.<br /><a name='more'></a><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEh5d-Ww2Q_qPH3QdI3pHu15EFrJqgDa4LtWyiN5BSTSYX7KBlighmMBLVXZrEF-iv1hY3DjLGa9lSsfOo7SDwkAlHdn2AxdrxuaWte2D15BfLd226SIC2QFNcqpRIMFsfAA7spAILW7-1fm=" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEh5d-Ww2Q_qPH3QdI3pHu15EFrJqgDa4LtWyiN5BSTSYX7KBlighmMBLVXZrEF-iv1hY3DjLGa9lSsfOo7SDwkAlHdn2AxdrxuaWte2D15BfLd226SIC2QFNcqpRIMFsfAA7spAILW7-1fm=" /></a></div>La società macùa è di tipo matriarcale. Il <i>nihimo</i> (clan, stirpe) è una comunità composta dalla madre (detta <i>pyamwene</i>), figli, nipoti, pronipoti e altri discendenti dei due sessi, ma secondo la linea femminile. Le donne e gli uomini sono portatori dello stesso “patrimonio” èreditato da un comune antenato, ma solo le donne hanno la capacità e il privilegio di trasmetterlo ai figli. Il <i>nihimo</i> è un’entità quasi mistica e permanente che unisce tutti coloro che discendono da una madre originaria e associa vivi e morti in una stessa comunità. Con la nascita ogni individuo, uomo o donna, viene integrato in un <i>nihimo</i>, cui appartiene per diritto. Tutti gli individui di uno stesso <i>nihimo </i>si considerano perciò parenti. L’individuo è immerso nel suo gruppo clanico, plasmato dal <i>nihimo </i>di cui fa parte e non può sbarazzarsene. I figli appartengono al <i>nihimo</i> della madre. L’uomo appare come colui che ha il compito di generare individui in un <i>nihimo</i> e niente di più. Ogni <i>nihimo</i> si rifà ad un antenato-capostipite. ll <i>mwene</i> è capo del <i>nihimo</i> e viene scelto secondo la discendenza collaterale femminile.<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjESa_kM5VzAU1wQEzxLNm6j0_41-xlzvcdC7vev4awColpsghAFR3akESjsuyKw0fgRBPWdWEwkz_piecVIdv3m9fH2Uxin_O1rlDCmjF1ZQoEJg3wtuip1EPTMV_4cDcRc6v7AtxiFkGK=" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjESa_kM5VzAU1wQEzxLNm6j0_41-xlzvcdC7vev4awColpsghAFR3akESjsuyKw0fgRBPWdWEwkz_piecVIdv3m9fH2Uxin_O1rlDCmjF1ZQoEJg3wtuip1EPTMV_4cDcRc6v7AtxiFkGK=" /></a></div>Nella società macùa ognuno sa quello che deve fare. L’uomo ha i suoi incarichi: costruire la casa, andare a caccia, disboscare, commerciare i prodotti del campo; la donna deve cercare l’erba per il tetto, custodire i bambini, cucinare, coltivare la terra. Sembra che i lavori più pesanti siano degli uomini ma in realtà gli uomini lavorano meno. È la donna la più oberata. I figli sono accolti con gioia. La loro mancanza è una delle cause più frequenti di divorzio. Parecchi tabù da rispettare (<i>mwikho</i>) accompagnano il concepimento e la nascita. Durante la gravidanza la madre non può mangiare determinati cibi, poiché pregiudicherebbero lo sviluppo normale del nascituro. L’integrazione del bambino nella società avviene con l’iniziazione, tra i 5 e i 12 anni. Anticamente durava mesi e comportava un insieme di riti, nel corso dei quali il giovane moriva e nasceva l’adulto. Erano previste varie prove fisiche: fame, freddo, battiture (fino allora non gli si era torto un capello per nessuna ragione al mondo), umiliazioni. L’iniziando veniva introdotto nei segreti della vita: cosa fare in caso di malattia, come seppellire i morti. Insomma, era una vera scuola della vita. <br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjYv7FtFbbuE2NJeqVIqM2fqwV0cd5yOIyWVXDAO3_Uxh3m8lXQljZoD7CyJsgoiGfBfcV8cVcyNsLj3XPKMgVUsmjD2B_dwiArKDCM3zvbIX1HqLaJy1QaGCpETqKLE-cENi_GOZwEbDHQ=" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjYv7FtFbbuE2NJeqVIqM2fqwV0cd5yOIyWVXDAO3_Uxh3m8lXQljZoD7CyJsgoiGfBfcV8cVcyNsLj3XPKMgVUsmjD2B_dwiArKDCM3zvbIX1HqLaJy1QaGCpETqKLE-cENi_GOZwEbDHQ=" /></a></div>Gli anziani sono rispettati e visti come i depositari della saggezza e della tradizione. Davanti a loro i<br />giovani tacciono. L’anziano è ancora una garanzia e un punto di riferimento. E oggetto di timore reverenziale e si ha paura che dopo morto possa vendicarsi e causare disgrazie.<br />In genere il macùa è sereno di fronte alla morte. Amante della vita, egli accetta con naturalezza la morte. Ha paura di star male, non di morire. <i>Okhwa orowa</i>; morire è andare. Dove? nel mondo degli spiriti, che vagano per i boschi, soprattutto presso i baobab oppure negli antri delle montagne. E viva l’idea di sopravvivenza, soprattutto di comunione e di comunicazione tra il mondo dei vivi e quello degli antenati. Anzi essi sono più potenti dei vivi: possono dare la salute, la pioggia o anche negarla, se sono trattati male, o quando chiedono, in sogno o attraverso I’indovino, qualche sacrificio.<br /><br /><b>Il senso religioso</b><br />Il mondo religioso macùa abbraccia tutto il cosmo. Il macùa vive in un universo popolato di esseri materiali e spirituali, che formano un’unica realtà, da cui l’uomo non si distingue adeguatamente perché vive in simbiosi con la natura. Egli crede che ci sia qualcuno che dispone tutte le cose perché vadano come vanno.<br />Questo è il significato che soggiace in moltissime affermazioni che il macùa fa su Dio.<br /><i>Muluku ohavo</i>: Dio c’è.<br /><i>Muluku t’onnikumiha nsuwa</i> : Dio fa sorgere il sole.<br /><i>Muluku t’onnirupiha epula</i> : Dio fa cadere la pioggia.<br /><i>Muluku otthunne siso</i> : Dio ha voluto così.<br /><i>Muluku mutthu</i>: Dio è persona.<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjyXmLy7e7qz8mbk9yehJ7XeUME3IamLaoojQ7V77iGWn5XGZathsusgC77pq69OyJ73dH86bpfxTma5_Yi11l8whZ-6_eXpi84Pp1ZTkGQCtL61qfUV-gF3jxcs752uP8_jBUUnBifMbvP=" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjyXmLy7e7qz8mbk9yehJ7XeUME3IamLaoojQ7V77iGWn5XGZathsusgC77pq69OyJ73dH86bpfxTma5_Yi11l8whZ-6_eXpi84Pp1ZTkGQCtL61qfUV-gF3jxcs752uP8_jBUUnBifMbvP=" /></a></div>Da queste frasi appare un Dio personale, creatore, onnipotente o addirittura provvidente <i>(nanwara sothala Muluku onnimona</i> : Dio ‘vede’, chi è povero). Una persona scampa da un pericolo? esclama: Dio c’è. Ha un buon raccolto? dice: Dio mi ha benedetto. Gli capita una disgrazia? dice: Dio mi ha voltato le spalle. Sono tutte espressioni che equivalgono a dire: “sono fortunato” oppure sono “sfortunato”. Dire ho trovato Dio equivale a dire: “ho trovato la buona sorte”.<br />Più che il desiderio di parlare, conoscere, vivere in comunione con Dio, c’è la preoccupazione di ottenere salute, cibo, pioggia e siccome di questi valori il macùa non ha il dominio, chiama in causa Dio, o meglio i suoi intermediari, perché lo aiutino.<br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEhBuK2oCdWisRwvp8zGVIYmpOePYfRVXlgHi9Pd5_h2M6b8BizfF3fOszTOFCBBzZxe_zMz4iocc7UNHhugRrHpux2GR1obBl0-8pw-aryopLxCw3wa82hRctJrxyccnlP0tI7_LIizPNou=" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEhBuK2oCdWisRwvp8zGVIYmpOePYfRVXlgHi9Pd5_h2M6b8BizfF3fOszTOFCBBzZxe_zMz4iocc7UNHhugRrHpux2GR1obBl0-8pw-aryopLxCw3wa82hRctJrxyccnlP0tI7_LIizPNou=" /></a></div>L’atteggiamento dell’uomo nei confronti di Dio potrebbe essere paragonato un po’ ad una nave che attraversa il mare: sta a galla, avanza e basta. Non si sente in dovere di ringraziare il mare su cui naviga: Dio è qualcosa di sicuro e indefettibile.<br />Un anziano macùa ricordava espressamente che la terra è la moglie di Dio e la pioggia è il seme di Dio che feconda la terra perché produca l’erba e i frutti. Il tuono è la voce di Dio, il fulmine è il fuoco di Dio: a questo fuoco si ha cura di accendere il fuoco di casa. Il popolo macùa è, insomma, profondamente religioso.<br />La grande legge che domina la vita dei macùa è: “Vivere in comunione”. Per cui è morale quello che favorisce la comunione, è immorale quello che vi si oppone. Questa comunione è intesa in senso vastissimo. Anzitutto il macùa vive in comunione con l’universo. Rispettare la natura, non trasgredirne le leggi, rendersela propizia, non rovinarla, vivere in armonia con essa è la sua grande preoccupazione di ogni giorno. Il limite tra realtà inanimate e animate per il macùa è piuttosto indefinito. Ma soprattutto egli vuole vivere in comunione con le persone. Di qui il rispetto e lamassima cura per non urtarsi con nessuno e non rompere con nessuno, Il macùa sa benissimo che, una volta messo in crisi, l’equilibrio difficilmente tornerà a ristabilirsi: <i>mulattu khununtta</i>! (: la lite non marcisce), rimane cioè sempre viva. <b>(G.P.)</b></div>© 2013 MISNA - Missionary International Service News Agency Srl - All Right Reserved.<br /><div style="margin-bottom: 0cm;"><br /></div><div style="margin-bottom: 0cm;"></div><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><!-- Blogger automated replacement: "http://images-onepick-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?container=onepick&gadget=a&rewriteMime=image%2F*&url=http%3A%2F%2Fwww.misna.org%2Fuploads%2Fmacua-002.jpg" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEh5d-Ww2Q_qPH3QdI3pHu15EFrJqgDa4LtWyiN5BSTSYX7KBlighmMBLVXZrEF-iv1hY3DjLGa9lSsfOo7SDwkAlHdn2AxdrxuaWte2D15BfLd226SIC2QFNcqpRIMFsfAA7spAILW7-1fm=" --><!-- Blogger automated replacement: "http://images-onepick-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?container=onepick&gadget=a&rewriteMime=image%2F*&url=http%3A%2F%2Fwww.misna.org%2Fuploads%2Fmacua-003.jpg" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjESa_kM5VzAU1wQEzxLNm6j0_41-xlzvcdC7vev4awColpsghAFR3akESjsuyKw0fgRBPWdWEwkz_piecVIdv3m9fH2Uxin_O1rlDCmjF1ZQoEJg3wtuip1EPTMV_4cDcRc6v7AtxiFkGK=" --><!-- Blogger automated replacement: "http://images-onepick-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?container=onepick&gadget=a&rewriteMime=image%2F*&url=http%3A%2F%2Fwww.misna.org%2Fuploads%2Fmacua-006.jpg" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEhBuK2oCdWisRwvp8zGVIYmpOePYfRVXlgHi9Pd5_h2M6b8BizfF3fOszTOFCBBzZxe_zMz4iocc7UNHhugRrHpux2GR1obBl0-8pw-aryopLxCw3wa82hRctJrxyccnlP0tI7_LIizPNou=" --><!-- Blogger automated replacement: "http://images-onepick-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?container=onepick&gadget=a&rewriteMime=image%2F*&url=http%3A%2F%2Fwww.misna.org%2Fuploads%2Fmacua-005.jpg" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjyXmLy7e7qz8mbk9yehJ7XeUME3IamLaoojQ7V77iGWn5XGZathsusgC77pq69OyJ73dH86bpfxTma5_Yi11l8whZ-6_eXpi84Pp1ZTkGQCtL61qfUV-gF3jxcs752uP8_jBUUnBifMbvP=" --><!-- Blogger automated replacement: "http://images-onepick-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?container=onepick&gadget=a&rewriteMime=image%2F*&url=http%3A%2F%2Fwww.misna.org%2Fuploads%2Fmacua-001.jpg" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEgZFmzn_xY1uy_ZJubqLG6xoJFflbMX33fWaJJaY6SVLa0jNxSyBGmLT7Cm6lJ6wszje6RtrkbGWYgvhdknRDuYWfsVmLLRw3RAGF7DpbwLsC7wkwB-qOwJVKMweQanxu1FQjcC82X7U_BL=" --><!-- Blogger automated replacement: "http://images-onepick-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?container=onepick&gadget=a&rewriteMime=image%2F*&url=http%3A%2F%2Fwww.misna.org%2Fuploads%2Fmacua-004.jpg" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjYv7FtFbbuE2NJeqVIqM2fqwV0cd5yOIyWVXDAO3_Uxh3m8lXQljZoD7CyJsgoiGfBfcV8cVcyNsLj3XPKMgVUsmjD2B_dwiArKDCM3zvbIX1HqLaJy1QaGCpETqKLE-cENi_GOZwEbDHQ=" -->missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-301339144892160592013-03-30T19:31:00.000+02:002017-12-19T20:40:11.797+02:00NOVITA' E AUGURI DI BUONA PASQUA<style type="text/css">P { margin-bottom: 0.21cm; }</style> <br /><br /><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Ci eravamo lasciati con gli auguri di Buon Natale e ci ritroviamo ad augurarci buona Pasqua..ma facciamo qualche passo indietro..in primis la bella novità: è arrivata Suor Maria Ines!!</div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">La nostra equipe missionaria di Namahaca si è allargata, dopo molta attesa, e aver parlato molto di lei, è sbarcata in missione il 6 febbraio, ma solo per un breve pit stop perchè poi l'abbiamo dovuta lasciare per un mese per fare il corso di cultura makua ad Anchilo! E domenica delle Palme, c'è stata l'entrata ufficiale- non a Gerusalemme- ma a Namahaca con una calorosa festa di benvenuto da parte della Parrocchia!! Ed ora si parte insieme a lei! </div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"></div><a name='more'></a><br /><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Le nostre attività procedono bene. Il lar delle ragazze è cominciato il 6 gennaio, e con l'arrivo dei magi, sono arrivate anche le nuove bambine del lar!! Quest'anno con una bella novità: la possibilità di accogliere anche le bambine di quinta elementare, assieme a quelle di prima e seconda media. Le bambine di quinta avranno la possibilità di rimanere nel lar tre anni e questo le aiuterà moltissimo, soprattutto a livello scolastico. Sono stupende, alcune sono davvero piccole, e il loro sorriso conquista il cuore..All'apertura del lar l'emozione era davvero tanta perchè dovevano entrare 20 bambine nuove..e sono arrivate tutte puntuali, di buon mattino, accompagnate dalla mamma, il papà o uno zio..eccole, con la loro piccola borsa di vestiti e in testa il secchio con dentro tutto l'occorrente: un piatto e una scodella, un bicchiere, un cucchiaio, la zappa per lavorare la terra e un qualche pezzetto di mandioca secca e sapone. Visibilmente emozionate e un po' intimorite della loro nuova casa, quest'anno resa ancor più bella grazie alla nuova tinteggiatura e ad alcuni lavori di manutenzione fatti prima dell'apertura a tempo record (grazie a Nicolò e l'equipe Paolino). In totale sono arrivate 28 ragazzine, 8 dell'anno scorso (le veterane!), e venti nuove, 9 della seconda media, 15 di prima media e quattro di quinta. Molte di loro già sanno parlare portoghese, anche se poi non sanno leggere e scrivere..e bello pensare che alcune di loro, in particolare queste di quinta elementare potranno passare tre anni nel lar, tre anni importanti di formazione e socializzazione. L'esperienza del lar rimane nel cuore<span style="color: black;"> delle</span> ragazze come qualcosa di speciale, ne ho avuto conferma da varie ex lariste, il lar è la loro casa, un luogo sicuro e protetto dove loro si sentono protagoniste e valorizzate! Le bambine in casa, indipendentemente dalla loro età sono delle piccole mamme tuttofare, dove prima viene il dovere di accudire i fratellini, e aiutare la mamma in tutte le faccende di casa e dopo viene la loro vit<span style="color: black;">a, il loro studio,</span> nel lar è il contrario, le bambine si formano, socializzano e migliorano la loro capacità di relazionarsi e la fiducia in sé stesse. Certo è una piccola esperienza, forse una piccola goccia, ma importantissima per il loro futuro.</div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Dall'apertura sono passati due mesi, impegnativi, soprattutto per il fatto che la maggior parte delle ragazzine è al primo anno di lar, ma entusiasmanti. Le prime settimane sono servite per ambientarsi, assieme abbiamo letto e commentato il regolamento 2013, al termine della lettura tutte hanno firmato, impegnandosi a rispettarlo. Poi c'è stato il momento delle libere elezioni in cui è stata eletta a responsabile del lar che si chiama Manjuma, e tutte le responsabili dei vari gruppetti di lavoro (sono sette) e delle altre attività (come la legna, il cane, l'orto, la frutta). E poi la bellissima festa in cui le veterane hanno accolto le nuove con canti, fiori e un buonissimo <i>bolo</i>(dolce)!!</div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Le ragazze passano il loro tempo dividendosi tra studio e attività interne, tra cui la cura della machamba. Quando sono entrate era il periodo della semina dei prodotti come arachidi, mais e fagioli (tra poco sarà il momento del raccolto). </div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">E mentre Francesca era impegnata con le nuove bambine del lar, io mi occupavo di gestire al meglio le varie emergenze.. gennaio horribilis ci ha fatto fare molte scintille, dopo essere rimasti un po' al buio e a corto d'acqua..ma con del buon fil di ferro e una camera d'aria usata, ormai sappiamo riparare quasi tutto! Emergenze a parte, sto seguendo con don Alessio il progetto di microcredito. Ora siamo a metà anno ed è il momento di una verifica con i beneficiari, dopo la Pasqua faremo un incontro per valutare la produzione dei loro campi. Nei lavori della terra si vede che ogni mondo è paese, anche qui come a Verona i contadini dicono che la produzione sarà scarsa...per varie cause..ma la cosa che li distingue, quella che a Verona un po' abbiamo perso o abbiamo dimenticato guardando più al meteo che al Cielo, più alla quantità che alla salute...ma che i nostri nonni avevano ben presente: la Fede in Dio!anche per lavorare i campi! E qui è più che mai necessaria quando la tua vita e quella di tutta la tua famiglia dipende da un pezzetto di terra.</div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="text-decoration: none;">Da fine gennaio fino all</span>a metà di febbraio abbiamo ricevuto in missione la visita del direttore del Centro Missionario accompagnato da Giovanni e suor Narcisa per la verifica annuale delle varie attività e progetti, e successivamente abbiamo accolto la Madre Generale delle Sorelle della Sacra Famiglia con la nostra ir Maria Ines direttamente dal Brasile. La gioia di ricevere Maria Ines era tanta anche se l'abbiamo subito 'persa' a causa del corso.</div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Nel frattempo in missione sono iniziate le attività pastorali, gli incontri di formazione dei vari ministeri. E' un anno di novità non solo per la nostra equipe missionaria ma per tutta la parrocchia, soprattutto per i cambiamenti in vista: in primis l'elezione del nuovo animatore parrocchiale e la nomina di molti nuovi animatori delle diverse zone (quattro su dieci). Ora siamo quasi in dirittura di arrivo, quasi tutte le zone hanno votato per il nuovo animatore. Fernando (il nostro animatore parrocchiale uscente) ha terminato i suoi sei anni di servizio, è stato un punto di riferimento per tutti, un collaboratore molto valido, attento, presente, preparato che ci aiutato moltissimo, oltre che nelle varie attività e nei vari compiti pastorali, anche come mediatore culturale con le persone, facilitato in questo grazie alla lunga esperienza maturata a stretto contatto con i missionari, prima di noi con i comboniani.<span style="color: black;"> Il</span> suo è un un compito non sempre facile, per responsabilità e a volte critiche, ma che ha svolto con passione e in modo instancabile. Il giorno di Pentecoste ci sarà la festa di “<i>entrega das pastas e tomada de posse</i>” (passaggio di consegne) al nuovo. La figura dell'animatore parrocchiale è molto importante, è il pastore, il papà di tutta la parrocchia, dopo il padre e l'equipe missionaria, è la figura di riferimento più autorevole e riconosciuta. E se da una parte lascia un incarico, dall'altra proprio in maggio ne rinnova un altro, ma non a livello parrocchiale, bensi familiare, in quanto sarà di nuovo papà del suo settimo figlio! </div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">EMERGENZA IDRICA E SANITARIA...</div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Il nuovo anno 2013 è cominciato all'insegna di novità, entusiasmo e nuove prospettive ma accanto a questo è segnato da una grande preoccupazione, che di giorno in giorno si fa sempre più forte, si tratta della siccità. La stagione delle piogge sembra non essere mai cominciata! Non ha piovuto, o meglio ha piovuto pochissimo! I fiumi sono quasi secchi, quando invece le loro acque dovrebbero essere abbondanti, la vegetazione comincia già ad ingiallire ed è indebolita dal sole che non lascia tregua. Sembra di essere già nella stagione secca. A gennaio ha piovuto un po', dopo non ha più piovuto per molto tempo e tuttora non sta piovendo. I terreni hanno sofferto e non sappiamo come sarà il raccolto di quest'anno. La gente è preoccupata, ci dicono “questo sarà un anno di fame!” e noi rimaniamo senza parole, cosa dire? Ancora una volta di fronte al nostro silenzio, la loro risposta: “Dio non lascia morire i suoi figli di fame!”. Ancora una volta, una lezione di fede e provvidenza rispetto il nostro egocentrismo di avere tutto sotto controllo e la soluzione sempre in tasca. </div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Quante volte abbiamo guardato il cielo, spesso ingrigito dai nuvoloni scuri sempre all'orizzonte, l'aria carica di umidità, sentendo il rumore del temporale in arrivo ma poi...tutto se ne va senza lasciar cadere “il liquido prezioso per la vita” come ci dicono i nostri amici.. Alla preoccupazione del raccolto e delle sementi bruciate dal sole, si aggiunge l'emergenza sanitaria. In alcune zone della parrocchia sono iniziati dei focolai di colera, e molte persone hanno perso la vita a causa di questa malattia che potrebbe essere evitata! In maniera particolare siamo molto preoccupati per una comunità della zona costiera dove sembra essere cominciata un'epidemia. Questa è anche una delle zone più colpite dalla siccità. Di fronte a questa malattia che silenziosamente si scatena e colpisce, tutti indistintamente, ma soprattutto i più deboli come i bambini non abbiamo parole. </div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">Il colera, è chiamato anche “doença das maos sujas” (malattia delle mani sporche), potrebbe essere evitato con delle piccole ma fondamentali accortezze. Purtroppo quasi tutti credono che il colera sia una malattia posta nell'acqua da alcune persone come infermieri, tecnici, stranieri, il governo...attraverso una polvere bianca o delle pastiglie. E' difficilissimo sradicare questa credenza! Stiamo camminando insieme alle persone per migliorare la conoscenza, e vincere le paure, ma questo pensiero è radicato in profondità, indipendentemente dal ceto sociale. Le informazioni preventive sono fatte sempre durante l'anno in molti ambiti, a partire dal lar con formazioni specifiche alle bambine appena entrate grazie alla collaborazione con Interaid, una ONG che opera nel settore dell'acqua e sanità; con i beneficiari del progetto di microcredito agricolo, in quanto una delle condizioni del progetto è proprio che gli stessi costruiscano obbligatoriamente una latrina esterna alla loro casa, e nelle formazioni con i ministri della salute e di giustizia e pace delle nostre comunità cristiane. Alla scarsa conoscenza, al grave problema della siccità si somma il problema della scarsità di mezzi e personale per far fronte all'emergenza del colera, tuttavia arrivare all'ospedale può voler dire salvezza, se si arriva in tempo e se si incontrano i medicinali, purtroppo spesso le distanze dagli ospedali scoraggiano o non rendono possibile accedervi con i malati essendo questa una malattia molto rapida. </div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></div><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">In questo contesto ci stiamo preparando a vivere la Pasqua del Signore, a conclusione di questa settimana Santa, un momento che ci chiede di rafforzare ancor di più il silenzio interiore e meditare sul mistero della croce di Gesù. Quel Gesù lo vediamo presente nei volti di molte delle persone qui accanto a noi, e quella croce la vediamo caricata su molte delle loro vite. Sofferenza, difficoltà, ingiustizia spesso qui sono il pane quotidiano, non solo nei giorni della quaresima! In tutto questo la resurrezione di Gesù è forza, è speranza e liberazione per tutti, per i ricchi e per i poveri, per i “primi” e per gli “ultimi”, per un mondo più giusto!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><br /></div><div style="margin-bottom: 0cm;"><br /></div><div style="margin-bottom: 0cm;">Buona Pasqua a tutti, risorgendo con Lui nella nostra vita!</div><div style="margin-bottom: 0cm;"><br /></div><div style="margin-bottom: 0cm;">Un forte abbraccio, </div><div style="margin-bottom: 0cm;">Francesca e Nicolò </div><div style="margin-bottom: 0cm;"><br /></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-61569986602997454892012-12-24T17:04:00.000+02:002017-12-19T20:40:11.821+02:00Feliz Natal <style type="text/css"> <!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --> </style> <div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Salama?</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Eccoci qua appena rientrati a Namahaca! I giorni passati in Italia ci sono volati, è stato davvero bello poter finalmente riabbracciare parenti ed amici.. quante emozioni! E che sorpresa trovare i nipotini così cresciuti.. forse proprio nel vedere loro così cresciuti abbiamo realizzato che sono davvero passati quasi due anni dalla nostra partenza. E si, perché qui in Mozambico il tempo ci è letteralmente volato. Con molte delle persone incontrate a casa avevamo la percezione di esserci visti fino al giorno prima.. quasi il tempo si fosse bloccato. Ma abbiamo vissuto due anni intensi, ricchi di esperienze, emozioni, relazioni, che ci hanno molto cambiato. </div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">È stato bello questo pit-stop al fresco! Poter incontrare e riabbracciare tante persone care e raccontarci un po’ delle nostre vite in questo tempo che ci ha visto lontani. E quante belle novità da condividere!! La distanza ti fa riscoprire e riassaporare il bello delle relazioni, il sedersi, il raccontarsi. Che bello ed emozionante rivedere anche la nostra vallata imbiancata dalla neve, dopo due anni di estate, in cui vedi solo il sole tropicale! </div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Le ferie ci hanno davvero ricaricato (non solo di cibo!) ma di emozioni positive, questo grazie a tutte le persone che abbiamo incontrato che ci hanno dimostrato tantissimo affetto. Grazie di cuore a tutti e a ciascuno per quello che ci avete trasmesso con le parole, con un sorriso, un abbraccio, un pensiero, una telefonata! Grazie della condivisione e di tutta la solidarietà che ci avete dimostrato! Grazie dell’interesse per quello che facciamo qui e per le persone che ci sono qui con noi, i veri protagonisti della missione! Siamo grati al Signore di questo regalo prezioso, il vostro affetto, che abbiamo ricevuto e lo offriamo davanti al piccolo Gesù Bambino, in particolare questa notte di Veglia di Natale presentando ciascuno di voi. E assieme a tutti voi vorremmo presentare anche tutti i nostri fratelli di Namahaca, che ci hanno riaccolto qui in maniera splendida, con quel loro modo scherzoso e affettuoso, che ti scalda sempre il cuore. È stato bello ritornare a casa! Siamo felicissimi di poter passare anche questo S. Natale qui a Namahaca, dove lontani da tutte le distrazioni pubblicitarie, assapori un Natale diverso! Alternativo, e forse più autentico.. bello pensare che il piccolo Gesù bambino nasce per tutti, e nasce anche per questo popolo affaticato ma gioioso, povero ma accogliente, per portare finalmente “buone notizie”, un messaggio sconvolgente per la nostra vita, il Suo messaggio di amore per noi! Allora un Buon Santo Natale di gioia stupore e speranza a voi e a tutte le vostre famiglie!</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Una preghiera speciale per sentirci uniti in questa notte di Veglia.</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Un forte abbraccio e buone feste a tutti voi!!! </div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">E buon 2013!!</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">Francesca e Nicolò</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: x-small;">PS Scusate se in questo mese in Italia non siamo riusciti a rincontrarvi tutti.. recupereremo al nostro rientro =)</span></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-70253479608528074762012-11-27T13:31:00.000+02:002017-12-19T20:40:11.861+02:00Le ragazze del Lar alla Scuola Comboniana di Nacala<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><br />In Italia è più semplice aggiornarnar il blog e caricare anche qualche video simpatico della nostra esperienza a Namahaca. Nell'ultimo post vi avevamo raccontato della gita con le ragazze del Lar alla scuola secondaria di Nacala gestita dalle suoce Comoboniane.<br />Ecco il video della presentazione che è stata fatta in quell'occasione<br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dwfmz4H4Fj3kYqM-6nPadATBSncPhxYTXiHRg7ZHJ3LY30kyecGxfbW5WJdr-Qos6CvGiPJJI1RebZ3NwGmYA' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div><br />missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-19390693563694188312012-11-17T16:06:00.000+02:002017-12-19T20:40:11.881+02:00siamo tornati!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz_uBrCrUNm4v-HQiVRgnMSQhFqLd7FfUEwmFBGE8Vuf1wi5J58Ge-SpXzuD-vcLCOUDoL6F3JmvQTgkami2lIyrL7fISDGhKTw4Z2GcJK2nD8C9iCt1-ueKRuc-1OCrMgepSzOAvp5zg8/s1600/locandina+25.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz_uBrCrUNm4v-HQiVRgnMSQhFqLd7FfUEwmFBGE8Vuf1wi5J58Ge-SpXzuD-vcLCOUDoL6F3JmvQTgkami2lIyrL7fISDGhKTw4Z2GcJK2nD8C9iCt1-ueKRuc-1OCrMgepSzOAvp5zg8/s320/locandina+25.jpg" width="286" /></a></div><span style="font-family: verdana,sans-serif;">ciao Amici,<br />come state? siamo tornati!!!!!! Stiamo bene, ancora un po' spaesati!! vorremmo incontrarvi tutti per abbracciarvi e salutarli....ma il tempo è poco! vi invitiamo domenica prossima 25 novembre a tregnago per un pranzo di solidarietà per la missione..sarà una bella occasione per riabbracciarsi! Vi aspettiamo<br /> <br />PS vi invitiamo anche a casa serena per l'incontro AGORA' durante il quale faremo una testimonianza sulla missione. Venerdi 23 novembre alle 20.30<br />Non vediamo l'ora di riabbracciarvi! <br />A prestooooo =)<br /> Franci e Nico</span>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-22131041047959683052012-10-17T17:32:00.000+02:002017-12-19T20:40:11.903+02:00Il bello della quotidianità <style type="text/css"> <!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --></style><br /><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><span lang="">D</span></span><span style="font-size: small;"><span lang="">opo tanti eventi da maggio fino a fine agosto, ora è ritornato il tempo della normalità, della quotidianità. Sono finite le visite, anche se le novità non sono terminate. Con il Capitolo Generale delle Sorelle della Sacra Famiglia c’è stata l’elezione della nuova madre generale, è brasiliana e si chiama sr Marinete, è sorella di sr Ducilene, e con il rientro di sr Giulia abbiamo ricevuto la bella notizia che il prossimo anno arriverà una nuova suora dal Brasile per rimanere qui con noi… non vediamo l’ora di accoglierla! </span></span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Questi mesi sono passati davvero velocissimi, con l’agenda sempre strapiena </span></span><span style="font-size: small;"><span lang="">di impegni, incontri, formazioni, attività e visite! E senza rendercene conto qui è arrivata l’estate. Il clima sta cambiando: il caldo aumenta e l’ambiente attorno è sempre più secco. </span></span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><span lang=""></span></span></div><a name='more'></a><br /> <div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Ma facciamo un passo indietro per non perdere il filo</span></span><span style="font-size: small;"><span lang="">... A partire da </span></span><span style="font-size: small;">aprile-maggio era arrivato il tempo della raccolta dei prodotti: le machambe rigogliose dopo la stagione delle piogge si erano riempite di colori e persone per la </span><span style="font-size: small;"><i>colheita</i></span><span style="font-size: small;"> (raccolta) di arachidi, mais, fagioli, mandioca, mapira, e ortaggi. Tutto attorno era molto verde e vivo! Le persone tornavano dalla </span><span style="font-size: small;"><i>machamba</i></span><span style="font-size: small;">con un gran sacco sulla testa, anche i più piccolini avevano sempre qualcosa sulla testa e in mano un pezzetto di mandioca fresca. I prodotti raccolti venivano stesi per terra davanti alla casa per seccarli, e poi venderli o conservarli come sementi per il periodo delle piogge. Era bello pensare che finalmente per la gente era finito il periodo duro della fame, ed era arrivato il momento di fare un bel sospiro di sollievo. </span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Per noi era arrivato il periodo di </span><span style="font-size: small;"><i>abastecer</i></span><span style="font-size: small;">(rifornire) i magazzini della parrocchia, del lar, del centro nutrizionale, quindi dovevamo comprare grosse quantità di mais, fagioli e arachidi. Per quanto riguarda il lar, solo una piccola parte del rifornimento si ottiene dal raccolto della </span><span style="font-size: small;"><i>machamba</i></span><span style="font-size: small;">del lar di fagioli e arachidi, il resto si deve comprare. I prodotti che vengono immagazzinati devono durare fino alla successiva raccolta, quindi circa un anno. Quando si comprano la prima cosa da fare è seccarli bene al sole, stendendoli su dei grandi teli di plastica, poi immagazzinarli nei grossi bidoni di ferro o plastica ben scaldati al sole per evitare che si formino umidità o insetti che rovinerebbero il prodotto. </span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">La raccolta di mais e fagioli è terminata già da un bel po’. Ora la gente sta finendo di raccogliendo la mandioca rimasta nel campo per seccarla e venderla. Il periodo della </span><span style="font-size: small;"><i>fartura</i></span><span style="font-size: small;">(“abbondanza”) sta terminando e tra poco comincerà un’altra volta il periodo critico: con sempre meno acqua e cibo. </span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">In questi mesi nella parrocchia è continuata la raccolta dei prodotti agricoli che serviranno per l’alimentazione dei ministri negli incontri di formazione, quasi ogni settimana, uno per ogni ministero (catechisti, anziani, famiglie, donne, giovani, consiglieri, giustizia e pace, comunicazione sociale, salute, caritas, ecc.) con cadenza più o meno trimestrale. Ad ogni incontro dovrebbe partecipare un rappresentante per ogni comunità, che in totale sono 70. Il contributo in prodotti di mais, fagioli e arachidi, che ogni comunità deve consegnare, è una forma auto sostenibilità della parrocchia; la contribuzione non copre interamente la spesa per i pasti ma contribuisce in larga parte. Con la cassa della parrocchia si comprano poi olio, sale, cipolle, zucchero, riso e fagioli </span><span style="font-size: small;"><i>manteiga</i></span><span style="font-size: small;"> (un altro tipo di fagioli). Le comunità possono portare i loro prodotti qui in parrocchia o nelle comunità dove i padri celebrano le messe. Il bilancio di quest’anno è stato molto positivo, con un contributo in prodotti del 98% che corrispondono a più di 2 tonnellate di mais, 1 di fagioli e circa mezza di arachidi. Ma non è stato facile arrivare a questa percentuale, basti pensare che a fine luglio, scadenza fissata per la consegna delle contribuzioni, solo il 50% circa delle comunità avevano contribuito, ma grazie a un lavoro di sensibilizzazione da parte dei nostri animatori zonali il risultato è stato positivo. Occuparmi della raccolta dei prodotti mi ha impegnato molto, ma per fortuna potevo sempre contare sull’appoggio dell’instancabile José, il nostro lavoratore della missione, che mi consigliava e accompagnava e nel frattempo raccontandomi anche la storia della missione. </span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">È bello vedere l’impegno delle persone che dedicano lavoro, tempo e impegno per la </span><span style="font-size: small;"><i>machamba</i></span><span style="font-size: small;">della comunità, a volte contribuendo di tasca propria per comprare un pezzetto di terra e lavorarla tutti insieme. Ma quello che più tocca il cuore è che ognuno di loro, finito di lavorare nei propri campi, dedica un po’ di tempo al campo della comunità, chi per la semina, chi per zappare, chi per raccogliere i prodotti. Ovviamente tutte le comunità sono differenti e ci sono quelle che riescono a produrre molto, quelle che producono meno, quelle più sensibili e quello meno sensibili. L’obbiettivo della </span><span style="font-size: small;"><i>machamba</i></span><span style="font-size: small;">comunitaria è appunto quello di rendere auto-sostenibili le singole comunità e quindi tutta la parrocchia. Le quantità di prodotto raccolte quest’anno superano l’effettivo consumo annuale, pertanto si riuscirà a vendere del prodotto per sostenere seppur in minima parte altre spese della parrocchia. Dal punto di vista delle comunità, quelle più organizzate, con una </span><span style="font-size: small;"><i>machamba</i></span><span style="font-size: small;">grande, oltre a contribuire hanno venduto i loro prodotti e con il ricavato hanno migliorato la cappella, chi con il tetto in lamiera, chi con le pareti di cemento.. insomma piccoli ma significativi passi in avanti per lo sviluppo e l’auto sostentamento. </span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Mentre Nicolò era impegnato nei magazzini io continuavo la mia attività nel lar con le ragazze e </span><span style="font-size: small;"><i>mamã</i></span><span style="font-size: small;">Amida. Il mese di giugno è stato un po’ difficile perché era il mio primo mese nel lar senza Lucia, quindi dovevo prendere le misure del mio nuovo ruolo. Si sa, all’inizio le ragazze tentavano di guadagnare qualcosa, un po di cibo, materiale scolastico, un’uscita per visitare un famigliare..mi sperimentavano presentandomi ogni giorno le richieste più svariate..non è stato facile..ma poco a poco sono riuscita ad instaurare un rapporto positivo ed incoraggiante sia con loro che con </span><span style="font-size: small;"><i>mamã</i></span><span style="font-size: small;">Amida. Nei mesi ho conosciuto le famiglie delle ragazze e questo è stato ed è molto utile per inquadrare meglio ognuna di loro, capire un po’ delle loro storie, della loro situazione. Ad agosto c’è stata la riunione con tutti i responsabili dell’educazione, e rispetto alla prima riunione di aprile, in questa mi sentivo molto più sicura e a mio agio. </span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Nei mesi di luglio ed agosto anche le ragazze si sono divertite molto con le visite arrivate qui in missione, erano entusiaste di conoscere </span><span style="font-size: small;"><i>os vovos</i></span><span style="font-size: small;"> (i nonni)</span><span style="font-size: small;"><i> da Itália e os jovens</i></span><span style="font-size: small;">. Li hanno accolti con il loro entusiasmo contagiante, che a parole non rende davvero l’idea, con canti, sorrisi, balli. Con i giovani di Verona abbiamo imparato nuovi canti e bans divertenti, abbiamo fatto varie attività di disegno, lavoretti con la terra, e braccialetti. </span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">A settembre l’evento super atteso per le ragazze del lar: il </span><span style="font-size: small;"><i>passeio</i></span><span style="font-size: small;">(la gita)! Quest’anno la gita è stata a Nacala nella scuola femminile (</span><span style="font-size: small;"><i>Escola</i></span><span style="font-size: small;"></span><span style="font-size: small;"><i>feminina</i></span><span style="font-size: small;">) per una giornata davvero speciale. La scuola è gestita dalle suore comboniane, lì ci sono scuola e internato dove vivono e studiano circa duecento ragazze. Altre ragazze sono alunne esterne, entrano solo per frequentare le lezioni. L’insegnamento è di alto livello, e la scuola è molto ben organizzata con biblioteca, sala informatica, laboratorio di chimica, radio interna, ecc.. Quest’anno la scuola ha pensato di organizzare una giornata tematica invitando alcuni lar femminili, tra cui Namahaca, Chipene, Alua, Mueria, Carapira, Nampula, per riflettere sul tema: </span><span style="font-size: small;"><i>La donna promotrice di giustizia e pace nella famiglia, nel lavoro, nella società e nel mondo</i></span><span style="font-size: small;">. Ogni lar era invitato a presentare e condividere una propria attività su questo argomento. L’organizzazione della giornata da parte della scuola femminile è stata impeccabile, alternando interventi formativi e attività ricreative: teatro, danza moderna, canti, sfilate, balli, poesia proposte dalle varie classi della </span><span style="font-size: small;"><i>feminina</i></span><span style="font-size: small;">, a cui si sono aggiunte le attività presentate dagli altri lar. Erano presenti circa 350 alunne e tutta la sala si è riempita di allegria e creatività. Con le ragazze abbiamo iniziato a preparare il nostro lavoro già a luglio, riflettendo sul tema e preparando dei canti e dei cartelloni, che abbiamo disegnato con l’aiuto dei giovani arrivati ad agosto. I disegni mostrano alcune scene di vita quotidiana in cui la donna sta promuovendo la giustizia e la pace nella sua famiglia curando gli aspetti dell’istruzione, della salute e dell’igiene. </span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">La gita l’1 di settembre è stata una giornata davvero speciale. La vigilia le ragazze non hanno chiuso occhio tanta era l’emozione di quello che le aspettava, all’alba erano già tutte pronte sul cancello, entusiaste di poter finalmente partire, e durante tutto il viaggio da Namahaca a Nacala hanno cantato a squarcia gola. L’attività nella scuola femminile è durata tutta la mattina e si è conclusa con il pranzo. La nostra rappresentazione è andata benissimo e ha riscosso l’entusiasmo del pubblico, sia per i disegni, che per le canzoni, in particolare per il canto finale “yee yee yee” imparato con i giovani di Verona, che proprio grazie a loro è diventato il ‘canto dell’estate’ dei giovani di tutta la parrocchia di Namahaca. (Vi diamo il link al sito delle suore comboniane dove potete trovare anche alcune foto). Terminate le attività nella scuola, siamo andati al mare! Lì abbiamo pranzato al sacco e le ragazze si sono divertite in spiaggia. Che bello vederle, la gioia era incontenibile, per alcune di loro era la prima volta al mare!</span></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Per le ragazze non è stata semplicemente una gita ma un’importante occasione di formazione sul tema della donna e il suo ruolo nella famiglia e nella società. Grazie a questo invito e al fatto che dovessimo preparare un’attività, nei mesi di luglio e agosto abbiamo fatto degli incontri per riflettere su cosa volesse dire che la donna è promotrice di giustizia e pace nella famiglia, nel lavoro nella società. Erano molto interessate e incuriosite dall’argomento ed era la prima volta che riflettevano su questo tipo di tema. Gli incontri fatti qui nel lar sono stati utili per stimolare in loro delle riflessioni, approfondire la conoscenza e prepararle a percepire meglio i temi dibattuti a Nacala, dove da una parte è stato messo in risalto il ruolo fondamentale della donna nella famiglia, nel lavoro e nella società, dall’altro è stato lanciato un appello per tutte le ragazze presenti sull’importanza della formazione e dello studio, incoraggiandole a saper prendere delle decisioni e lottare per il proprio futuro promuovendo la giustizia e la pace. Scrive suor Elisabeth (missionaria comboniana della feminina di Nacala): “il tema proposto richiama la visione profetica che ebbe 140 anni fa san Daniele Comboni, fondatore dell’istituto delle suore comboniane. Comboni credeva nell’ “onnipotente ministero delle donne per l’evangelizzazione e la trasformazione dell’Africa.” </span></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Parabéns a questa attività organizzata dalle suore comboniane della scuola femminile. Mi hanno colpito tutti i temi dibattuti, presentati dalle relatrici in maniera semplice e chiara, in particolare la parte in cui si parla che la donna è </span><span style="font-size: small;"><i>pilar</i></span><span style="font-size: small;">(pilastro) nella famiglia, è </span><span style="font-size: small;"><i>pwyamwene</i></span><span style="font-size: small;">(regina), è lei che custodisce e tramanda tutti i segreti del clan, che trasmette i valori e i consigli. E’ stata data molta importanza al tema dell’istruzione, della formazione per un futuro migliore: “istruire una donna è istruire una generazione intera”. Mi hanno colpito tantissimo la passione, la semplicità e l’entusiasmo con le quali tutte le ragazze hanno presentato le attività che avevamo preparato. </span><span style="font-size: small;"><i>Parabéns</i></span><span style="font-size: small;">!</span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Ora siamo ad ottobre è tempo di </span><span style="font-size: small;"><i>provas </i></span><span style="font-size: small;">a scuola (compiti in classe), il 26 di ottobre finirà l’anno scolastico, le ragazze della sesta classe andranno a casa, mentre quelle di settima rimarranno qui fino a metà novembre per fare gli esami (sarebbero i nostri esami di terza media). Ripensando un po’ a questo primo anno nel lar con le ragazze, il bilancio è positivo, certo difficoltà e imprevisti non sono mancati e non mancheranno, ma ne vale la pena. Lavorare nel lar non vuol dire solo dare regole e fare in modo che le ragazze le rispettino, è molto di più, è un’esperienza umana e culturale a 360 gradi. Certo quest’attività assorbe molto tempo ed energia perché è come avere 26 figlie, inoltre c’è da curare il rapporto con la scuola, con le famiglie e con </span><span style="font-size: small;"><i>mamã</i></span><span style="font-size: small;"> Amida, sedendomi con lei a conversare per cercare di capire le varie dinamiche culturali e relazionali nel lar, o conversare con un familiare per ascoltare una preoccupazione o un problema. Mi sto accorgendo che tutto questo è quel vivere accanto alla gente, con la gente, con i loro ritmi, il loro sistema, il loro modo di fare, il loro modo di pensare e raccontare, la loro cultura. A volte mi sembra di perdere tempo, arrivo a fine giornata avendo conversato tanto, o meglio ascoltato tante ‘storie’ e concluso poco, poi ci penso e mi accorgo che invece è una ricchezza.</span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">In questo periodo è continuata l’attività di divulgazione della legge della terra che stiamo facendo a livello parrocchiale con la commissione di giustizia e pace. È un lavoro molto importante per aumentare la consapevolezza e la conoscenza dei diritti sulla terra. Ottenere un documento di delimitazione dei confini della zona dove si vive è molto importante e soprattutto urgente in questo periodo in Mozambico in quanto stanno arrivando e sono arrivate diverse multinazionali a ‘comprare’ immense aree di terreno (date in concessione dal governo), spesso abitate e coltivate dai locali, per i loro scopi: miniere di carbone, fosfati, gas.. In queste zone di interesse, i locali vengono spesso dislocati verso altre zone, perdendo la loro terra e i loro diritti. Per loro la terra è vita, è la loro identità, li vivevano </span><span style="font-size: small;"><i>os antepassados</i></span><span style="font-size: small;">(gli antenati), la terra racconta la loro storia, la storia della loro famiglia e racconterà quella dei loro figli. Obiettivo del nostro lavoro è divulgare ciò che sta scritto nella legge mozambicana per aiutare le persone a prendere coscienza dei propri diritti e per fare in modo che non si sentano soli ma uniti tra di loro per difenderli. È un’attività che non viene fatta solo nella nostra parrocchia ma in tutte le parrocchie della diocesi.</span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Con settembre è terminato anche il primo anno del progetto micro-credito finanziato dall’associazione G.A.M.P. di Dossobuono. 30 Piccoli prestiti annuali di 1000 Meticais, che sono circa 20 € pochi direte voi, ma per i contadini che sono riusciti ad entrare nel progetto è stato un grande aiuto! Obiettivo del progetto non è solo il miglioramento della produzione agricola ma anche uno sviluppo e miglioramento delle condizioni generali della famiglia, infatti per passare al secondo anno di prestito, i beneficiari, oltre alla restituzione del credito ricevuto, devono dimostrare di aver adempiuto con le clausole del progetto: ottenere un documento di identità per i componenti della famiglia, mandare i figli a scuola, (per le mogli, figlie) partorire all’ospedale, e costruire una latrina. </span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Dei 30 che hanno partecipato l’anno scorso (2011-2012) in 17 hanno restituito il prestito, per noi è stata una buona risposta considerando che era la prima volta di un’attività di questo tipo. Di questi, quelli che hanno rispettato le condizioni del progetto sono stati 11, loro sono passati al secondo anno ricevendo il doppio del valore rispetto il primo anno. Siamo partiti anche con un nuovo gruppo, si tratta di altri 21 contadini che hanno partecipato alle formazioni e passato positivamente il test. Durante l’anno i beneficiari vengono accompagnati con degli incontri di formazione con un tecnico dell’agricoltura, e degli incontri periodici di verifica e valutazione sull’andamento del lavoro, a ciò si aggiunge la visita e sopraluogo in alcune </span><span style="font-size: small;"><i>machambe</i></span><span style="font-size: small;">, sempre con la presenza del tecnico, per una valutazione in loco. </span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Siamo già a metà di ottobre, metà del mese missionario, che quest’anno vede l’apertura di un evento molto importante: l’anno della fede. Per noi della diocesi di Nacala, giovedi 18 ottobre nella Cattedrale ci sarà l’apertura ufficiale con una celebrazione presieduta dal nostro Vescovo dom Germano dove tutte le parrocchie sono invitate. Domenica prossima invece ci sarà ‘l’apertura’ dell’anno della fede in tutte le comunità della nostra parrocchia, dando così inizio a questo anno di grazia. In equipe e con il consiglio pastorale abbiamo pensato a delle attività per vivere nelle comunità e nella nostra parrocchia per questo anno dedicato alla fede. Vi aggiorneremo nei prossimi post o molto più probabilmente di persona perché tra un mese saremo a casa! Dal 12 novembre al 16 dicembre saremo a Verona per abbracciarvi tutti, raccontarci un po’ delle nostre vite e </span><span style="font-size: small;"><i>matar saudade</i></span><span style="font-size: small;">!! Non vediamo l’ora!!! </span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><br /></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Buon mese missionario e anno della fede.. ognuno nella propria </span><span style="font-size: small;"><i>machamba,</i></span><span style="font-size: small;">con l’aiuto di Maria per far risplendere con la nostra vita la Parola della Verità!</span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><br /></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Un abbraccio forte, e grazie a tutti!</span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">A prestooooo =) </span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><span style="font-size: small;">Franci e Nico</span></div><div align="JUSTIFY" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm;"><br /></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-19770350953696825272012-10-02T20:37:00.000+02:002017-12-19T20:40:11.930+02:00Giornata Missionaria a Negrar il 21 Ottobre<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxVhSy075VH-adXSelIJoWZgf4JgMDJiLuO9Muw8mhMx8rKg7D3H4CDKBDsG3HT1vy2BEiDsFLNQjPzjtoSWvTma7pLprL6KkXUkfHqmraXPoV9gytBUe5Q_sfrsdeJ8mksyBL4vIY1l6Q/s1600/Senza+titolo-2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxVhSy075VH-adXSelIJoWZgf4JgMDJiLuO9Muw8mhMx8rKg7D3H4CDKBDsG3HT1vy2BEiDsFLNQjPzjtoSWvTma7pLprL6KkXUkfHqmraXPoV9gytBUe5Q_sfrsdeJ8mksyBL4vIY1l6Q/s320/Senza+titolo-2.jpg" width="224" /></a>Anche quest'anno viene organizzata a Negrar il 21 OTTOBRE una giornata missionaria...<br />E' una bellissima occasione per stare insieme e essere vicini alla Missione di Namahaca.<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><span style="font-size: small;"> Nel volantino si possono trovare tutte le informazioni</span><br /><a name='more'></a>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-74753548804937596342012-09-29T08:51:00.000+02:002017-12-19T20:40:11.948+02:00PARTENZE e ARRIVI… MISSIONE E’ SCAMBIO!<div style="text-align: justify;"> <style type="text/css"> <!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --></style></div><style type="text/css"> <!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --> </style> <div align="JUSTIFY"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">A</span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">metà giugno è partita anche sr Giulia per il capitolo generale delle Sorelle della Sacra Famiglia, a Verona, rimasta fuori fino a metà agosto. Dalla partenza di Emiliano e Lucia, sono stati mesi di equilibrio in movimento. </span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Partenze ma anche arrivi! Tanti arrivi</span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">... è stata un'estate (per noi inverno) ricca di visite che hanno portato una ventata di aria veronese, quel che ci voleva </span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>para matar saudade </i></span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">(vincere la nostalgia)!! </span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang=""></span></span></span></div><a name='more'></a><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;">Le prime visite che ci siamo preparati ad accogliere sono stati i nostri genitori a metà luglio. La gioia di poterli abbracciare dopo un anno e mezzo dalla nostra partenza era tanta. E finalmente è arrivato il 14 di luglio, il giorno del loro atterraggio a Nampula, l'emozione era incontenibile. Erano arrivati: i genitori di Franci, Paolo e Marisa, la mamma di Nicolò, Bertilla e Nadia la sorella di Franci. Ci siamo scambiati un infinito abbraccio, era proprio vero! Sembrava come se il tempo si fosse bloccato alla nostra partenza, sembrava di esserci visti fino alla sera prima... è stata una sensazione molto strana. I nostri genitori erano visibilmente emozionati, ricordo ancora le parole all'areoporto, quando commossi ci hanno detto: “Vi vediamo proprio bene!” In cuor loro già erano felici! </span></span><br /> <div align="JUSTIFY"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Quanti abbracci, lacrime, s</span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">orrisi, racconti. I primi giorni li abbiamo trascorsi fuori dalla missione, questo li ha aiutati ad inserirsi gradualmente. Abbiamo visitato l'</span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Ilha de Moçambique</i></span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">, dove hanno riabbracciato pe Atanasio, il Vicario generale della diocesi di Nacala, conosciuto a Verona. Pe Atanasio ci ha invitato a pranzo ed è stato davvero bello poter stare tutti assieme, vedere i nostri genitori che scherzavano con lui annullava le distanze, sembravamo tutti veronesi o tutti mozambicani! Gli altri due giorni li abbiamo passati a </span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>Cabeceira</i></span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">, e a visitare la missione comboniana di Carapira con la scuola industriale. </span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Ci siamo raccontati tante cose. </span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Soprattutto loro erano molto interessati a capire, a chiedere a voler vedere finalmente con i loro occhi, tutto quello che gli avevamo raccontato prima solo telefonicamente o in una lettera. Dopo i primi giorni di 'riposo' e visita, siamo finalmente partiti per la nostra casa: Namahaca. Non vedevano l'ora di vedere, conoscere i volti delle persone di cui spesso sentivano solo i nomi, sia dell'equipe, che della missione: le suore, i padri, ma anche Josè, Amida, Abel, Fernando, Apina... e tanti altri. L’emozione di arrivare a Namahaca è sempre forte per tutti, infatti anche loro appena arrivati, un po’ stanchi dal viaggio in auto, qualche buca e il passaggio dalla città al campo, avevano gli occhi lucidi per l’emozione!</span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Nelle due settimane che sono rimasti con </span></span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">noi, abbiamo cercato di far conoscere loro un po’ della nostra vita missonaria e fargli assaporare questa esperienza di incontro con i fratelli mozambicani. Ci sono stati tanti momenti speciali: la gioia e l’allegria delle bambine del lar, l’accoglienza gioiosa nelle comunità per le messe, la condivisione con gli anziani della parrocchia nell’incontro di formazione, la visita alla famiglia di </span></span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>mamã</i></span></span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Apina, la visita alla Scuola femminile delle Comboniane a Nacala e il saluto a casa del Vescovo Dom Germano (che avevano già conosciuto a Verona grazie ad un incontro organizzato dal Centro Missionario), che </span></span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">ci ha riservato una calorosa accoglienza. </span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Sicuramente sono tornati a casa </span></span></span></span><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">stanchi, li abbiamo scarrozzati da una parte all’altra, ma alla fine ci hanno ringraziato dicendoci che riportavano a casa l’accoglienza ricevuta da tutte le persone incontrate e i tanti sorrisi dei bambini. Noi siamo felicissimi di aver potuto condividere con i nostri genitori alcuni momenti della nostra vita missionaria in questa terra, sappiamo che per loro affrontare il viaggio fin quaggiù non è stato facile, ma siamo sicuri che questa esperienza di incontro li ha toccati e diventerà ricchezza da condividere con le persone che incontreranno a casa. </span></span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><br /><br /></div><div align="JUSTIFY"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Neanche </span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">il tempo di salutare i genitori che già erano in viaggio alcuni giovani della nostra diocesi di Verona. Un sogno poterli ricevere qui in missione! Stavano arrivando Anna,la sorella di Nicolò, Silvia, un’amica di Tregnago, Chantal di Illasi, Ilaria di Verona e due seminaristi, Jacopo di San Zeno di montagna e don Pierpaolo di Garda. La richiesta di ospitare dei giovani per un'esperienza missionaria era arrivata dal CPAG (centro di pastorale adolescenti e giovani) e la sua commissione Missioni. La proposta era stata accolta da tutta l’equipe con molto entusiasmo, tante idee per il loro arrivo, ma al di là di tante proposte e progetti sapevamo che la cosa più bella era fargli assaporare la quotidianità della vita qui in missione, la bellezza e la ricchezza dell’incontro e dello scambio. </span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Il ritmo della visita è</span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">stato intenso, come sono spesso le nostre giornate. Appena atterrati li abbiamo portati a casa; arrivati a Namahaca già con il buio, li aspettava un’accoglienza a sorpresa: il festoso benvenuto delle bambine del lar. Le ragazze erano in trepidazione per il loro arrivo. Erano tutte in attesa davanti al cancello del lar e non appena hanno sentito il rumore dalle auto che si avvicinavano hanno cominciato a gridare. Che festa! Scesi dalla macchina, i giovani sono stati circondati dalle bambine e travolti dai loro canti e dal battito del </span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>batuk</i></span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">(tamburo). Erano emozionati e molto sorpresi dell’accoglienza. </span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">I giovani </span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">sono rimasti con noi tre settimane dal 5 al 25 agosto. La prima settimana l’abbiamo passata qui a Namahaca, dove hanno avuto tempo di ambientarsi, conoscere noi dell’equipe e il progetto della missione, le ragazze del lar e visitare alcune comunità. La seconda settimana li aspettava un evento eccezionale: il pellegrinaggio annuale dei giovani. Ogni anno i giovani della nostra parrocchia si riuniscono in una zona durante un weekend per fare un pellegrinaggio fino alla croce posta sulla montagna di quella zona per pregare. Quest’anno toccava alla zona di Ger-Ger. I giovani di Namahaca erano molto entusiasti di poter accogliere i giovani veronesi e condividere con loro questo evento importante. Anche i nostri giovani erano entusiasmati dall’idea di poter passare tre giorni con loro e per l’occasione avevano organizzato canti e balli da poter condividere. Il pellegrinaggio durava tre giorni, da venerdì a domenica, una piccola gmg parrocchiale! </span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><br /><br /></div><div align="JUSTIFY"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Ve</span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">nerdì 10 agosto, molto presto, tutti i giovani si sono incamminati per sei ore fino ad arrivare alla zona di Ger-Ger. Al pomeriggio riposo e organizzazione logistica, alla sera veglia di preghiera con adorazione e rosario sotto un magnifico cielo stellato. Sabato mattina c’era un incontro di formazione sul rapporto tra cultura e vangelo, il relatore era il sig. Uarila, animatore di Nacala. La formazione è stata molto interessante, soprattutto la parte nella quale parlava del passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Questo passaggio, che è il rito di iniziazione, è vissuto come una tappa fondamentale nella vita di una persona. Uarila raccontava che in passato, i migliori giovani diventati uomini nel rito, erano inviati dal campo fin sulla costa con il compito di prendere il sale, iniziando così il grande viaggio della vita. In generale era la prima volta fuori dalla propria zona. Dei partenti solo pochi tornavano con il sale, di molti non si sapeva più nulla, alcuni morivano per strada, altri forse si stabilivano sulla costa. Con questo racconto, Uarila, invitava i giovani a riflettere su cosa facessero loro del sale che venivano a ricevere nelle formazioni, soprattutto se lo riportavano a casa per dare nuovo sapore alla propria vita. </span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><br /><br /></div><div align="JUSTIFY"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">A</span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">l pomeriggio grande torneo di calcio tra le varie zone, e alla sera scambio culturale con animazione mozambicana e italiana con canti, balli e teatro. È stato un vero successo, tutti hanno partecipato con allegria e originalità. Al mattino prima dell’alba eravamo in piedi per il pellegrinaggio sulla montagna, dove è stato organizzato un momento di preghiera. Al ritorno è stata celebrata la messa di ringraziamento e dopo pranzo siamo ritornati a casa. È stata un’occasione davvero speciale di condivisione e scambio, dove non esistevano barriere comunicative, solo la voglia di stare insieme, far festa, conoscersi, pregare e condividere. Anche per noi è stata un’esperienza davvero speciale, vissuta per la prima volta, uno scambio sia con i giovani della nostra parrocchia sia con i giovani veronesi. </span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Con i giovani abbiamo vissuto altri</span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">momenti di condivisione e scambio come la visita alle comunità e ad altre realtà missionarie, l’animazione nel lar con bans e attività con le ragazze e qualche giorno di ferie al mare, per vedere le meraviglie di questa terra mozambicana! Per noi è stata una ricchezza condividere queste settimane con loro, vedere la loro voglia di buttarsi, di mettersi in gioco, di riflettere, la loro allegria e semplicità, e soprattutto il loro entusiasmo. È stata una bellissima occasione di scambio poter sentire anche i racconti delle loro vite, le loro attività in diocesi e in parrocchia, le aspettative e i progetti, condividere e assaporare insieme alcuni momenti di vita missionaria. I giovani della nostra parrocchia sono rimasti colpiti e chiedono ancora di loro. Anche le bambine del lar chiedono di loro, ricordano i bans di ti-tio Jacopo, di come ballava disinvolta ti-tia Chantal al suono del loro </span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang=""><i>batuk</i></span></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">, dei lavoretti, disegni e braccialetti con ti-tia Anna, Silvia, Ilaria e delle domande sulla scuola di ti-tio Pierpaulo. Chissà se qualcuno di loro tornerà qui!!</span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><br /><br /></div><div align="JUSTIFY"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="font-size: small;"><span lang="">Continua nel prossimo post......</span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><br /><br /></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-20803402018089517272012-09-29T08:43:00.000+02:002017-12-19T20:40:11.968+02:00LA DESPEDIDA, LE CRESIME E IL CONGRESSO DELLE MAMÃS 2012<style type="text/css"> <!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } </style><br /> <style type="text/css"> <!-- @page { margin: 2cm } P { margin-bottom: 0.21cm } --> </style> <div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">Cinque lunghi mesi, tanto è passato dal nostro ultimo post di Pasqua! Parlavi di tutto sarebbe impossibile, ma cercheremo di aggiornarvi sulla nostra vita di missione sperando di non farvi perdere l</span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">e emozioni vissute in questo periodo.</span></span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">Con la</span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""> Pasqua è tornato pe Alessio, rinvigorito dalle ferie! È stato bello riaverlo con noi, cosi l'equipe, anche se per poco, si è ricomposta! Già da subito, neanche il tempo di posare le valigie e lo aspettava un'agenda strapiena... infatti nei mesi di aprile e maggio i padri Simone e Alessio sono stati molto impegnati con l'amministrazione dei sacramenti nelle varie comunità. Paralellamente a questo le attività della parrocchia continuavano a pieno ritmo con incontri di formazione e la preparazione della </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>despedida</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">(saluti) di Emiliano e Lucia. </span></span></span></span></div><a name='more'></a><br /> <div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">A</span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">fine maggio Emiliano e Lucia hanno concluso il loro mandato di famiglia Fidei Donum in questa terra di missione! Sembra ieri quel lungo abbraccio all'areoporto di Nampula, ma da quel 28 maggio sono già passati tre mesi. Salutarli non è stato per nulla facile! Con loro oltre alla condivisione di una comune scelta missionaria si è creata una1 bella amicizia, sintonia e stima reciproca! È stato proprio bello poter camminare insieme da laici qui in missione. </span></span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">L'addio ufficiale alla parrocchia è stato il 20 maggio, in quell'occasione, è stata celebrata la messa nella chiesa parrocchiale, molto semplice</span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">ma molto sentita da parte delle persone, dove ognuno ha espresso il proprio ringraziamento e l'in bocca al lupo per il ritorno nella terra natale. Inutile dire che le lacrime erano molte da parte di tutti, in primis di Lucia e Emiliano.</span></span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">Anche il saluto nel </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">lar è stato ricco di emozioni. Le bambine hanno preparato per loro lettere e disegni, che abbiamo rilegato in un grande album con alcune foto e il giorno dei saluti lo hanno offerto ai loro “genitori” con una grande torta di </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>mandioca</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">, preparata apposta per l’occasione. Hanno cantato diversi canti e le lacrime non sono mancate! Anche noi amici dell'equipe abbiamo preparato una serata di </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>despedida</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">con una messa di ringraziamento, e per ridar slancio all'allegria abbiamo sottoposto i nostri partenti ad una caccia al tesoro ripercorrendo varie tappe della loro esperienza missionaria a Namahaca. Ci viene ancora un nodo alla gola ricordando tutti quei momenti di saluti, soprattutto il giorno della partenza da Namahaca! Che grande nostalgia, la loro mancanza si sente proprio, sopratutto ripensando alla condivisione delle giornate, delle attività e degli impegni, all'allegria e all’ingegno di Emi, all'instancabile energia e competenza di Lucia, ma il cammino percorso insieme ci ha dato anche nuovi slanci per continuare con entusiasmo la nostra camminata missionaria.</span></span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"> </span></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">Maggio è stato un mese di nuovi equilibri nelle varie attività. Con la mia entrata a tempo pieno come direttrice del lar al posto di Lucia, la direzione del centro nutrizionale è passata a sr. Ducilene. Mi ero appassionata molto al progetto con i bambini e le mamme, ma l’impegno che richiede il lar non mi avrebbe permesso di gestire entrambe le cose. Il nuovo compito l’ho accolto con molto entusiasmo; i mesi passati assieme a Lucia mi hanno aiutato a entrare nella realtà dello studentato, a conoscerne le varie dinamiche e soprattutto ad instaurare un rapporto con le ragazze e </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>mamã</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">Amida. Tuttavia non nascondo che all’inizio ero un po’ timorosa perché era un’esperienza nuova e mi sono serviti un paio di mesi per prenderci le misure e sentirmi a mio agio. Nicolò ha intensificato la sua responsabilità nella gestione dei magazzini in particolare in quello della parrocchia che lavorava a pieno ritmo con l’arrivo dei prodotti dalle comunità.</span></span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">Nuovi e</span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">quilibri logistici, a metà giugno abbiamo fatto il nostro ennesimo trasloco africano inaugurando Casa Seppi. All'inizio era strano entrare in questa casa e sentirla la nostra nuova casa abituati alla presenza di Emiliano e Lucia... è stata bella l'accoglienza a sorpresa che ci hanno lasciato con vari bigliettini di benvenuto (sono ancora appesi in casa!). Piano piano ci siamo abituati al nostro nuovo angolo, molto accogliente e indipendente, sopratutto comodo in quanto vicino al lar e ai vari magazzini. Abbiamo una nuova compagnia qui in casa, Mweri, la cagnolina guardiana?! Del guardiano ha ben poco e il suo andamento "rachitico" non impaurisce nessuno, ma se si avvicina qualche estraneo perlomeno abbaia per avvisare.</span></span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><br /><br /></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">A giugno la nostra parrocchia si stava preparando per </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">vivere un evento eccezionale: la celebrazione delle cresime! Eccezionale perchè era dal 2003 che non si celebravano le cresime qui a Namahaca! Immaginate la festa da parte della gente. L'entusiasmo si respirava nell'aria già dai mesi precedenti. I cresimandi erano circa seicento. Tantissimi! Eravamo molto contenti e anche un po' incuriositi di poter condividere questo momento di fede importante con le nostre comunità. Il numero elevato non permetteva che le cresime venissero celebrate tutte in un unico giorno, quindi, a partire dalle dieci zone della parrocchia, sono state organizzate quattro celebrazioni in quattro punti diversi in due fine settimana, rispettivamente a: Natepo, Mahetha, Xangani e Cassamo. La suddivisione in zone è stata fatta anche per aiutare le persone che venivano da lontano a raggiungere il luogo della celebrazione. Le prime cresime sono state celebrate il 7 giugno dal nostro Vescovo Dom Germano nella zona di Natepo. Lì i cresimandi erano più di 160. La gioia era tanta. La cerimonia è avvenuta all'aperto, l'altare si trovava sotto un </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>alpendre</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">(pergolato di foglie di cocco intrecciate), mentre le persone erano sedute all'ombra di due grandi alberi di </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>caju</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">. Davanti c'erano i bambini, da una parte le donne, dall'altra gli uomini. I giovani animavano i canti. È stato molto emozionante vedere tutte quelle persone nella lunghissima fila, emozionate e desiderose di ricevere la cresima, ognuna accompagnata dal proprio padrino o madrina che gli teneva la mano sulla spalla. Tutto è andato molto bene, alla fine è stato letto il discorso di ringraziamento, e le comunità hanno offerto un capretto al Vescovo. Anche le altre tre celebrazioni sono andate molto bene, anche se il Vescovo dopo la seconda celebrazione si è ammalato e al suo posto ha presieduto pe Ramani, economo della diocesi.</span></span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">Un’</span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">eccezionale testimonianza l'abbiamo ricevuta a Mahetha. L’animatore di quella zona ci aveva avvisato che forse una </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>mamã</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">non sarebbe stata presente perchè abitava molto lontano ed essendo in attesa di un bambino, che doveva nascere in quei giorni, non sapeva se sarebbe riuscita ad essere presente. Arrivato il giorno delle cresime la bella sospresa: era presente la </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>mamã</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">con il suo piccolino appena nato! Il giorno precedente la </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>mamã</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">si era fatta molte ore di cammino per arrivare alla comunità, dove durante la notte aveva partorito. Che testimonianza di forza, coraggio e fede! Conclusa la celebrazione, si è rincamminata per tornare a casa, felice, cresimata e con il suo piccolo nella </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>capulana</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">.</span></span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><br /><br /></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">A fine giugno</span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">un altro appuntamento importante per le donne, questa volta a livello diocesano: il primo congresso delle </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>mamãs</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">della diocesi di Nacala, il cui slogan era “Muthiyana Ekhove Ya Muluku” (donna volto di Dio). C’era gran fermento per il congresso, la commissione lo stava preparando da più di un anno e anche nella parrocchia c’era tanta attesa ed entusiasmo da parte delle </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>mamãs</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">. Il congresso è iniziato l’ultima settimana di giugno nel centro pastorale di Carapira. Le donne riunite erano più di duecento, dalle ventidue parrocchie della diocesi. È stato un evento molto importante e significativo per tutte le</span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>mamãs</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">, una settimana interamente dedicata a loro, sr. Joyce, missionaria dello Spirito Santo e responsabile diocesana delle </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>mamãs</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">, scrive sulla rivista Vida Nova: “È stata una settimana di grazia che Dio ci ha dato per riscoprire il Suo vero Amore con noi che supera ogni debolezza umana”. Le donne sono il pilastro della società, sono loro che silenziosamente e quotidianamente portano pesi e fatiche nella famiglia, il congresso ha permesso loro di sentirsi valorizzate, di riscattarsi, ricaricarsi, trovare nuova forza, entusiasmo e un nuovo slancio nella fede cristiana. I temi trattati sono stati molti e trattavano vari aspetti: fede, cultura, diritti, salute. Formazione, ma anche condivisione, scambio, preghiera e attività ricreative. </span></span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">Le dieci </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>mamãs</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">della nostra parrocchia che hanno partecipato al congresso assieme a sr. Ducilene sono tornate davvero entusiaste e ricaricate, e ora stanno trasmettendo alle altre </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>mamãs</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">della parrocchia la ricchezza ricevuta. Il loro entuasiasmo è proprio contagioso! Il prossimo anno sarà un anno speciale per loro perché organizzeremo un congresso a livello parrocchiale (luglio 2013). Già da ora, con la nostra animatrice parrocchiale </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang=""><i>mamã</i></span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">Apina, stiamo cominciando a progettare questo evento importante pensando ai temi, lo slogan, le formazioni e l’organizzazione logistica. Comunque andrà, sarà un successo perchè sarà uno spazio speciale riservato alle donne!</span></span></span></span></div><div align="JUSTIFY"><br /><br /></div><div align="JUSTIFY"><span style="color: black;"><span style="font-size: small;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">... </span></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span lang="">Continua nel prossimo post!</span></span></span></span></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-59859769378490111552012-04-04T16:30:00.000+02:002017-12-19T20:40:11.985+02:00Boa Páscoa<span style="font-family: Calibri;">Salama! </span><br /><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Sta per finire il periodo durissimo della fame iniziato a dicembre con le scorte alimentari che cominciavano a scarseggiare. Anche la stagione delle piogge sta per finire e finalmente la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">colheta</i> (raccolto) è alle porte. I primi sacchi pieni di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">amendoim</i> (arachidi) cominciano ad arrivare in parrocchia e il profumo di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">massaroca assada</i> (pannocchie cotte sul fuoco) è nell’aria. Che bello vedere tutte le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">machambas</i> così verdi e ricche di prodotti, tutto attorno è così rigoglioso! È cosi vivo! Che sollievo pensare che il periodo della fame sta per finire. Sono stati mesi durissimi, tantissime persone venivano a bussare alla porta per chiedere soldi, cibo, lavoro, un aiuto. Alla fame si aggiunge la malaria che con la pioggia si intensifica e colpisce moltissime persone. Che fare? Ogni volta si stringe il cuore perché istintivamente vorresti dare, dare, dare per aiutare tutti. Ma poi ti chiedi se questo dare a chiunque chieda sia la maniera giusta e rispettosa per aiutare. Aiutare chi? Loro o noi stessi a sentirci a posto? Tanti interrogativi che ci siamo posti nella nostra equipe missionaria in questi mesi per trovare la maniera giusta per rispondere alle varie richieste di aiuto delle persone. Per cercare di capire chi effettivamente si trovasse in una situazione di emergenza ed avesse bisogno di essere aiutato e chi invece ne stesse approfittando. È <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nelle riunioni del lunedì, in cui, in equipe, affrontiamo tutte queste questioni. A lungo conversiamo e ci confrontiamo per incontrare la maniera migliore per intervenire, le modalità per non creare dipendenze o assistenzialismo. Si cerca di fare il meglio, sapendo che anche questa ricerca delle modalità più giuste per star vicino alla gente non è facile da scoprire e a volte passa attraverso gli errori. </span></div><br /><a name='more'></a><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Ho toccato con mano questa situazione difficile anche nel centro nutrizionale dove le mamme mi dicevano che questo è un periodo difficile <i style="mso-bidi-font-style: normal;">“fome, mama!”</i>. Abbiamo sofferto insieme in questi mesi, ma ora le mamme già guardano con più speranza l’orizzonte, visto che il raccolto è vicino. E anch’io sono fiduciosa che almeno qualcuna cominci a preparare la pappetta per i suoi bambini in casa con i prodotti della <i style="mso-bidi-font-style: normal;">machamba</i>. Credo molto in questa camminata che stiamo facendo con le mamme, pur sapendo che siamo ancora all’inizio e come in tutte le cose ci vorrà molto tempo. Il lavoro al centro mi piace molto, anche se a volte è duro,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>è un pugno nello stomaco vedere la sofferenza delle mamme e dei bimbi, la cui vita è davvero appesa ad un filo sottile. Chissà se ce la farà la piccola Algirinha, nata un mese fa, e già orfana di mamma. È il papà che si occupa di lei, purtroppo non c’è una zia, una mamma, una donna che aiuti questo papà e non sappiamo se lui riuscirà da solo, le condizioni della piccolina sono molto precarie; chissà se ce la faranno le due gemelline Alifa e Alifinha appena nate, anche loro orfane di mamma. Purtroppo, come accade spesso, la mamma ha partorito in casa e non ce l’ha fatta. Sono la nonna materna e il papà ad occuparsi delle piccole, o ancora chissà se riuscirà a recuperare il piccolo Francisco, anche lui orfano, che ha passato un mese senza venire al centro perché la nonna era malata. Vicino ai casi più disperati, ci sono i sorrisi dei bimbi che hanno recuperato molto bene e che tra poco termineranno con il progetto, come Agirina, Cesar, Maria e Marinha. Nel centro nutrizionale il rapporto con le mamme è bello anche se spesso rimane solo a livello superficiale a causa della lingua, ma per fortuna c’è <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mama</i> Natalia che mi aiuta nella traduzione. Le mamme sono tenere. Alcune di loro arrivano perché non riescono ad allattare a causa di piccoli problemi al seno, che all’ospedale non curano o trascurano. Altre invece hanno problemi più seri come mamma Rathima, che sta molto male, si tratta di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Aids. Forse altre ce l’hanno, ma non si sa, nessuna fa le analisi per paura. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><i style="mso-bidi-font-style: normal;">Mama</i> Natalia mi aiuta anche in tutta la parte logistica, ovvero nel preparare i prodotti per la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">papinha</i>. A breve sarà il periodo delle banane, quindi aggiungeremo alla pappa anche la farina di banane. Ora stiamo comprando la scorta di<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> amendoim.</i> E’ freschissimo, appena raccolto dalla machamba, ed è strano per noi abituati a vedere le arachidi solo nel periodo delle feste, pensare che qui fa parte dell’alimentazione base. Viene mangiato fresco,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tostato o macinato per insaporire il sugo dei fagioli che si mangiano con la “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">xima</i>”, la polenta bianca. Lo stiamo comprando in sacchi e ancora con la buccia, si deve quindi lasciare al sole per seccare per quasi una settimana: <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>al mattino si deve stendere e al pomeriggio raccogliere altrimenti la notte i topi fanno festa. In tutto questo l’apporto di Josè, il lavoratore di fiducia delle suore e della missione, è fondamentale. Le scorte che compriamo ci devono durare tutto l’anno, non è sempre facile gestire quantità e stoccaggio. Fortunatamente c’è il grande supporto di Nicolò che mi aiuta nella gestione del magazzino del centro.</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Si, ci sono anch’io, anche il mio lavoro si è intensificato in questi mesi, tra gestione magazzini, manutenzione elettrica dei vari ambienti e piccoli e grandi lavori di ristrutturazione con Emiliano. Lavori semplici ma che danno tanta soddisfazione, come riuscire a sistemare l’impianto elettrico del lar! Ora le bambine hanno due ore di luce alla sera, per mangiare e studiare prima di andare a letto.. e al sabato per<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> “batukare”,</i> far festa tra di loro, non più al buio. In questi ultimi giorni abbiamo affrontato la grande impresa che sempre ha ‘terrorizzato’: sostituire la pompa idraulica del pozzo che porta l’acqua nelle nostre case. La pompa era stata installata quindici anni fa e nelle ultime settimane non lavorava più a pieno ritmo. Questo causava uno scarso riempimento della cisterna e uno spreco di gasolio per mantenere acceso il generatore più a lungo e caricare la stessa quantità d’acqua. Tuttavia queste settimane di mal funzionamento ci ha dato il tempo per prepararci al lavoro e per tentare qualche verifica. Grazie all’aiuto a distanza di Michele Dai Pre e al suo collega Paolo, in soccorso telefonico dall’ufficio, abbiamo cominciato a fare delle prove elettriche per testare se cambiava la portata d’acqua. I nostri strumenti di misura erano abbastanza limitati avendo solo un rubinetto e un tubo di gomma.. e così mentre Emi rimaneva fermo con il tubo in mano per controllare se il getto d’acqua migliorava, io scambiavo le connessioni elettriche.. fallito il test ci siamo decisi, abbiamo costruito una impalcatura di legno sopra il pozzo e di buonora abbiamo iniziato il lavoro aiutati da tutta la famiglia Castelo, i lavoratori della missione. E’ stata dura estrarre trenta <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>metri di tubi di ferro e sostituirli. Una volta estratti i tubi siamo andati in città per comprare pompa e materiale. Fortunatamente avevamo il supporto tecnico di Michele e Paolo che facevano i calcoli in diretta per valutare se le varie pompe e i tubi di connessione che incontravamo potevano andar bene per il nostro caso. Fortunatamente tutto è andato bene, abbiamo trovato il materiale che ci serviva e il trasporto dei tubi lunghi sei metri fino a Namahaca non ci ha dato problemi, nonostante le condizioni della strada disastrate a causa delle piogge. Incredibilmente il giorno successivo a mezzogiorno la nuova pompa era già in funzione, di nuovo ai suoi trenta metri di profondità. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Anche le attività pastorali procedono a pieni ritmi, e ogni settimana ci sono incontri qui in parrocchia. Tutti meriterebbero di essere raccontati. Molto interessante è stato l’incontro con i consiglieri e le consigliere. Sono i <i style="mso-bidi-font-style: normal;">papas</i> e le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mamas</i> che guidano i ragazzi e le ragazze nel rito di iniziazione. Sono gli educatori, coloro che danno i consigli di vita, trasmettendo cultura e tradizioni, ma anche preparandoli ad essere adulti. I ragazzi finito il rito di iniziazione sono considerati adulti, pronti a sposarsi, creare una famiglia ed affrontare tutti i problemi che la vita gli può presentare. Gli incontri hanno l’obiettivo di aiutare i consiglieri (uno per ogni zona della parrocchia) a valorizzare questa tappa importante della vita di un ragazzo e di una ragazza anche da un punto di vista cristiano. Sono occasioni importantissime per noi per entrare negli aspetti più intimi della cultura e della tradizione, per avvicinarci a loro, al loro modo di concepire le tappe importanti della vita della persona. Avere l’opportunità di vivere e condividere questi momenti con loro è un grandissimo arricchimento umano. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Come coppia stiamo anche accompagnando, assieme a Emiliano, Lucia e ir. Ducilene, il percorso delle giovani coppie. Sono coppie di giovani sposi con figli, sposati solo tradizionalmente ma che si stanno avvicinando al matrimonio cristiano. Alcuni temi che affrontiamo negli incontri: il significato del matrimonio cattolico, la corresponsabilità nella coppia, la morale cristiana, l’affettività. Altri ministeri che stiamo accompagnando con la collaborazione di altri membri dell’equipe, sono le coppie, i giovani e giustizia e pace.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>A breve ci sarà<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un incontro di giustizia e pace interparrocchiale proprio a Namahaca. Ques'anno, tra gli obiettivi prioritari, c’è la formazione socio-politica in vista delle elezioni presidenziali del 2013. Cercheremo di approfondire con gli animatori di J&P il significato delle parole diritti e doveri, politica, bene comune, e parleremo dei mega progetti di investimento in atto in Mozambico da parte di alcune grandi multinazionali. Insomma tante attività a livello pastorale, sociale, umano che ci impegnano e ci entusiasmano.</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Attività, lavoro, ma anche momenti di festa. Il mese scorso abbiamo ricevuto la visita dei novelli sposini Alessandra e Andrea! È stato bellissimo averli qui con noi, non ci sembrava vero che avessero deciso di passare la luna di miele in Mozambico. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Una visita che abbiamo sognato per tanto tempo e che finalmente si è concretizzata a fine febbraio. Arrivati freschi di matrimonio, ci siamo fatti raccontare tutti i dettagli. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Che bello vedere le loro emozioni ancora vive negli occhi e nei sorrisi. Qui a Namahaca hanno conosciuto la nostra equipe, le bambine del lar, che li hanno accolti cono canti festosi, ci hanno aiutato nel centro nutrizionale e in qualche lavoro di manutenzione. Abbiamo accompagnato pe Simone in alcune comunità e hanno conosciuto tutti gli animatori parrocchiali in occasione del consiglio pastorale. Insomma hanno respirato un po’ di aria di missione! Non ultimo qualche giorno di svago al mare e a visitare la vecchia capitale, l’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">Ilha de Mo</i><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">ç</span>ambique</i>. Avere i nostri testimoni qui con noi a condividere un pezzettino di questa camminata missionaria è stata una gioia. E’ stata molto bella la testimonianza sulla loro scelta missionaria nella comunità “Sulle orme” di Fittà, che hanno condiviso con tutta l’equipe durante la messa. Ci hanno raccontato la loro esperienza, i progetti, i sogni e le speranze per il futuro. Che meraviglia come Dio in maniera diversa si serve di tutti per spargere nel mondo tante gocce di speranza. Sono stati giorni intensi che sono passati velocissimi.. abbiamo chiesto ad Alessandra e Andrea di condividere nel blog le loro impressioni su questa breve esperienza missionaria. Siamo sicuri che a breve arriverà anche il loro post, nel frattempo si sono fatti postini e ci hanno detto di aver caricato alcuni video per permettervi di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">‘matar saudade de n</i><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">ó</span>s’</i>. Siamo curiosi anche noi! Le visite non sono finite perché ad Alessandra e Andrea si sono aggiunte le visite dell’equipe del CUM. Un’altra bella occasione di scambio e condivisione delle attività della missione. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Oggi abbiamo celebrato Domingo de Ramos con la comunità di Namahaca. Domenica delle Palme: l’entrata di Gesù a Gerusalemme, l’entrata per tutti noi cristiani nella Settimana Santa E’ stata una celebrazione molto semplice, ma molto sentita da parte della gente infatti la chiesa era piena, è iniziata con una piccola processione con i rami benedetti, per poi proseguire in Chiesa dove l’anziano ha presieduto la liturgia della Parola. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Tra una settimana celebreremo la Pasqua del Signore, pasqua di resurrezione, di liberazione. Il grande mistero della croce, l’atto di amore di Gesù, ancora una volta ci lascia senza parole, ci fa riflettere e ancora di più ci interroga qui, in questo posto dove celebreremo la nostra seconda Pasqua, in missione. Ci siamo chiesti che significato abbia per i nostri amici africani la Pasqua, la resurrezione di Gesù. Forse non lo sapremo mai. Pasqua non è liberazione da tutte le croci quotidiane che la gente silenziosamente porta: fame, mancanza di una assistenza sanitaria adeguata, analfabetismo, povertà, ma Pasqua è sicuramente liberazione dal peso del “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">medo</i>”, il peso che rende le croci di questo popolo ancora più pesanti, la paura del "<em>feti<span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">ç</span>o" </em>malocchio paura che imprigiona, immobilizza, schiaccia, fa rimanere con la testa rivolta verso il basso, e non permette di vedere oltre, di alzarsi e puntare a un orizzonte diverso, è luce nell’oscurità. Una paura che ha radici culturali profonde, che viene giustificata e portata avanti in nome della tradizione: “è sempre stato così”, “tutti fanno così”, “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">n</i><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri;">ã</span>o posso</i>, <i style="mso-bidi-font-style: normal;">estou com medo</i>”, “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">medo!</i>”.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>E’ una Pasqua di resurrezione, un rinascere a vita nuova, una vita purificata e liberata dall’amore di Gesù, senza paura, il suo Spirito è con noi per aiutarci a rendere il giogo soave e il peso leggero. Pasqua è liberazione da tutto ciò che ci rende schiavi, è gioia di vivere liberati e liberi di essere se stessi. E’ amore per noi, per il prossimo e per Dio. Amore vissuto nelle relazioni, in famiglia e nella comunità. E per noi, che significato ha la Pasqua? E’ un lasciarci morire in ciò che di noi non ci piace, ci fa male, le nostre oscurità che ci legano, per fare il salto e rinascere, risorgere rinnovati, liberati, dalla forza dell’amore di Gesù e fortificati dalla Sua resurrezione. Il mistero della croce diventa un passaggio indispensabile per rinascere, migliorare, maturare. Pasqua non è liberazione dalle nostre croci, è molto di più, è consapevolezza che in queste difficoltà Gesù è al nostro fianco, è la nostra forza.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>La Pasqua è rinnovamento della nostra relazione con il Signore. Sarà una Pasqua di amore anche per noi nella fraternità di questa vita missionaria. Grati al Signore di questo dono che ci sta facendo. Dono che ci arricchisce e ci matura. Dono a volte scomodo da vivere, soprattutto di fronte alle difficoltà o allo sconforto, faticoso quando ci chiediamo: ma chi ce lo fa fare, doloroso quando ci sentiamo diversi, non capiti, male interpretati, colpevoli a causa del significato storico del colore della nostra pelle, o incapaci, inadeguati, impotenti, insufficienti rispetto la cultura nella quale stiamo vivendo, rispetto il rapporto con le persone, e ai divari tra noi e loro. Certi che ogni gioia e difficoltà, ogni cosa in sé non ha senso se non vissuta nell’ottica della fede, di una progettualità più grande che ha radice e significato solo in Dio. Croce ma anche liberazione, resurrezione! Alla fine certezza! Pasqua è ripartire rinnovati e fortificati nello Spirito e nella fede con la forza di Gesù risorto. </span></div><br /><h2 style="margin: 12pt 0cm 3pt;"> <span style="color: red;"><em><span style="font-family: Cambria;">Buona Pasqua di resurrezione a tutti!<o:p></o:p></span></em></span></h2><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><span style="font-family: Calibri;">Mpaka nihiko nikina!</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><span style="font-family: Calibri;"><span lang="PT" style="mso-ansi-language: PT;">Um abra</span><span lang="PT" style="mso-ansi-language: PT; mso-bidi-font-family: Calibri;">ç</span><span lang="PT" style="mso-ansi-language: PT;">o,<o:p></o:p></span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><span lang="PT" style="mso-ansi-language: PT;"><span style="font-family: Calibri;">Francesca e Nicolò<o:p></o:p></span></span></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-62468199359766741392012-03-21T15:46:00.000+02:002017-12-19T20:40:12.001+02:00Alcuni video da Namahaca!Ciao a tutti!<br />Sono Andrea e con mia moglie Alessandra abbiamo scelto di andare a trovare Nicolo', Francesca e tutta l'equipe missionaria di Namahaca durante il nostro viaggio di nozze.<br />Ci siamo sposati l'11 febbraio 2012 e il 23 febbraio eravamo in terra d'Africa!<br /><br />Abbiamo passato dei bellissimi giorni da missionari, inseriti nella routine della normale amministrazione della missione, visitando le comunita' la domenica con don Simone, Nico e Franci per la messa, conoscendo vari missionari comboniani che operano nella zona, visitando le citta' di Nacala e Nampula, senza scordarsi della meravigliosa natura che ci circondava nelle nostre attivita'.<br /><br />Abbiamo visto i nostri amici all'opera nella missione come responsabili del centro nutrizionale, del magazzino sementi, dello studentato femmilile (LAR) , nella veste di autisti da safari, meccanici, elettricisti, commercianti provetti nei mercati delle citta'; ma sono bravi anche ad avere un tempo quotidiano per la preghiera insieme e per la celebrazione dell'eucarestia, un tempo per vivere la propria vocazione matrimoniale nella vita di coppia, nonche' un tempo per il meritato riposo!<br /><br />Tornati in patria, visti i notevoli problemi con le comunicazioni internet che ci sono la' (dall'altra parte del "digital divide"), ci siamo fatti portatori di alcuni video per il blog che raccontano un po' le attivita' svolte nella missione presso la parrocchia di Namahaca!<br /><br />Eccoli!<br /><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><br /><div style="text-align: center;"></div><div style="text-align: center;"></div><div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dw4mCAhHsXce79fbtKcOUwLDOgjt-OF2KpZOUvjRs_LmNPUMRb5dIY_Ezi2xJVa2VurdfmBNrhe_BXwN8VV-A' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-84836903051185221182012-02-08T19:33:00.000+02:002017-12-19T20:40:12.017+02:00Con la pioggia nasce anche la speranza<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">Eh si, è già passato il Santo Natale, i presepi sono ritornati nelle scatole con gli addobbi in quell'angolo polveroso della soffitta. </span></span></div><span style="color: #00000a;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";">È cominciato anche il nuovo anno con una bella sorpresa: la tanto attesa pioggia!!! I segnali dell'arrivo erano chiari, lunghi giorni carichi di umidità.. le nuvole rapide che correvano nel cielo, e poi lo scrosciare di un bell'acquazzone interrotto dalle urla gioiose dei bambini che accorrevano</span><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 8pt; line-height: 115%;"> </span><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";">per giocare e farsi la doccia con l'acqua che trasbordava dalle grondaie! E non solo i bambini...tutti i vicini si sono precipitati per riempire i secchi d'acqua senza dover andar al pozzo..ecco la pioggia: che grande festa! E’ la speranza della vita che rinasce. Ora tutto cambia, in pochi giorni nei terreni qui attorno è rinata l'erba ed è un fermento per seminare! La strada secondaria che ci porta sulla ‘provinciale’ sempre in terra battuta, prima un saliscendi, ora in alcun punti è diventata una unica pozzanghera e percorrerla è un’avventura. <o:p></o:p></span></span><br /><br /><a name='more'></a><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">Nel periodo di Avvento la gente ha vissuto una vera attesa: le ultime settimane della stagione secca con i terreni aridi come distese di sabbia, le scorte di cibo quasi finite e il problema di dover guardare un po’ di prodotto per la semina, se si vuole mangiare il prossimo anno. Attesa vissuta nelle lunghe giornate afose, a “capinar” (zappare) con il volto rivolto verso il basso, a preparare quel terreno arido, come un guardare alla propria vita, alle proprie aridità, poi improvvisamente alzare gli occhi al cielo, la luce della stella, il canto gioioso degli angeli, la nuova Speranza, che fa rinascere la vita e la rinnova in tutti i suoi aspetti. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">In questa attesa è arrivato il nostro primo Natale africano. Un Natale semplice ed essenziale..niente luci o addobbi.. le giornate passavano tutte uguali, nessun segnale esteriore..solo il piccolo presepe di legno nella cappella delle suore, e così da un giorno all’altro ci siamo ritrovati alla Vigilia. Vivere il Natale qui ci ha permesso di riflettere anche su questo, sull’essenzialità..di riscoprire la bellezza della silenziosa e raccolta attesa della nascita di Gesù bambino in mezzo a noi. Nato anche qui, tra questo popolo, tra questa gente, nella loro povertà e semplicità. Che bello questo piccolo Gesù che nasce e condivide l’umanità di tutti i suoi figli. Ci siamo anche interrogati su che cosa significhi veramente Natale e Speranza, per questo popolo che vive una vita tanto dura tra povertà e fatiche. Ma la risposta non è semplice, né immediata soprattutto per noi che siamo arrivati da così poco tempo..<u><o:p></o:p></u></span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">La Veglia di Natale l'abbiamo passata nella piccola comunità di Napajo. La messa iniziava alle diciotto, quindi poco prima del tramonto siamo partiti per arrivare con le ultime luci del giorno. Poche persone ci stavano aspettando, ma il rumore dell'auto le ha fatte accorrere tutte alla cappella. Abbiamo ricevuto una bella accoglienza con molti canti e dopo le presentazioni di rito dei responsabili e dell’equipe missionaria siamo entrati nella cappella di fango e paglia per iniziare la messa. L’atmosfera era molto raccolta, la poca luce veniva da due lampade a petrolio, ci sembrava di essere in quella santa capanna di Betlemme. E’ stata una bella celebrazione, molto festosa nel momento del Gloria: è nato il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Salvatore! Finita la Messa c’è stata un po’ di animazione con alcuni teatri organizzati dai giovani. I dialoghi erano in makua, ma la mimica, i gesti, i toni erano inequivocabili! Così abbiamo fatto un po’ di festa insieme a questa comunità sotto quel meraviglioso cielo stellato. Una bella sorpresa è stata quando abbiamo visto che il cellulare prendeva e così ne abbiamo approfittato per telefonare alle nostre famiglie e a don Silvano, il nostro parroco di Tregnago, e fare in diretta i nostri auguri di Buon Natale. E’ stato bello sentirci con le famiglie, con la nostra comunità, ci ha fatto sentire vicini! <s><o:p></o:p></s></span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">Il giorno di Natale l’abbiamo passato nella comunità di S. Paolo Namiji, a voi il nome dirà poco, ma è stata la prima comunità che abbiamo visitato quando siamo arrivati in Mozambico a febbraio dell’anno scorso. Qui la festa è stata tripla perché si festeggiava il S. Natale, i battesimi dei bambini e la benedizione della nuova cappella. Anche qui le persone ci hanno accolto in maniera molto calorosa e tutta la celebrazione è stata un canto di gioia. E’ stato bello ritornare lì nel giorno del Natale, riconoscere i volti delle persone che ci avevano fatto una grande festa l’anno precedente, rivedere i responsabili della comunità e conoscere la famiglia di Amade, un larista di Memba.</span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">Al pomeriggio, abbiamo ricevuto un regalo davvero speciale: dopo esser ritornati dalla comunità, stavamo andando alla casa delle suore per mettere il cellulare nella torretta delle comunicazioni per provare ad inviare e ricevere qualche sms di auguri.. e mentre stavamo attraversando rapidamente il “deserto” (il pezzettino di strada che và dalla casa dei padri a quella delle suore, che ora ha cambiato nome in “palude” per le pozzanghere) vediamo una persona che ci viene incontro, ci sembra di riconoscerla, e man mano che si avvicina il dubbio sparisce: è in nostro papà Arlindo, il responsabile delle famiglie della Parrocchia di Cavà, che è venuto a trovarci per portarci i suoi auguri di Natale. Ci siamo abbracciati forte, è stato un momento molto emozionante, era da più di tre mesi che non lo vedevamo. Con lui avevamo costruito una bella relazione, non possiamo dimenticare l’aiuto che ci aveva dato assieme a papa Salvatore nei mesi passati a Memba-Cavà, era stato come quello di un padre con i suoi figli. Ci siamo seduti sotto una fresca ombra davanti alla nostra casa e ci siamo raccontati un po’ di questi tre mesi. Dopo averci espresso la sua sofferenza per il nostro spostamento da Cavà a Namahaca, ha proseguito raccontandoci che per lui e la sua famiglia non era stato un periodo molto facile. Innanzitutto il recupero da quella sua operazione che dopo tanto tempo aveva finalmente deciso di affrontare facendoci operare dall’ernia..Purtroppo qui moltissime persone soffrono di ernia, soprattutto a causa delle durissime condizioni di lavoro e vita che li costringono a rimanere piegati per molte ore per lavorare la terra e caricare molti pesi..Fortunatamente papà Arlindo aveva deciso di farsi operare e la sua operazione era andata bene anche se non aveva ancora recuperato del tutto. Ma a provare duramente la sua famiglia era stata la perdita della casa a causa di un incendio accidentale quando lui si trovava a Nacala e la moglie a Memba. L’incendio aveva bruciato tutto! Con queste preoccupazioni il nostro papà Arlindo e mama Adelaide hanno affrontato il Natale. La speranza ora sono i loro figli che insieme li aiuteranno a ricominciare..a ricostruire nella stagione secca la nuova casa. Fortunatamente ci aggiunge Arlindo “avevo già seminato e la stagione promette bene così un po’ di cibo è assicurato..”. Nei suoi occhi e nelle sue parole abbiamo visto quella Speranza, quella profonda fede in Dio, quell’affidarsi senza remore..questa è la Speranza del Natale. E le sue parole, sono state parole di speranza anche per noi, speranza in questa nuova missione, in questo nuovo progetto a Namahaca. <o:p></o:p></span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">Ma le sorprese non sono finite perché alla sera, grazie ai nostri mitici postini Lucia ed Emiliano da poco rientrati dall’Italia, abbiamo ricevuto degli altri regali che ci hanno scaldato il cuore: il video degli amici di Tregnago, le lettere di auguri e i disegni dei nostri nipotini! Grazie amici!! Il video è stato fortissimo!! Ci avete fatto sentire li con voi, rivedere persone care, conoscere i bimbi nati da poco come la piccola Mariele e i piccoli Gabriele e Mattia, e vedere come gli altri bimbi sono cresciuti come il piccolo grande Giovanni. Anche le lettere sono state inaspettate come anche i disegni dei nostri nipotini che abbiamo subito appeso!! Insomma nel cuore ci siamo sentiti un po’ a casa!<o:p></o:p></span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">Dopo il Natale sono arrivati anche per noi alcuni giorni di riposo, e con tutta l’equipe siamo andati tre giorni a Pemba, una città nella provincia di Capo Delgado, che si trova sul mare, ospiti delle Pastorelle. Il luogo era davvero bello e l’accoglienza delle suore molto calorosa. Tre giorni per recuperare energia e per migliorare la nostra equipe condividendo un po’ di relax e chiacchiere, insomma una bella ricarica per iniziare bene l’anno. Prima di ritornare in missione siamo passati anche da Balama per salutare delle suore comboniane che erano state nella missione di Namahaca in passato. </span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">Con l’inizio dell’anno nuovo abbiamo affrontato una serie di incontri “interni” d’equipe per un po’ di verifica, organizzazione della missione con la nostra presenza, e passaggio di consegne di pe Alessio che starà fuori per tre mesi per le sue meritate ferie. Oltre alle riunioni sono iniziate anche le attività, prima fra tutte la riapertura del lar femminile il 12 di gennaio. Dopo un po’ di preoccupazione iniziale perché sembrava che ci fossero poche iscritte, siamo arrivate ad accogliere 27 ragazze della 6° e 7° classe, la nostra 2° e 3° media. Le ragazze sono davvero belle, allegre ed entusiaste. Alcune di loro sono veterane, l’anno scorso frequentavano già vivevano nel lar, altre invece sono nuove. Lucia mi sta aiutando ad entrare e conoscere un po’ più da vicino l’organizzazione del lar, e devo dire che è organizzato molto bene! La mia presenza è principalmente al pomeriggio quando aiuto le ragazze, assieme e Lucia e mama Amida nei compiti per casa, ma anche il sabato mattina quando c’è la solenne preparazione del pane: mhhhh, che buono!<o:p></o:p></span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">Il 27 di gennaio c’è stata l’apertura di un nuovo progetto di cui mi occupo in prima linea: è il progetto nutrizionale Mwana Mukumi (mwana significa bambino, mukumi significa sano). Non è un progetto che nasce dall’oggi al domani, ma ha radici lontane, è stato pensato in questi due anni da Lucia e dall’equipe di Namahaca che hanno seguito moltissimi casi di bambini malnutriti (con consegna di latte in polvere ai bambini segnalati dall’ospedale). Con l’apertura del centro nutrizionale si è pensato di incrementare il servizio con la preparazione di “multi-mistura” pappe per lo svezzamento di bambini. Le pappe vengono preparate con le mamme. L’obiettivo è quello di aiutare le mamme a divenire poco a poco autonome e di riuscire a preparare da sole in casa la pappa per il loro bimbo senza dover sempre dipendere dal centro. Per la pappa si usano solo ingredienti facilmente reperibili come la farina di miglio e di fagioli, le arachidi e le foglie di mandioca, ricche di ferro. Inoltre circa una volta al mese, è prevista la formazione data da un infermiere dell’ospedale su alcuni aspetti importanti come l’alimentazione, l’igiene e la salute dei bimbi. E’ un percorso di crescita che vogliamo fare assieme alle donne e in collaborazione con l’ospedale. Il giorno dell’inaugurazione, sono venute molte mamme, abbiamo invitato anche le autorità e la direttrice dell’ospedale per dare ufficialità al progetto. Le mamas presenti erano quelle che già erano accompagnate con la consegna del latte in polvere. Dopo una piccola presentazione circa gli obiettivi del progetto, abbiamo fatto una dimostrazione pratica di come si prepara la papinha, con ingredienti, dosi e quantità. E’ stato un giorno molto bello ed intenso, le mamme erano attente e molto interessate. <o:p></o:p></span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">Oltre al lar, al centro nutrizionale, ci sono altri progetti attivi nella missione, come quello di microcredito, e il magazzino delle sementi. Ecco insomma, un nuovo anno, intenso per attività e progetti, programmazione pastorale parrocchiale ed incontri zonali e diocesani. Intenso anche per quanto riguarda le visite che dovremmo ricevere. Innanzitutto in questi giorni abbiamo ricevuto la prima visita dell’anno: don Mario Masina, il Vicario Generale della Diocesi di Verona. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>E’ stata davvero una bella occasione di scambio, condivisione e conoscenza di noi missionari e della realtà missionaria e per noi per respirare una ventata della nostra Diocesi. A fine febbraio verranno a visitarci i nostri carissimi amici e testimoni Alessandra e Andrea, freschi sposi il prossimo 11 febbraio, passeranno con noi quindici giorni della loro luna di miele (a proposito, a noi hanno mandato l’invito anche per il pranzo, ma per alcuni problemi logistici non potremo esserci, se qualcuno si volesse infilare alla festa al posto nostro.. solo due, mi raccomando).<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>A metà marzo sarà la volta del CUM (centro unitario missionario) in visita ufficiale ai missionari italiani presenti in Mozambico. Saranno con noi a Namahaca per alcuni giorni, se non il direttore don Maurizio Cucculo, di sicuro don Sergio Marcazzani, storico direttore del CMD, e Paolo Annechini. Poi.. poi.. poi.. altre visite non ancora confermate, come quella dei nostri genitori a luglio e di un gruppo di giovani veronesi che si stanno organizzando con il Centro di Pastorale Giovanile e MGM, e se tutto va bene dovrebbero arrivare ad agosto… per quanti fossero interessati mettetevi in contatto con il CPG il prima possibile per avere tutte le informazioni. <o:p></o:p></span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">Per il momento e tutto, qui Namahaca passo e chiudo!<o:p></o:p></span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">Un abbraccio forte a tutti, a presto!! <o:p></o:p></span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif";"><span style="color: #00000a;">Francesca e Nicolò</span></span></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-4801447767714978922011-12-15T12:10:00.000+02:002017-12-19T20:40:12.042+02:00Nuovo progetto a Namahaca<span style="font-family: Calibri;">Salama! Ciao carissimi amici,</span> <br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">vi speriamo tutti bene, incolumi dall’influenza stagionale. Anche noi stiamo bene, e da molti mesi non abbiamo più preso la malaria! Ma lo diciamo sottovoce perché il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mosquito</i> antipatico è sempre in agguato. Soprattutto in questo periodo che sono aumentate notevolmente temperatura e umidità. Stiamo sperimentando il cosiddetto caldo africano! Dall’ultima volta che abbiamo scritto ci sono state delle novità con alcuni cambiamenti nelle due missioni qui in Mozambico, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>il nostro progetto è cambiato e da Memba siamo stati trasferiti a Namahaca. </span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;"></span></div><span style="font-family: Calibri;"></span><br /><span style="font-family: Calibri;"><a name='more'></a>La nostra nuova casa ora è casa Leoncini, che già ci aveva ospitato nei primi mesi dopo il corso di Anchilo. Vi chiederete: “Come, un altro trasloco?!” Ebbene sì, è proprio il caso di dirlo che qui in Africa ci sono sempre imprevisti e novità! La cosa importante è vivere tutto sempre con molta apertura e nell’ottica del servizio. Questo è lo stile che abbiamo scelto sin dall’inizio, quando ci era stata fatta la proposta di partire per la missione, ci siamo affidati senza troppe domande sul dove, con chi, con quale progetto, con quali obiettivi, ma abbiamo accolto con leggerezza di animo e bagaglio la proposta per l’Africa. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>L’importante non è il dove ma il come, non è il fare ma lo stare. Ma una volta entrati in una realtà è difficile lasciarla per entrare in un’altra che per quanto vicina, in termini geografici, è comunque differente. Non è facile <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>soprattutto perché si lasciano delle persone con le quali si sono costruite delle relazioni, si sono condivise fatiche ma anche gioie e soddisfazioni. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>In questo cambio di progetto, è stato difficile lasciare i nostri amici di Cavà e Memba, con loro abbiamo percorso il primo pezzettino della nostra avventura missionaria in questa terra. </span><br /><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">A Namahaca siamo stati accolti a braccia aperte, innanzitutto dall’equipe missionaria, dall’animatore parrocchiale il sig. Fernando, da <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mama</i> Apina, e via via da tutti gli altri <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>animatori. Abbiamo trovato nuovi amici che ci hanno fatto sentire da subito il loro calore. Alcuni animatori li conoscevamo già, grazie ai primi mesi in cui facevamo i pendolari tra Namahaca e Memba o in occasione delle formazioni diocesane, altri sono nuovi. Questa sarà la nostra nuova famiglia per i prossimi due anni e mezzo. Cambiano le persone attorno e cambia anche l’ambiente: Memba è una piccola cittadina del litorale, la maggior parte delle persone parla portoghese, mentre Namahaca è una comunità del <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mato</i>, dell’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">interior</i>, dove la maggior parte delle persone sono <i style="mso-bidi-font-style: normal;">camponeses</i> (contadini) e parlano solo macua. Persone differenti ma con lo stesso grande cuore e il bene che ci stanno dimostrando è sempre lo stesso. Namahaca è una realtà più povera ed essendo nell’<i style="mso-bidi-font-style: normal;">interior</i> non ci sono tutte le comodità che c’erano a Memba come ad esempio l’elettricità. Qui, alle sei di sera, l’unica luce che illumina fuori è il chiarore della luna e di milioni di stelle e in particolare una meravigliosa Via Lattea.. Contemplare il cielo stellato ti riempie il cuore e ti fa percepire l’amore che Dio ci esprime attraverso questo sconfinato splendore.</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Come ci sentiamo? Con la voglia di ripartire, ricominciare ma non da capo, forti dell’esperienza che abbiamo vissuto fino a oggi. Ormai è già un mesetto che siamo operativi nella nuova missione. Oltre a sistemarci logisticamente abbiamo iniziato ad accompagnare alcune attività e conoscere meglio la realtà. In questo periodo ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno pastorale, quindi ci sono gli ultimissimi incontri parrocchiali, ed essendo in Avvento sono aumentate le visite nelle comunità per le celebrazioni, in particolare per i battesimi e le celebrazioni penitenziali. Noi ne approfittiamo per accompagnare i padri e incontrare nuove persone e animatori. Visitare le comunità, è un’esperienza molto bella, è sempre una festa perché le persone da molto tempo stanno aspettando la visita del padre e dell’equipe missionaria. Tutto è pronto e organizzato per l’arrivo degli ospiti. Da una parte ci sono gli uomini, generalmente seduti su una panchina sotto un ombroso <i style="mso-bidi-font-style: normal;">caju</i> o <i style="mso-bidi-font-style: normal;">manga</i>, dall’altra parte, a lato della cappella, ci sono le donne con i loro bimbi piccoli sedute in gruppo per terra. In un altro angolo sono seduti i giovani, che animano la celebrazione e i bambini che giocano e guardano incuriositi. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il primo momento è un tempo dedicato alla verifica, il padre e i responsabili della comunità si riuniscono per aggiornarsi e confrontarsi sui problemi o le difficoltà. Terminato questo momento ci si riunisce con tutta la comunità, ci sono le presentazioni ufficiali ed inizia la Messa, sempre molto gioiosa e animata. Anche nella Messa ognuno occupa il suo posto: animatori, uomini semplici, donne, giovani e bambini. Nella cultura macua ognuno ha il suo ruolo, il suo luogo e il suo significato, tutto è ordinato e in armonia. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">La messa a volte è all’esterno, sotto l’ombra di un <i style="mso-bidi-font-style: normal;">caju</i>, altre volte è dentro la cappella, sempre molto ben ordinata e adornata per l’evento. La cappella è una struttura molto semplice, costruita di mattoni di fango e con il tetto di paglia o a volte in lamiera, dentro c’è un piccolo altare e tutto lo spazio per la comunità. I bambini si siedono davanti e per tutto il tempo della messa non si muovono. Nel corridoio centrale c’è lo spazio per le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">dançarinhas</i>, le ragazzine che danzano e animano i canti. Quando la messa finisce, ci si ferma nella cappella perché si mangia insieme agli animatori e all’anziano della comunità. Ci si siede tutti insieme per terra su una stuoia e viene servito il pranzo a base di riso o xima (polenta bianca) con gallina <i style="mso-bidi-font-style: normal;">do mato </i><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>o fagioli. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Andare a visitare le comunità è davvero una bella esperienza, si può stabilire una vicinanza con le persone, una comunione, un contatto. La lingua spesso è una barriera, ma si riesce a comunicare con il linguaggio del cuore, un sorriso, una carezza, un darsi la mano reciproco. Le persone sempre offrono una calda accoglienza e ti fanno sentire il benvenuto. Dopo aver rotto il ghiaccio iniziale, si ride e si scherza un po’, e quel loro modo un po’ teatrale di dire le cose, di rispondere, sempre con il sorriso in volto, trasmette molta allegria. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Qualche settimana fa ho avuto l’opportunità di partecipare assieme a suor Ducilene e <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mama</i> Apina (l’animatrice parrocchiale delle donne) al rito di iniziazione femminile in una zona della parrocchia. E’ stata un’esperienza molto bella, è stata la prima volta. Durante il rito tutta la comunità è in festa, le donne si riuniscono in privato con le ragazze e ha inizio il rito. La festa è iniziata con un momento di preghiera, dopodiché le ragazze accompagnate ognuna dalla propria madrina ricevono attraverso danze e canti tutti i consigli che una donna deve ricevere per essere tale nella famiglia e nella società. E’ un momento di allegria e festa, la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mama</i> consigliera è la regista di tutta la celebrazione, è lei che ha il compito importante di trasmettere i consigli alle ragazze. Poi ci sono le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mamas</i> che suonano i <i style="mso-bidi-font-style: normal;">batuk</i> e le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mamas</i> che danzano. Finito il momento privato con le ragazze, che dura alcune ore, ci si riunisce con tutta la comunità fuori dalla cappella per un altro momento di preghiera e per l’offertorio: le ragazze ricevono i doni che le famiglie, i parenti e gli amici offrono. La festa continua con il pranzo. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Con le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mamas</i> cristiane, a livello diocesano, stiamo facendo una formazione per dare un significato cristiano al rito di iniziazione. Questo significa apportare alcune modifiche importanti al rito tradizionale, togliendo alcune parti ed aggiungendone altre che puntino su una maggiore valorizzazione delle ragazze, includendo alcuni momenti di preghiera. Molte <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mamas</i> stanno facendo molto bene, altre ancora praticano quello tradizionale, e questo in contrasto con le decisioni adottate a livello diocesano dalla commissione delle donne. E’ un processo di trasformazione che richiede tempo, costanza e pazienza. E’ stato bello accompagnare in tutti questi mesi le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">mamas</i> nella formazione sul rito cristiano, e ora partecipare personalmente alla festa.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il rito celebra una tappa molto importante per le ragazze, che segna la loro entrata nel mondo adulto e tutta la comunità si sente partecipe e in festa per loro. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ora sono pronte per sposarsi e creare una famiglia. Questa esperienza mi ha fatto toccare con mano, quanto la persona sia valorizzata nelle varie tappe della vita, ma mai da sola, tutto ha significato e importanza se vissuto e condiviso con la propria famiglia e la propria comunità.</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Andare a visitare le comunità ci aiuta anche a conoscere meglio la geografia della parrocchia, Namahaca è divisa in dieci zone che comprendono circa settanta comunità. Spostandoci da una parte all’altra, abbiamo visitato alcune zone molto secche e aride dove abbiamo toccato con mano quanto le persone stiano soffrendo aspettando la pioggia. Questo è un periodo molto duro, la secca dura da molti mesi, i fiumiciattoli sono quasi tutti asciutti, scavando si incontra un po’ d’acqua stagnante, ma è molto sporca, e il rischio di epidemia di colera è dietro l’angolo. Inoltre c’è il rischio che con le prime piogge il colera si possa diffondere. Come sappiamo questo virus è alimentato dalle condizioni di scarsa igiene. Purtroppo tra la gente c’è molta ignoranza a riguardo, e molti credono che ci sia qualcuno che volutamente diffonda il virus, altri credono che si prenda mangiando il <i style="mso-bidi-font-style: normal;">manga</i>, che è il frutto di questa stagione. A livello diocesano, stiamo lavorando su questo tema per aiutare le persone ad essere coscienti su origini, cause e prevenzioni del colera. In particolare nella formazione diocesana del ministero di Giustizia e Pace è stato affrontato il problema con un dibattito con gli animatori. Anche loro hanno molti dubbi, molti credono che ci sia davvero qualcuno che contamini l’acqua e diffonda il virus. Virginia, la responsabile diocesana di G&P, ha pensato di invitare due attivisti e un infermiere, che nelle comunità danno formazione, per aiutare gli animatori a far chiarezza su questo argomento. Soprattutto dopo quello che è successo l’anno scorso, in cui le piogge hanno tardato molto e l’epidemia si è diffusa rapidamente in diverse zone causando moltissimi morti. Un focolaio di colera era scoppiato anche qui a Namahaca. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Con le persone anche noi stiamo condividendo una dimensione molto legata alla natura, e ai suoi eventi nel bene e nel male. La secca, l’aridità della terra, l’acqua che scarseggia, la paura del colera, l’attesa della pioggia. Molte volte, ci ritroviamo a guardare il cielo e chiederci se pioverà, e con i nostri fratelli stiamo sperando e pregando che presto possa cominciare. La settimana scorsa ci sono stati degli acquazzoni, e qualcuno ha cominciato a seminare, purtroppo però era meglio aspettare perché il sole e la secca che continuano da una settimana ha bruciato le sementi.. questo è un altro problema che si somma alla già difficile vita dei contadini in questo periodo di fame, durante il quale il cibo è poco e i soldi ancora meno, si va al mercato per comprare a prezzi molto alti la semente e.. è tutto nelle mani del Signore!!<span style="color: red;"><o:p></o:p></span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">E’ cominciato l’Avvento, con queste preoccupazioni ma anche con tanta speranza per la nascita di Gesù bambino tra di noi. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Questo sarà il nostro primo S. Natale in questa terra africana. Lontani dalle lucine, i colori e i profumi che caratterizzano questo periodo nelle nostre città. A volte è come se fossimo abituati ad associare il Natale al regalo di Natale o alle luci di addobbi e presepi. Qui è diverso, nulla ci distrae dall’avvento del bambino Gesù. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sarà un Natale diverso, siamo contenti di viverlo qua a fianco di questo popolo che ci fa ricordare come anche Gesù sia nato nella povertà e tra molte difficoltà e ancora oggi nasca nelle nostre povertà, nelle difficoltà, nei cuori delle persone sfruttate, oppresse o che hanno perso la speranza.</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Il nostro augurio speciale è che Gesù bambino che sta per nascere doni a tutti noi nuova pace, gioia e speranza, rinnovi i nostri cuori e li intenerisca perché lo sappiamo riconoscere e amare nel fratello che abbiamo accanto, e questo amore, che noi possiamo seminare nelle nostre relazioni e nella nostra quotidianità, possa dare come frutto un mondo con più pace e più giustizia per tutti i popoli. </span></div><br /><h1 style="margin: 24pt 0cm 0pt;"><span style="color: #365f91; font-family: Cambria; font-size: large;">Buon Santo Natale di pace, gioia, amore e speranza in Lui! Un buon Santo Natale anche a tutte le vostre famiglie e comunità!</span></h1><h1 style="margin: 24pt 0cm 0pt;"><span lang="PT" style="mso-ansi-language: PT;"><span style="font-size: large;"><span style="color: #365f91;"><span style="font-family: Cambria;">...e un felice 2012 a tutti!<o:p></o:p></span></span></span></span></h1><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt;"><br /></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Vi portiamo nel cuore, un forte abbraccio</span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><br /></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">e.. mangiate una fetta di pandoro anche per noi!!</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">A presto, Nico e Franci</span></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-84709895306118003102011-10-28T11:33:00.000+02:002017-12-19T20:40:12.061+02:00MISSÃO E’ … caminhar juntos!<span style="font-family: Calibri;">Ciao a carissimi!</span><br /><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Eccoci qua! Allora arrivato il freddo? <span style="mso-tab-count: 1;"> </span><br />Qui sta arrivando il caldo! La temperatura si è alzata e anche l’umidità! Ora stiamo incrociando le dita <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sperando che la pioggia arrivi presto. I fiumi sono ormai tutti secchi, e l’acqua sta davvero scarseggiando. Al pozzo di Memba la fila per prendere un secchio d’acqua è ogni giorno più lunga. Ma i nostri fratelli africani non si scoraggiano, e anche se nel loro cuore c’è tanta preoccupazione, si siedono al pozzo tranquilli, con quella loro instancabile voglia di scherzare e cantare e aspettano il loro turno.</span></div><span style="font-family: Calibri;">Noi stiamo bene, la salute ci sta accompagnando, anche se questo caldo a volte fa mancare un po’ le forze! Quasi da due mesi ci siamo trasferiti nella nostra casa. E se subito ci sentivamo un po’ spaesati perché eravamo abituati a vivere circondati dai rumori dei ragazzi, a sentire la loro presenza fuori dalla porta, le loro risate e i loro canti allegri, ora ci siamo abituati, e abbiamo riscoperto la bellezza di avere un angolo proprio dove staccare la spina! Anche i nostri vicini si sono rivelati simpatici e accoglienti. Ora ci fanno compagnia le risate contagiose dei bambini che si divertono a giocare davanti alla nostra porta, con tutto quello che trovano per terra.</span><br /><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Qui nel lar siamo entrati nell’ultima settimana, i ragazzi venerdì concluderanno la scuola e sabato finalmente inizieranno le loro vacanze che dureranno fino a gennaio. Una decina di laristi rimangono qui <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fino alla metà di novembre per concludere gli esami. Questi mesi con loro sono passati davvero veloci, tanti momenti di allegria e risate, ma a volte anche alcune difficoltà, soprattutto a causa della nostra inesperienza! Ma siamo in cammino per imparare =)</span></div><span style="font-family: Calibri;"></span><br /><span style="font-family: Calibri;"><a name='more'></a>In parrocchia, si stanno concludendo le varie attività in vista della chiusura dell’anno pastorale. Prima di iniziare l’Avvento ci sono gli ultimi ritiri per battezzare i bambini. Proprio domenica scorsa Memba era in festa perché ci sono stati i battesimi dei bimbi della comunità di Memba e della vicina Moruza. La chiesa era piena e l’animazione come sempre è stata eccezionale, canti e danze da parte del gruppo delle dançarinhas. Anche la chiesa era addobbata a festa con fiori e catene di carta che andavano da una parte all’altra della navata centrale. Fuori dalla porta principale, scavata nella terra, c’era una grande croce, dove al momento del rito, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>i bambini accompagnati dal proprio padrino, sono entrati e hanno ricevuto il battesimo. A seguire il momento della vestizione, i genitori gli hanno tolto gli abiti vecchi e gli hanno messo i vestitini nuovi a simboleggiare la loro rinascita cristiana. La celebrazione è stata davvero bella e animata dalla tipica spontaneità e allegria africana. Al pomeriggio siamo stati invitati in casa delle famiglie dei bambini battezzati per condividere un momento di festa. Sempre la loro accoglienza ci stupisce, avevano preparato per noi riso, fagioli, gallina, e qualche bibita. Le tappe sono state tante ma ne è valsa veramente la pena, ci siamo sentiti parte di ogni famiglia che ci ha ospitato.</span><br /><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Ora ci sono due bei appuntamenti in programma: il primo è questo fine settimana con i giovani, a Cavà ci sarà la veglia conclusiva del mese missionario; il secondo sarà l’8 dicembre: festa dell’Immacolata, patrona della missione di Cavà. Animatori e volontari si stanno dando da fare in questo periodo per organizzare logisticamente i due eventi. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Non ci dilunghiamo molto… questo era solo un breve aggiornamento di alcune attività! In questo post abbiamo pensato di allegare la lettera che abbiamo scritto per la nostra comunità di Tregnago, che riassume un po’ questi primi nostri mesi con piedi mani e cuore in questa terra di missione. E ora abbiamo pensata di condividerla con tutti voi =)</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><br /></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Carissimi amici di Tregnago!</span></div><span style="font-family: Calibri;">Eccoci qua dal Mozambico. in un attimo ci siamo ritrovati in ottobre, nel mese missionario, cosi abbiamo pensato di scrivervi per salutarvi, ringraziarvi e condividere qualche pensiero..</span><br /><span style="font-family: Calibri;">Noi stiamo bene e siamo davvero felici, ormai dopo quasi otto mesi di vita africana ci sentiamo a casa, e ci sentiamo parte di una nuova comunità cristiana. In questi primi mesi abbiamo sperimentato sulla nostra pelle cosa significhi essere stranieri, qui ci chiamano <i style="mso-bidi-font-style: normal;">‘mocugna’</i> bianchi, quindi vivere in una terra che non è la nostra per storia, costumi, tradizioni, cultura e dove tutto <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>intorno è diverso da ciò a cui sei abituato: le persone, la lingua, la natura, i suoni, il clima, il ritmo delle cose. Appena arrivati ci sentivamo due pesci fuor d’acqua! Non possiamo nascondere che i timori erano tanti e anche quel senso di inadeguatezza, quel non sapere cosa fare, cosa pensare, cosa dire. </span><br /><span style="font-family: Calibri;">Piano piano però grazie all’aiuto dei nostri fratelli mozambicani, tutto è cominciato a diventare più familiare. Siamo stati accolti in maniera splendida, fin dai primi giorni, quando incontravamo qualcuno ci faceva sentire il benvenuto, l’ospite gradito, da subito si sono interessati a noi, alla nostra salute e alle nostre famiglie lasciate là in Italia. Quante volte abbiamo pensato se anche noi nella nostra terra abbiamo accolto nello stesso modo loro, i fratelli africani. Ci siamo resi conto quanto siano importanti le piccole cose per farti sentire bene: uno sguardo sorridente, una mano tesa per salutarti, un abbraccio, una parola. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Questo popolo ha davvero il dono dell’accoglienza e sempre quando ci si incontra per strada oltre a salutarsi, si conversa e ci si aggiorna sulle novità: <i style="mso-bidi-font-style: normal;">‘Tudo bem? Novidades em casa? E a saude?’</i> </span><br /><span style="font-family: Calibri;">Vi chiederete ma cosa state facendo? Come passate il vostro tempo?</span><br /><span style="font-family: Calibri;">Le nostre giornate sono sempre piene, attività e imprevisti non mancano mai, ma qui in Africa il ritmo è diverso, è molto più lento, lo pensiamo come la calma di Dio, si ha sempre tempo per tutto e si da’ molto più spazio alle cose importanti ovvero alle relazioni! Stiamo riscoprendo la bellezza del sederci accanto agli altri a raccontarci un po’ delle nostre vite, la bellezza dell’ascoltare le loro storie, i loro racconti e conoscere più da vicino la cultura Macua e noi raccontare un po’ della nostra vita, della nostra cultura, della nostra comunità, di tutti voi.</span><br /><span style="font-family: Calibri;">La nostra attività principale è nel lar con i ragazzi, sono 29 e stanno frequentando la scuola secondaria, le nostre medie e superiori. Oltre alla parte logistica, quindi manutenzione della struttura e rifornimenti, noi seguiamo i ragazzi nelle varie attività e li aiutiamo nello studio, soprattutto nelle materie di inglese, matematica, portoghese, storia e geografia. Il lar è uno studentato dove i ragazzi studiano e lavorano, in particolare, sono organizzati in vari gruppetti: cucina, pulizia delle stanze e degli ambienti comuni, animazione dei momenti di preghiera, aiuto nell’officina di falegnameria, lavorazione del ferro o muratori. Il sabato ognuno fa il bucato e la domenica dopo la celebrazione della Parola c’è il mitico e attesissimo gioco di ‘<i style="mso-bidi-font-style: normal;">futebol’</i>, che anima molto spirito e corpo! Lo scopo del lar è accogliere ragazzi che vengono da fuori, cercando di dare priorità a quelli che necessitano maggiormente e offrire loro un ambiente cristiano dove vivere e poter frequentare la scuola secondaria di Memba.</span><br /><span style="font-family: Calibri;">A livello parrocchiale, aiutiamo padre Silvano nelle attività pastorali. La giovane chiesa mozambicana è organizzata in ministeri, c’è il ministero dei catechisti, dei ministri dell’eucarestia, delle donne, dei giovani, di giustizia e pace, di aiuto fraterno (la nostra Caritas), di salute, di infanzia missionaria. Gli animatori dei diversi ministeri ricevono bimestralmente due giorni di formazione in parrocchia con l’equipe missionaria e a loro volta portano la formazione ricevuta nelle proprie comunità. E’ una coraggiosa testimonianza di giovane chiesa che cerca di camminare grazie all’impegno e alla corresponsabilità dei laici. Nella nostra parrocchia di Cavà, le comunità sono 47 e ricevono la visita con la messa di padre Silvano circa una volta l’anno, quindi tutte le altre domeniche sono i laici della comunità che organizzano la Celebrazione della Parola e si responsabilizzano per portare avanti le attività. Ogni comunità cristiana ha una struttura ben organizzata al proprio interno con l’anziano che è il responsabile di tutti i cristiani, il ministro dell’eucarestia, i lettori, i catechisti, la responsabile delle donne, e i responsabili degli altri ministeri. Non tutte le comunità hanno la presenza e la ricchezza di tutti i ministeri, ma poco a poco stiamo affiancando i nostri fratelli a crescere in questa prospettiva.</span><br /><span style="font-family: Calibri;">Sempre ci colpiscono il coraggio e la forza dei nostri animatori che si incamminano per lunghe distanze, sotto il sole, per ricevere e poi condividere nelle loro comunità la formazione ricevuta in parrocchia. Il loro spirito non disanima mai, nemmeno di fronte a tutte le difficoltà come la mancanza di mezzi o i problemi di salute o di lutto che spesso colpiscono le famiglie. La loro incrollabile forza, fede, speranza, pazienza, costanza, il loro esserci, il senso di responsabilità cristiana, per noi sono testimonianza ed esempio concreto dell’essere missionari! Che lezione di fede! </span><br /><span style="font-family: Calibri;">Con gli animatori condividiamo momenti di preghiera, riflessione e formazione. Noi stiamo imparando da loro molte cose. E’interessantissimo ascoltare come calino le situazioni della Bibbia o i brani del vangelo nella loro realtà con molti esempi pratici e semplici. Inoltre gli incontri parrocchiali sono sempre occasioni di scambio fraterno, in cui si conversa e ci si avvicina, quante risate! </span><br /><span style="font-family: Calibri;">Una grande testimonianza di fede, coraggio sono le donne mozambicane. Perno della vita di tutti i componenti della famiglia, sono loro che in casa portano pesi e responsabilità maggiori come accudire i bambini, preparare da mangiare, cercare la legna per il fuoco, andare al fiume a lavare la biancheria e prendere l’acqua, lavorare nella <i style="mso-bidi-font-style: normal;">‘machamba’</i> (campo) e occuparsi del raccolto. Tutto questo spesso con un bambino sulla schiena e altri piccoli al seguito, e qualche volta anche portando un altro figlio in grembo. Sempre sorridenti e sempre con una parola di fede e speranza di fronte ad ogni difficoltà, fatica o dolore. Sono queste donne che a luglio si sono incamminate per molte ore, alcune con il bimbo piccolo nella <i style="mso-bidi-font-style: normal;">‘capulana’</i> (la stoffa che legano nella schiena) per raggiungere Cavà, la parrocchia, e partecipare alla formazione.</span><br /><span style="font-family: Calibri;">Abbiamo pensato di condividere con voi la ricchezza che stiamo poco a poco scoprendo in questo popolo. La vita della gente è penetrata da una sincera e viva speranza in Dio e nella Provvidenza, spesso ci dicono “Solo Dio è che sa! Solo Dio è che può!”. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>E’ una fede semplice, incrollabile, umile e ci interroga sulla qualità della nostra fede, in cui a volte mettiamo noi stessi al centro di tutto, siamo noi che sappiamo e che possiamo. </span><br /><span style="font-family: Calibri;">Facile a parole, difficile nella pratica, ma ti stupisce e ti provoca, soprattutto in questa realtà in cui vivono i nostri fratelli mozambicani. Il Mozambico è un paese che sta soffrendo molto, è tra i più poveri del continente africano. Il livello di alfabetizzazione è molto basso e la situazione sociale e sanitaria è grave, il tasso di malnutrizione cronica infantile è tra i più alti al mondo. Qui al Nord la maggior parte delle persone sono contadini o pescatori, vivono quindi di sussistenza, con i prodotti della propria <i style="mso-bidi-font-style: normal;">‘machamba’</i>, quindi se oggi si raccoglie qualcosa si mangia, se non si raccoglie si aspetta il giorno dopo. Ma le persone vivono la vita con una straordinaria serenità, con un sorriso in volto, senza allarmismi, con questa loro profonda fede nella provvidenza di Dio. Affrontano tutte le fatiche e le sofferenze con grande dignità.</span><br /><span style="font-family: Calibri;">In questo momento stiamo vivendo con molta attesa il periodo delle piogge, le persone hanno paura che accada come l’anno scorso in cui la pioggia invece di cominciare a fine ottobre è cominciata a gennaio. Cominciando tardi e piovendo pochissimo il raccolto di quest’anno è stato molto scarso. In questo periodo stanno finendo le scorte di cibo e i fiumi stanno seccando. E’ da aprile che non piove. Se accadrà come l’anno scorso si troveranno a dover soffrire la fame e affrontare un’altra volta il rischio di epidemia di colera. Nelle loro bocche e nei loro cuori tanta preoccupazione ma sempre queste parole: Dio ci aiuterà. </span><br /><span style="font-family: Calibri;">Fa star male il sentimento di impotenza che sperimentiamo di fronte a tante situazioni di sofferenza e mancanza di prospettive. Che cosa possiamo fare? Possiamo fare molto! Possiamo cercare di sensibilizzarci, di fare delle scelte più responsabili, possiamo cercare di ridimensionare e cambiare il nostro stile di vita tenendo maggiormente conto degli altri.</span><br /><span style="font-family: Calibri;">Prima di salutarvi vorremmo dire il nostro grazie di cuore a tutti! Grazie all’aiuto e impegno di tutti voi che sostenete la missione non solo economicamente ma soprattutto con la preghiera; grazie di tutta la vicinanza con sms o mail e attraverso i saluti che ci mandate tramite le nostre famiglie. Grazie anche al Centro Missionario Diocesano che sa coordinare e gestire al meglio gli aiuti che mandate per le missioni diocesane. Nominarvi tutti sarebbe lungo e faremo sicuramente torto a qualcuno perché immancabilmente finirebbe all’ultimo posto nell’elenco e non lo meriterebbe. Ma qualcuno lo dobbiamo nominare, speriamo che gli altri non ne abbiano a male, sono i ragazzi di terza media della nostra parrocchia di Tregnago che ci hanno mandato i loro risparmi per aiutare i nostri ragazzi di Memba. Grazie del vostro impegno e aiuto! Con quello che avete raccolto possiamo permettere ad un ragazzo di vivere un anno nel lar della parrocchia e quindi di poter andare a scuola. È proprio vero che l’oceano, è fatto di tante piccole gocce, che per quanto possano sembrare piccole, sono importanti e nel loro insieme fanno l’oceano.</span><br /><span style="font-family: Calibri;">In questo mese missionario, chiediamo a tutti voi una preghiera speciale per questi fratelli mozambicani, che la Provvidenza del Signore li possa aiutare e sostenere in tutte le loro difficoltà e fatiche. In particolare vi vorremmo chiedere una preghiera speciale per i ragazzi <i style="mso-bidi-font-style: normal;">‘vocacionados’</i>. Sono un gruppo di ragazzi e ragazze che stanno facendo un cammino di discernimento vocazionale, domenica scorsa abbiamo concluso il secondo anno di corso. Alcuni stanno seriamente pensando di approfondire la chiamata al sacerdozio e alla vita religiosa, sono loro il futuro della chiesa locale. Li affidiamo alle vostre preghiere.</span><br /><span style="font-family: Calibri;">Anche noi vi promettiamo le nostre preghiere, crediamo che questo ponte di scambio tra la chiesa africana e quella veronese, in particolare di Tregnago, possa aiutare a rafforzare il sentimento di fratellanza cristiana, ricchezza evangelica e desiderio di vivere davvero quel comandamento dell’amore e di annuncio che Gesù ci ha insegnato, ognuno nella propria terra di missione. Il missionario non è solo l’eroe che parte per terre lontane, il missionario siamo tutti noi che trasmettiamo il vangelo con la nostra vita e con le nostre scelte. Noi ci sentiamo una famiglia normale, siamo grati al Signore di questo dono bellissimo di vivere un pezzettino della nostra camminata cristiana nel servizio e nella condivisione qui in Mozambico, a fianco di questa gente, poverissima economicamente ma davvero ricca delle cose più importanti: la gratitudine, l’allegria, la speranza e la fede in Dio. </span><br /><span style="font-family: Calibri;">Vorremmo salutarvi con le parole del Comboni: “ ..il missionario deve considerarsi come un individuo inosservato in una serie di operai, i quali hanno da attendere i risultati non tanto dell’Opera loro personale, quanto da un concorso di continuazione di lavori misteriosamente maneggiati ed utilizzati dalla Provvidenza.”</span><br /><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Buon mese missionario con Maria, madre di tutti noi e di tutte le missioni. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Aspettando vostre notizie, vi mandiamo un abbraccio e il sorriso contagioso di tutti i bambini mozambicani!</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Mpaka Nihiku Nikina, alla prossima!<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-tab-count: 1;"> </span><br /></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Nicolò e Francesca</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">PS Finalmente sono arrivate le nostre foto!!</span></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-8612850019846250662011-08-20T16:11:00.000+02:002017-12-19T20:40:12.079+02:00Caminhar juntos<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Ciao a tutti, </span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">eccoci qua ritrovati =) vi speriamo tutti bene e magari un po’ riposati. Qui a Memba procede tutto bene: i nostri laristi sono tornati il 7 agosto,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la scuola è re iniziata a pieno ritmo e il lar ha ripreso ad essere popolato! A fine luglio si è concluso il secondo trimestre e i ragazzi hanno passato due settimane di ferie. Tutti non vedevano l’ora di tornare a casa, era da Pasqua che non vedevano la loro famiglia. Le due settimane prima delle vacanze hanno fatto “as provas” (compiti in classe) per ogni disciplina curriculare. Erano tutti molto impegnati nello studio e nei lavori di gruppo. L’ultima settimana di scuola, tutti pregavano che arrivasse in fretta il sabato per poter finalmente tornare a casa, chi con la “chapa” (una specie di trasporto pubblico), chi con “boleia” (passaggio di qualcuno) in moto, chi in bici, e chi a piedi (i più vicini abitano a 4-5 ore di cammino, mentre i più lontani a 12-14 ore). Il venerdì c’era un’allegria generale perché il giorno dopo sarebbero partiti, praticamente la notte non hanno mai dormito tanta era la contentezza! Al mattino alle tre e mezza erano già tutti in piedi, e cantavano allegri, così anche noi ci siamo alzati prestissimo per salutarli. Che belli, tutti ben vestiti con lo zaino a spalle o la capulana sulla testa. I primi sono partiti alle quattro del mattino, gli ultimi nel primo pomeriggio con noi che dovevamo andare a Namahaca. Durante tutto il viaggio continuavano a cantare ben animati. Le ferie per loro sono un’occasione per stare un po’ con la famiglia, visitare qualche zio o cugino, ritrovare un amico e lavorare per guadagnare qualcosa per comprarsi un quaderno, una penna, un pezzo di sapone o pagare una contribuzione per le prove a scuola; non sono proprio le ferie come le intendiamo noi: al mare, in montagna o di divertimento al grest!<span style="color: red;"><o:p></o:p></span></span></div><br /><a name='more'></a><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">A Memba il lar è stato chiuso per tutto il periodo delle vacanze, solo l’officina di falegnameria ha continuato a funzionare con il “mestre” Domingos e l’aiutante, “mestre da serralheria”, Mauricio. Le ferie sono arrivate proprio giuste anche per noi che avevamo bisogno di staccare un po’ la spina dagli impegni del lar. Che silenzio fuori dalla porta, eravamo abituati alla compagnia e ai rumori dei ragazzi.</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ci siamo chiesti come avrebbero passato le vacanze Pascoal, Atanasio e Valeriano. L’ultima settimana le famiglie ci avevano avvisato che purtroppo era morto un loro famigliare (chi il fratello, chi il cugino), raccomandandoci di non dire niente a loro fino a quando non avrebbero finito tutte le prove a scuola. Ancora una volta la quotidianità che viviamo qui ci fa riflettere e ci tocca dentro. Questo confronto con la malattia e la morte così frequente. Non eravamo abituati. Così il sorriso di questi nostri ragazzi, subito si è trasformato in tristezza. E ci siamo chiesti se anche gli altri avrebbero trovato brutte notizie al loro rientro. La morte qui colpisce tanto, e non guarda in faccia all’età. Non sono solo i bambini colpiti dalla malaria che diventa mortale, sono anche i ragazzi e gli adulti. Spesso muoiono senza saperne le cause. E anche chi va all’ospedale non trova una soluzione perché le medicine sono troppo generiche, un paracetamolo o un antibiotico, e non curano il problema. La mancanza di mezzi, di personale, di formazione e informazione sanitaria è forte, e l’ospedale o “centro de saude” non è sinonimo di cura, anzi! Fa star male pensare a tutte queste persone che muoiono spesso a causa di banalità che non curate divengono mortali. Qui nel mato i centri di salute sono molto lontani uno dall’altro, per cui se uno è malato e abita lontano, l’unica soluzione che ha è quella di rimanere in casa e aspettare. C’è anche chi, pur abitando vicino ad un “centro de saude”, non ci va perché preferisce affidarsi <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>alle cure tradizionali, ai rimedi di erbe, che in alcuni casi funzionano in altri casi non fanno niente. Le farmacie? Certo ci sono, sono in città, ma sono solo per i ricchi. Il costo delle medicine è proibitivo. Per cui quelli ad essere penalizzati sono sempre le persone più povere, cioè la maggior parte dei nostri fratelli mozambicani. Vedere i nostri ragazzi o le persone a cui ci stiamo affezionando dover affrontare queste difficoltà, ci interroga tanto, ci fa riflettere sui perché di questi ingiusti disequilibri! Crea sempre una divisione tra il “noi” occidentali e “loro” africani. Il noi, dalla parte di chi ha le possibilità e la disponibilità, e questo spesso ci fa sentire in colpa. Rimaniamo sempre con tanta rabbia e tanti perché senza risposta! Ma non vorremmo che si fermasse tutto li, con degli interrogativi irrisolti, la nostra risposta a questi disequilibri è quella di cominciare un cambiamento che parte da noi, dalla nostra piccola “machamba” (orto), <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>nella quotidianità, nelle abitudini, nelle scelte, con la consapevolezza che sarà una camminata lunga e difficile.</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">In queste due settimane di chiusura del lar ne abbiamo approfittato per dedicarci un po’ di più alla parte pastorale. I primi incontri che abbiamo fatto nella nuova parrocchia sono andati bene, e sono stati una bella occasione per conoscere meglio i nostri co-parrocchiani e un po’piu’ da vicino alcuni ministeri. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Poco prima delle vacanze, a Cavà c’era stato l’incontro dei giovani e delle “mamãs” (donne). Due incontri molto belli. I giovani hanno fatto una formazione sulla Lectio Divina, la lettura orante della Bibbia, e si sono preparati per la GMG. Un gruppetto di giovani di ogni parrocchia parteciperà a Nacala il 20-21 Agosto per la GMG, in comunione con Madrid. Ci sarà la veglia il sabato sera, un collegamento a sorpresa, e la domenica la messa con il Vescovo. Sarà sicuramente molto bello per loro ritrovarsi in tanti e condividere questo momento importante di fede. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Anche l’incontro delle mamãs è andato molto bene, è stato organizzato a Cavà con la presenza della responsabile diocesana suor Joyce (è una suora Spiritana Nigeriana, ben animata e energica). Pe Silvano aveva suggerito di invitarla, visto che questo ministero era rimasto fermo per quindici anni, sarebbe stata una bella occasione per le mamãs per ricominciare la loro camminata cristiana in parrocchia, per rafforzarsi e arricchirsi a vicenda condividendo dubbi e preoccupazioni direttamente con la responsabile diocesana. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Fortunatamente suor Joyce l’avevo conosciuta durante una formazione ad aprile quindi l’ho chiamata e ci siamo accordate sull’incontro. Non avevo la minima idea di quante mamãs sarebbero arrivate. Pensavo poche, visto che il ministero era rimasto fermo per tanto tempo. Grazie al lavoro di divulgazione in tutte le comunità degli animatori zonali, la bella sorpresa è stata che quando è iniziato l’incontro sono arrivate ben 40 mamãs, davvero un buon numero, sia dalle comunità della regione di Cavà sia da quelle lontane della regione di Memba. Ero molto felice e anche abbastanza agitata perché era il primo incontro con loro, non conoscevo nessuna<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e sapevo che probabilmente loro avrebbero parlato solo macua. L’unica sicurezza per me era la presenza di suor Joyce e mama Elisa (per la traduzione in macua, anche lei conosciuta ad aprile). Dopo aver rotto il ghiaccio con qualche battuta grazie all’aiuto di suor Joyce, l’incontro è cominciato, ed è proseguito molto bene con una buona partecipazione da parte di tutte! </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Le donne sono una presenza importantissima nella società mozambicana, possiamo dire che ne sono la struttura portante. Sono loro che si occupano della famiglia, dei bambini, di preparare da mangiare, di andare a prendere la legna, l’acqua, lavare la biancheria al fiume, lavorare nella machamba, raccogliere i prodotti. Tutto questo spesso con un bambino sulla schiena e altri piccoli al seguito, e qualche volta anche portando un altro figlio in grembo. Le donne sono davvero una forza e una testimonianza, perno della vita di tutti i componenti della famiglia, vivono tutte le loro fatiche con molto dignità. Testimonianza di questo sono tutte le mamme coraggio che con bambini piccoli nella loro “capulana” (la stoffa tipica che usano le donne) legata sulla schiena si sono fatte moltissime ore di cammino sotto il sole e durante la notte per raggiungere la parrocchia e partecipare alla formazione. L’incontro è iniziato con un pranzo insieme, per poi proseguire tutto il giorno successivo e terminare la mattina a seguire. Le mamãs erano molto felici della presenza di suor Joyce, la formazione ha toccato due punti molto importanti: il rito di iniziazione femminile cristiano e l’educazione dei bambini. Suor Joyce sta accompagnando le mamãs per rivedere alcuni punti <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>del rito di iniziazione tradizionale aiutandole ad inserire alcuni elementi cristiani <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>E’ un lavoro molto delicato ma molto importante per le mamas che preparano le ragazze a divenire donne, mogli e future madri. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Le mamãs era ben animate, hanno partecipato attivamente e con molto entusiasmo, per loro era come una piccola vacanza, due giorni a riposo dalle fatiche quotidiane. Che bello vederle così attente, sedute tranquille sulle stuoie all’ombra degli alberi di “caju”, con i loro bambini che dormivano in braccio o giocherellavano li attorno con foglie e rami secchi. Alla sera abbiamo organizzato un po’ di festa insieme con teatro, danze e canti. Sono stati due giorni davvero speciali, i momenti di formazione hanno permesso anche a me, appena arrivata, di approfittare della presenza di suor Joyce per conoscere bene queste tematiche, per me interessantissima la parte sui riti di iniziazione in cui le mamãs “consigliere” hanno mostrato concretamente in cosa consiste il rito femminile in tutte le sue tappe. Sicuramente una bella occasione per cominciare a conoscere le mamãs e condividere con loro momenti di formazione, preghiera, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e allegria in cui abbiamo riso e scherzato e mi hanno insegnato anche un po’ di macua. E’ vero che talvolta non parlare la stessa lingua è un limite, ma ho sperimentato che non è solo attraverso la comunicazione verbale che si può instaurare una relazione, talvolta è molto più comunicativo il linguaggio non verbale dove semplici gesti come il darsi la mano, il sedersi vicino, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>lo scambiarsi un sorriso, divengono molto importanti. E a proposito di risate, come si sono divertite a sentire la mia pronuncia macua quando tentavano di insegnarmi qualche parola, per non parlare di quando hanno tentato di insegnarmi a danzare come fanno loro =) meno male che non ero sola, anche suor Joyce aveva le mie stesse difficoltà!! Si è instaurata davvero una bella relazione anche con la “Pwiamwene” (catechista delle donne) e l’animatrice zonale di Memba. Ora, alla domenica dopo la celebrazione della Parola, spesso si fermano a ridere e scherzare un po’ con me.</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Durante le vacanze dei ragazzi, c’è stato l’incontro delle famiglie sia a Memba che a Cavà. Anche questa è stata una bella occasione per conoscere qualche famiglia della parrocchia ed instaurare nuove relazioni. In questi incontri siamo stati molto aiutati dai nostri animatori, in particolare dal sig. Salvador, responsabile regionale di Cavà, è una persona molto sensibile, sui cinquant’anni, che parla bene portoghese e praticamente ci ha adottato come due figli. All’incontro delle mamãs, ha partecipato nonostante sua moglie in casa stesse male, e durante il cammino abbia saputo che era morta la sua nipotina. E’ arrivato dicendoci che era li per aiutarci perché aveva pensato che le mamãs spesso non parlano portoghese. Inoltre aveva pensato che probabilmente anche Nicolò aveva bisogno di aiuto visto che doveva andare in alcune comunità del mato (dove parlano solo macua) a comprare i fagioli. E in effetti meno male che c’era lui! La provvidenza ci ha proprio aiutato!<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Il giorno dopo, prima di incamminarsi verso casa ha spettato di pregare con noi. Salvador lo abbiamo reincontrato all’incontro delle famiglie, è venuto anche questa volta per aiutarci, anche questa volta con una triste notizia, in quanto era appena morto il suo nipotino di otto anni. </span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Questi primi incontri ci hanno fatto capire tante cose, la voglia delle persone di mettersi in cammino per ricevere una formazione. Un po’ come l’incamminarsi per andare a prendere l’acqua al pozzo, lo stesso, incamminarsi per andare a ricevere quell’acqua che alimenta la fede cristiana. Il senso di responsabilità nell’aiutarci, nel non lasciarci soli. L’importanza dell’esserci nonostante la mancanza di mezzi, la loro capacità di divertirsi nella semplicità, ad esempio quando usano il teatro per la catechesi. Questa forma di comunicazione, molto semplice, immediata e anche divertente, aiuta molto anche noi, ad apprendere molte cose sulla cultura e sulla loro maniera di vivere e vedere le cose. Ci stupisce sempre la loro grande generosità nella povertà, quando ci portano un frutto, chi un’arancia, chi della papaia, chi un po’ di mandioca, e ci verrebbe da dire di no perché la possano conservare per loro, che sicuramente ne avrebbero più bisogno di noi, ma non si può rifiutare. Ci accorgiamo quante cose dobbiamo imparare da questi nostri fratelli e sorelle africani, e sempre ci ritroviamo a riconoscere quanto sono ricchi nel cuore, se pensiamo che la vera ricchezza non si misura nei beni che possediamo ma nel bene che facciamo agli altri.</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Ci buttiamo avanti: il prossimo post arriverà dopo san martin, ma non quello che pensate voi l’undici di novembre, stiamo parlando del nostro trasloco dalla casa di pe Silvano alla casa dei laici: casa ORSINI!! Si, finalmente è quasi pronta e giusto in tempo per il rientro di pe Silvano riusciremo anche noi ad entrare nella casa che ci ospiterà per i prossimi tempi.. sicuramente penserete: “un trasloco con il caldo di agosto, in Africa, siete matti!” beh, dopo averlo fatto l’anno scorso a Tregnago, ora lo facciamo a Memba ma in inverno = ) …….quasi primavera!!</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Buon proseguimento e……. buone ferie a chi le deve ancora fare =)</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Un abbraccio forte a <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tutti</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Mpaka Nihiku Nikina</span></div><br /><div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 10pt; text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;">Franci e Nico</span></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-65107826754341607832011-07-31T15:36:00.000+02:002017-12-19T20:40:12.098+02:00Salama!!<!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:TrackMoves/> <w:TrackFormatting/> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:DoNotPromoteQF/> <w:LidThemeOther>IT</w:LidThemeOther> <w:LidThemeAsian>X-NONE</w:LidThemeAsian> <w:LidThemeComplexScript>X-NONE</w:LidThemeComplexScript> <w:Compatibility> <w:BreakWrappedTables/> <w:SnapToGridInCell/> <w:WrapTextWithPunct/> <w:UseAsianBreakRules/> <w:DontGrowAutofit/> <w:SplitPgBreakAndParaMark/> 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justify;">allora iniziate le ferie? Vi speriamo tutti in salute e magari spaparanzati al mare a riposare e prendere un po’ di sole. Vi pensiamo li in Italia al caldo, mentre qui in Africa, in Mozambico è arrivato l’inverno e fa un po’ fresco.. si avete capito bene: fa fresco! Ma si sta proprio bene!</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Noi stiamo bene, da una settimana qui sono iniziate le ferie del lar e i nostri ragazzi sono tornati a casa, che silenzio, abbiamo anche un po’ di nostalgia ma tra una settimana li riavremo con noi per l’ultimo trimestre di scuola. Ne approfittiamo per staccare la spina e programmare alcune cose per il lar e per la parrocchia. In questo periodo di assenza di pe Silvano, la parrocchia sta piano piano andando avanti sempre in comunione con lui. Tutti qui ci sentiamo vicini a lui e l’affidamento di pe Silvano e della sua famiglia nella preghiera non manca mai, da tutta la comunità missionaria veronese, agli altri missionari della diocesi di Nacala, a tutti i nostri parrocchiani. Anche con i ragazzi del lar abbiamo organizzato dei momenti di preghiera insieme. </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Dall’ultimo post sono molte le cose da raccontare. Innanzitutto il nostro inserimento stabile a Memba. Dall’inizio di giugno, da quando pe Silvano è rientrato urgentemente in Italia per stare vicino al papà, noi ci siamo trasferiti a Memba per garantire una presenza fissa ai ragazzi nel lar e cercare di dare un po’ di continuità alla camminata pastorale parrocchiale. Questa situazione di emergenza ha accelerato il nostro inserimento qui nella parrocchia; sicuramente trovarsi al timone di molte cose dall’oggi al domani non è stato semplice, infatti eravamo molto timorosi perché molte cose e dinamiche non le conoscevamo e anche rispetto al rapporto con le persone, tanta paura di commettere errori o non saper come affrontare certe cose. Fortunatamente i primi mesi di affiancamento sia con pe Silvano che con tutta l’equipe di Namahaca ci hanno permesso di conoscere un po’ la realtà, e con questa conoscenza e grazie al fondamentale e costante appoggio, aiuto e supporto dei nostri fratelli maggiori pe Alessio, Emi e Lucia ci siamo buttati mani, piedi e cuore in questa avventura missionaria nella nuova parrocchia. </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">In questi due mesi sono successe tante cose. C’eravamo lasciati nel periodo in cui ci stavamo inserendo nella vita di missione e facevamo avanti e indietro da Namahaca, qui a Memba dormivamo nella piccola pensione di Virgilio. A ridosso della partenza di pe Silvano per l’Italia, Memba si stava preparando per accogliere il presidente Ghebusa, che sarebbe arrivato in visita ai primi di giugno. Proprio cosi, il presidente del Mozambico avrebbe onorato della sua visita la nostra cittadina. Tutto maggio è stato quindi un periodo di grandi preparativi, in cui tutti erano coinvolti, dai bambini agli adulti, tutti si sono dati da fare per piccoli e grandi lavori di arrangiamento. Era un costante avanti indietro di persone con in mano rastrelli e pale, secchi di colore, pennelli, piante e fiori da piantare. Strade, scuole, ospedale, giardini, tutto (perlomeno dove sarebbe passato il presidente) è stato ristrutturato e ben ordinato per dare un piacevole benvenuto al presidente. Durante il giorno si sentivamo i canti che i bambini stavano preparando a scuola e tutti i ragazzi erano coinvolti in turni di pulizia e sistemazione degli ambienti scolastici. La piccola impresa della città stava ultimando i lavori della sala per la riunione con il presidente e l’equipe di manutenzione stradale ha lavorato duramente per sistemare il lungo pezzo di strada sterrato che da Nacala Velha porta a Memba e a Chipene (ulteriore tappa presidenziale). Il risultato è stato ottimo, anche se ci siamo chiesti se una volta passato il presidente Memba sarebbe rimasta cosi bella!! Ai primi di giugno appunto anche noi siamo arrivati a Memba per rimanerci stabilmente e anche noi quindi siamo stati piacevolmente accolti dalla ristrutturazione della città. Finalmente credevamo di aver posato le valigie per un po’ di tempo, ma già il secondo giorno dal nostro arrivo, Virgilio è venuto ad avvisarci che dovevamo lasciare la pensione perché tutte le stanze erano riservate per la visita presidenziale. Quindi abbiamo fatto un’altra volta la valigia, ma questa volta per trasferirci poco distante, a casa di pe Silvano nel lar. Un’ulteriore piccolo trasloco ma per fortuna semi-definitivo in attesa della nostra casa (nella quale si stanno ultimando i piccoli lavori di manutenzione e dovremo finalmente entrarci verso la fine di agosto). I primi giorni sono stati piuttosto intensi, e non facciamo nemmeno in tempo a posare la valigia, che arrivano ad avvisarci che stavano per montare cento tende nel giardino a lato della chiesa (praticamente dietro la casa). Il problema era che oltre alla disponibilità logistica, ci chiedevano anche di poter usare l’acqua e le latrine del lar. Impensabile! L’acqua della cisterna non era molta ed era solo per i laristi, le latrine erano già quasi piene. Bene, ci siamo detti, e ora cosa facciamo? Abbiamo pensato di andare a parlare con l’amministrazione per trovare un’altra soluzione. Nel frattempo nel lar era un continuo andirivieni dei ragazzi che andavano e tornavano da scuola per i turni di pulizia e per preparare il benvenuto. L’arrivo del presidente insomma ha creato un po’ di agitazione generale e ancor di più per noi che non conoscevamo niente. Inoltre, dovevamo confrontarci con il nostro nuovo ruolo da responsabili del lar, soprattutto per quanto riguarda la gestione pratica e il rapporto con i ragazzi che ancora conoscevamo poco. </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Il tre di giugno (lo stesso giorno dell’arrivo di Ghebusa a Memba) siamo partiti presto e abbastanza agitati per Cava’, per il nostro primo consiglio pastorale da soli. Per strada dovevamo dar “boleia” (dare un passaggio) ad alcuni animatori parrocchiali ma non ci ricordavamo nemmeno le facce. E’ normale che lungo la strada molti ti chiedano un passaggio, e noi ci chiedevamo “E questo sarà un nostro animatore o no?”. Fortunatamente gli animatori si sono fatti riconoscere e insieme (a qualche infiltrato) abbiamo raggiunto Cavà. Il consiglio è andato molto bene, si sono dibattuti i vari temi e i consiglieri ci hanno aiutato tantissimo, possiamo dire che hanno fatto tutto loro, noi abbiamo solo cercato di accompagnare e coordinare un po’. L’incontro è durato molto, è terminato per la fame =) alle 13.30 con un buon piatto di riso e fagioli. Meritato! <br />Una bella testimonianza di fede è la proposta dei consiglieri di Cavà appena partito pe Silvano, di recitare il Rosario nelle comunità della parrocchia tutti i venerdì fino al suo rientro, per stare in comunione con lui e affidare a Maria questo momento di sofferenza della sua famiglia. </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">In questi primi mesi da soli piccoli e grandi imprevisti che ti sfasano il programma non sono mancati. Come quella domenica che alzati prestissimo per andare a prendere la legna con i ragazzi, Nicolò si accorge che una ruota è sgonfia, sembra bucata. Decide quindi di cambiarla (primo cambio gomma del giorno) e parte con i ragazzi per il mato. Al ritorno, dopo la Celebrazione della Parola, va dal meccanico per farsi sistemare la ruota sgonfia, e il meccanico usando tutta la tecnologia disponibile cioè secchio e un po’ d’acqua per controllare eventuali fori, non incontra niente, cosi la rigonfia e si torna al lar (secondo cambio gomma del giorno, per rimettere la ruota di scorta come scorta). Nel pomeriggio sembra tutto tranquillo, decide di far due tiri a calcio con i ragazzi ma passando vicino all’auto si accorge che la ruota è di nuovo sgonfia (terzo cambio gomma del giorno) si mette a cambiare la ruota, quando un ragazzo giocando a calcio si fa male, corriamo all’ospedale e gli mettono cinque punti (è passato un mese e non è ancora guarito). Torniamo nel lar e dopo cinque minuti un altro ragazzo si fa male, quindi andiamo un’altra volta all’ospedale. In realtà il nostro programma della domenica pomeriggio era preparare il lar e il nostro zaino perché il giorno dopo saremmo partiti per rimanere fuori qualche giorno in città, per rifornimenti e documenti. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Prima di partire per la città e avendo trovato più volte lo stesso pneumatico sgonfio, decido di tornare dal gommista-meccanico-elettrauto di Memba e insieme proviamo a smontare la ruota dal cerchione. A martellate scolla la gomma dal cerchione e con un pezzo di balestra della sospensione usata come leva la toglie dal cerchione pulendolo dalla sabbia che si era infilata e scoprendo la perdita: una vecchia “ferita” del pneumatico già più volte rattoppato. Così essendo il battistrada quasi al limite, decido di cambiare i due pneumatici con i nuovi che avevamo in garage e sempre delicatamente a martellate fa il cambio. Mancava solo l’equilibratura e il bilanciamento, ma vedendo che il suo manometro personale era un ferro con il quale batteva sul pneumatico gonfiandolo fino a quando, secondo lui, suonava bene ho desistito a chiedere. Poi entrando nell’ufficio-magazzino per pagare ho visto un manometro sul tavolo, gli ho chiesto se funzionava, lui mi ha risposto che naturalmente funzionava bene…mi sono detto: “… ce l’hai proprio li a portata di mano, devi solo collegarlo al compressore e ti semplifichi anche il lavoro..” ma questo è il nostro modo di pensare, di lavorare, di fare le cose, e penso che qui siamo in Africa, dove dalle piccole alle grandi cose c’è un modo diverso di pensare, di agire, di vivere, di affrontare i problemi. Quello che per me è “semplificare le cose” talvolta per loro è un complicarle. Ma siamo qui a camminare con questi fratelli africani, mi accorgo che di fronte al mio voler essere l’ottimizzatore e di fronte ai miei perché devo invece saper aspettare, avere pazienza e imparare a vivere le cose con lo stesso ritmo che hanno loro, con più leggerezza e serenità. </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ogni giorno le sue gioie e le sue fatiche, di certo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>non possiamo dire che ci annoiamo. In questo periodo, spesso ci siamo guardati e ci siamo detti “E ora cosa facciamo, come risolviamo questa cosa?!?”. A cominciare dal lar, i ragazzi li conoscevamo appena, non sapevamo nemmeno distinguere i loro nomi. Le prime settimane molti venivano da noi con le richieste più svariate. Istintivamente ci veniva sempre da rispondere di si, ma poi piano piano, abbiamo capito come gestire le loro richieste, soprattutto quelle di uscita dal lar<span style="font-size: 9.0pt; line-height: 115%;">. </span>Di fronte agli imprevisti, stiamo imparando a vivere tutto (più o meno) con più tranquillità come i nostri fratelli mozambicani, come quel giorno che già in super ritardo abbiamo bucato la ruota con il pick-up pieno di mamas di ritorno dalla formazione parrocchiale. Le mamas non si sono assolutamente preoccupate, continuando a cantare allegramente sono scese dalla macchina e hanno continuato aspettando di ripartire, anche questa è Africa! </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Non solo i piccoli imprevisti di ritardo, a volte sono imprevisti grandi e importanti come quel giorno che siamo tornati dalla città, con le nostre provviste e quelle del lar, e i ragazzi corrono da noi per avvisarci che avevano finito tutta la loro riserva di acqua nella cisterna. In quel momento era sera e si doveva trovare una soluzione immediata per fare in modo che i ragazzi avessero l’acqua per il giorno dopo. Abbiamo lasciato tutto il pick-up carico e ci siamo riuniti con loro per cercare una soluzione. Purtroppo l’acqua è finita troppo presto, se pensiamo che la prossima stagione della pioggia inizierà solo a fine anno. I ragazzi hanno deciso di pagare una contribuzione mensile per andare alla fontana a prendere l’acqua per bere, lavarsi e cucinare, ciascuno con il suo secchio sulla testa, e di andare tutti i giorni al mare per prendere l’acqua per pulire le latrine. Qualche giorno dopo, ci accorgiamo che anche la nostra acqua sta per finire, purtroppo si sono fatte delle crepe nelle pareti della cisterna e l’acqua è andata perduta. Che fare? Abbiamo pulito dei grandi contenitori di plastica da 200 lt, che di solito sono usati per le scorte di mais e fagioli, per raccogliere l’acqua che era rimasta nel fondo della cisterna. Qualche giorno dopo, grazie all’aiuto e direzione di Emiliano (e ai consigli dello zio Franco) sono iniziati i lavori per arrangiare le pareti della cisterna con del nuovo cemento e ferro per rinforzare il tutto. Tutt’ora anche noi, come i ragazzi, stiamo usando l’acqua della fontana che mettiamo nei secchi, per l’uso di casa.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">In tutto questo periodo, come quando ci era stata fatta la proposta di partire per il Mozambico, ci siamo affidati nelle mani del Signore e ancor di più ci stiamo affidando nel nostro mandato missionario qui a Memba in questo momento difficile e in attesa del ritorno di pe Silvano qui con noi, con la consapevolezza che quando ci si affida veramente, quando nel silenzio nei nostri cuori riusciamo a dire si, sono disposto a mettermi nelle Sue mani, in questo progetto missionario, che non è solo mio, non solo della Diocesi, ma è di Dio, si sa che non si sa quello che può succedere! Ma affidarsi è proprio questo, cominciare a muovere i primi passi fino a camminare, sapendo che c’è una mano invisibile che ci sostiene, ci aiuta a superare gli ostacoli e le difficoltà, ci rialza quando cadiamo, ti indirizza quando non trovi la strada, ti guida quando sei al buio, e se questa mano in alcuni momenti non riusciamo a percepirla o tarda ad arrivare, non è per farci perdere la speranza ma per farci gustare ulteriormente il Suo aiuto. Certo scriverlo è facile, metterlo in pratica poi, è un’altra cosa, molto difficile soprattutto quando ti ritrovi faccia a faccia con le difficoltà!! Ma siamo certi che questa difficoltà darà i suoi frutti. Ora ci sentiamo nel periodo della semina, cerchiamo di seminare la nostra presenza, la nostra volontà di imparare, con i nostri limiti e la nostra poca esperienza, ma il con il nostro entusiasmo. Il nostro esserci cerchiamo di testimoniarlo nelle relazioni, con i ragazzi del lar e negli incontri parrocchiali di questi primi mesi, come l’incontro dei giovani, l’incontro delle mamas e quello delle famiglie. <span style="font-size: 8.0pt; line-height: 115%;"></span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">All’inizio di luglio, siamo andati in città per fare l’esame scritto della patente mozambicana, perché la nostra italiana non è riconosciuta. All’andata accompagniamo le famiglie della nostra parrocchia a Carapira che si fermavano per la formazione diocesana e noi proseguiamo il nostro viaggio verso Nampula. Ci presentiamo lle 7,30 come da orario di inizio della prova e ci fanno entrare solo alle 9. Una volta dentro scopriamo che non c’erano i nostri nomi nella lista, quindi non potevamo fare l’esame. L’unica soluzione era tornare alla motorizzazione, far presente il problema e ritornare alla scuola guida per fare l’esame con il turno successivo alle 10,30. L’ufficio della motorizzazione è una stanza super caotica, (assomiglia a un mercato rionale) piena di persone, dove si entra e non si capisce dove andare e con chi parlare. Dopo un’ora, individuiamo la segretaria e riusciamo a esporre il problema e farci mettere nell’elenco del turno successivo. Quindi ci ripresentiamo alla scuola guida alle 10,30, aspettiamo fino alle undici per entrare, e chiamano solo Nicolò, si sono dimenticati di scrivere il mio nome. Nicolò comincia l’esame mentre io torno un’altra volta in quel girone infernale per cercare di ricollocare il problema. Dopo molta fatica riesco a parlare, ma come è normale, la segretaria non attende una persona per volta ma tutte le persone che ci sono davanti alla scrivania, tutte insieme e dà risposte a tutti contemporaneamente. Alla fine ha dato risposta anche a me e ha messo finalmente il mio nome nella lista dell’ultimo turno. Torno alla scuola, aspetto un’ora e alla fine a mezzogiorno e mezzo riesco a fare l’esame anch’io. Anche quel giorno da bravi ottimizzatori, avevamo incastrato mille tappe da fare dopo l’esame (che secondo i nostri calcoli doveva finire alle otto e mezza), e invece è andato tutto in fumo. Che dire, l’abbiamo presa con molta filosofia e ci abbiamo scherzato un po’ su. Al pomeriggio dovevamo cercare di recuperare un po’ il tempo perso e ultimare le compere, alla sera avevamo appuntamento con Emiliano e Lucia per andare all’aeroporto a prendere i loro famigliari e amici che arrivavano dall’Italia. Altro imprevisto che ci sfasa il programma: andando in un magazzino chiudiamo la macchina con le chiavi dentro. E ora che fare?!? Ci siamo seduti ad aspettare e rinunciare definitivamente a tutti i nostri programmi, aspettando l’arrivo di Emi, che nel frattempo era riuscito a recuperare il meccanico, il quale con un raggio di una bicicletta e senza nessun danno alla macchina è riuscito ad aprire in un istante la porta (ci guardiamo stupiti e contenti e gli diciamo con una battuta che non volevamo sapere che lavoro facesse prima di diventare meccanico!) Alla sera andiamo all’aeroporto e felicissimi re incontriamo il nostro caro amico Umbe (fratello di Lucia) e conosciamo gli altri parenti e amici di Emi e Lucia. Tutti esclusivamente con felpa e maglietta del Hellas, sembrava quasi una trasferta da stadio, tanto che appena li abbiamo visti scendere dall’aereo, sia loro che noi abbiamo iniziato a cantare : ”Stan arrivando i giallo-blu..” Che bello, vedere loro così emozionati all’aeroporto ad aspettare le loro visite, dopo quasi due anni che non si vedono. Gli abbracci e i baci sono stati infiniti e la loro contentezza ha emozionato anche noi. <span style="mso-tab-count: 1;"> </span><br />Dopo varie peripezie e imprevisti concludiamo la serata tutti insieme con una carica di allegria italiana! Abbiamo passato dei bellissimi momenti insieme a questi nostri amici veronesi, la maggior parte di loro li abbiamo conosciuti qui in Mozambico, ma la condivisione e l’allegria erano tante che sembrava fossimo amici da lunga data, senza contare la loro grande disponibilità e generosità per riempire le loro valigie solo di tante cose per noi missionari e farsi postini anche ora al ritorno. Che dire? Grazie “zio” Umbe, ci siamo incontrati nella preparazione per l’esperienza missionaria in Moldavia, senza contare le varie uscite MGM, ferragosto sul Carega in primis (ma non diciamo a tutti il motivo!!). Grazie zii Franco e Mary che ci hanno accolto come nipoti acquisiti in questa visita Mozambicana (ricordatevi che abbiamo fatto degli accordi..). Grazie Franci e Stefano vi sentiamo proprio amici.. Turisti, ma con lo spirito missionario, sono stati sempre molto delicati con le persone, attenti e pronti nel condividere e incontrare. Tutti loro sono venuti anche a visitare il nostro lar qui a Memba, i ragazzi sono stati ben felici di conoscerli, abbiamo passato un po’ di tempo insieme e alla fine ci siamo salutati con i rispettivi inni nazionali. Che festa! </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Questi sono alcuni nostri piccoli e grandi imprevisti qui in Africa in questi primi due mesi di inserimento e siamo contenti di esserci, non sarebbe la stessa cosa se tutto fosse rapido, semplice e se avessimo in tasca tutte le soluzioni. Stiamo affidando tutto nelle Sue mani, soprattutto i nostri timori, la nostra paura di sbagliare. Sappiamo che il Signore non ci da prove che non possiamo superare. Infatti, in questo incarico, ci ha messo al nostro fianco tantissime persone che ci stanno aiutando come l’equipe di Namahaca, in particolare pe Alessio, Emi e Lucia, pe Silvano pronto a rispondere ai nostri sms di SOS, don Giuseppe con Flora e Giulio, gli altri missionari che via via stiamo conoscendo che ci incoraggiano sempre ogni volta che li incontriamo, tutti i nostri animatori parrocchiali, in primis il consiglio pastorale che ci ha accolti con tanto entusiasmo e ci sta aiutando tantissimo. Ma anche tutte le persone che stiamo incontrando e conoscendo qui nella nuova parrocchia, la loro testimonianza di fede e coraggio nonostante tutte le loro difficoltà. Infine anche i nostri ragazzi che come tutti i ragazzi adolescenti hanno le loro giornate dritte e le loro giornate storte, ma sempre ci contagiano con la loro allegria e simpatia, sono la nostra famiglia =). Quanto vi abbiamo raccontato in questo post sono solo piccoli frammenti di quotidianità. Queste difficoltà, o piccoli e grandi imprevisti non sono niente rispetto ai grandi problemi alle grandi sofferenze che mano a mano che ci inseriamo qui vediamo che i nostri fratelli mozambicani stanno portando sulla schiena con grande dignità e umiltà dalle quali dobbiamo solo imparare. </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Un forte abbraccio a tutti =)</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Mpaka nihiku nikina…</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">A presto!!!<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">PS: A breve, grazie ai nostri “postini” Franci e Stefano dovrebbero arrivare sul blog alcune nostre foto e anche qualche video (il primo l’abbiamo fatto il 5 giugno a Carapira, proprio quando tutti voi eravate riuniti a Negrar per il pranzo missionario, l’altro è un video di saluti). Vi sentiamo tutti vicini, e tutti in modo particolare: chi con sms, chi con mail, chi con lettere insomma siete tutti qui con noi!! </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-71442619811350687972011-06-15T20:45:00.000+02:002017-12-19T20:40:12.149+02:00Inserimento in missioneSalama! Tudo bem?<br /><br /><br />Ciao amici,<br /><br />Eccoci qua per raccontarvi ancora un po’ della vita qui in missione.<br />Siamo stati un po’ silenziosi, qui le comunicazioni non sono sempre facili, almeno fino a quando non saremo stabili a Memba, al momento siamo ancora un po’ nomadi, tra Namahaca e Memba-Cavà. L’inserimento e gli spostamenti ci assorbono praticamente tutte le energie. In teoria a luglio dovremmo stabilirci a Memba, e se tutto va bene, ai primi di giugno dovrebbero iniziare i lavori per la sistemazione della casa dove andremo ad abitare in affitto. La casa è nel bairro Muaco, in mezzo al quartiere, e questo ci piace molto per stabilire da subito un contatto con la gente che ci abita vicino. La chiesa e il lar non sono lontani dalla casa, sono a circa mezzo km, praticamente poco più di cinque minuti a piedi. Non vediamo l’ora di stabilirci là, per trovare un po’ di stabilità dopo tutto questo nomadismo (iniziato ad agosto dell’anno scorso), e per entrare più concretamente e attivamente nella realtà di Memba. Per il momento veniamo a Memba quasi tutte le settimane per cominciare a conoscere la realtà e inserirci un po’. Quando ci fermiamo qualche giorno, usiamo la casa di Silvano per la cucina e il bagno e per dormire la notte andiamo nella pensione di Virgilio (ex larista che ci aiuta nel lar), dove abbiamo camera e bagno. <br /><br />In questi mesi, consideriamo come casa Namahaca, viviamo nella parte di casa dei padri ristrutturata per gli ospiti, là abbiamo camera, bagno, cucina e sala da pranzo, manca solo il frigo ma a breve dovrebbe arrivare. Se da un lato siamo fortunati perché abbiamo la possibilità di “scegliere ” dove dormire la notte … dall’altro, e’ un po’ faticoso continuare a spostarsi. Di certo non ci si annoia! Questo periodo nelle due missioni lo stiamo vivendo con molta serenità, è davvero una ricchezza per noi perché ci permette di vedere da vicino entrambe le realtà missionarie veronesi, ed entrare accompagnati nelle attività pastorali.<br /><a name='more'></a><br />Per il momento il nostro contributo è prevalentemente di tipo partecipativo per osservare e conoscere. Inoltre a Namahaca viviamo dei bellissimi momenti di vita comunitaria, una novità nella nostra vita familiare, con spazi di formazione, preparazione di attività, preghiera e svago. L’equipe è davvero varia, una molteplicità di caratteri e ministeri. Questa comunione cristiana oltre essere arricchente per noi è una bella testimonianza per i nostri fratelli mozambicani. <br /><br />Anche a Cavà-Memba con Silvano stiamo iniziando a formare una bella equipe, e con il suo aiuto e accompagnamento ci stiamo inserendo piano piano nel lar e nella realtà parrocchiale. <br /><br />Dal punto di vista geografico la missione di Cava-Memba è divisa in due regioni a causa dell’estensione territoriale. La sede della parrocchia è Cava’, situata nel mato (foresta) mentre la sede abitativa dei padri e dei laici è Memba, dove si trova il lar maschile. Cavà, è una zona rurale, si trova a circa a quaranta km da Memba, verso l’interno, dopo il rio Mekuburi, è una zona molto bella, in cui però a livello di servizi non c’è nulla, solo la maestosità della natura. Attorno alla parrocchia, sparse nel mato ci sono tutte le comunità cristiane che negli anni si sono formate. Questa missione era nata come uno smembramento del territorio della missione di Namahaca, fondata ufficialmente dai missionari comboniani nella festa della Sacra Famiglia nel 1948. Successivamente grazie alle numerose comunità cristiane che si erano formate, i comboniani decisero di fondare una nuova sede di missione proprio a Cava’. A partire dal 1996 fino all’aprile 2010 nella missione di Cavà-Memba si era stabilito pe. Ottavio, un sacerdote Fidei Donum sardo, da aprile 2010 è divenuta una missione della nostra diocesi di Verona. Le strutture presenti a Cavà sono: la chiesa, la casa dei padri, il magazzino, e alcuni spazi parrocchiali, che comprendono la sala riunioni, la cucina, il refettorio, il dormitorio per ospitare le persone che si fermano alla formazione. Infine c’è un lar che in passato accoglieva ragazzi orfani. Ora in disuso a causa della scomodità di locazione lontano dalle scuole. <br /><br />Memba invece si trova sul litorale, sull’oceano Indiano e foce del rio Mekuburi. Memba è sede di Distretto, è un piccolo centro urbano e offre molti servizi, c’è l’amministrazione distrettuale, l’ospedale, le scuole primarie e secondarie, ci sono i lar del governo e la prigione. Memba ha goduto di uno sviluppo economico commerciale essendo una zona costiera e i commerci con il Medio Oriente hanno determinato un’elevata presenza mussulmana. Situata in un punto strategico dal punto di vista commerciale, Memba durante la dominazione portoghese ha sviluppato una buona struttura urbana, ora in parte abbandonata e con i palazzi in stile portoghese andati largamente distrutti durante la trentennale guerra civile. <br /><br />Per quanto riguarda le strutture della missione, a Memba c’è la chiesa, la piccola casa dei padri (nell' ex-canonica), il dormitorio parrocchiale e il lar maschile, ovvero uno studentato per ragazzi con le due officine: falegnameria e lavorazione del ferro. <br /><br />A Memba abbiamo iniziato ad inserirci nel lar, i ragazzi ci hanno accolto molto bene, e si sono dimostrati davvero entusiasti e collaborativi. La nostra prima impressione è molto buona, li conosciamo ancora poco, ma già si notano quelli più tranquilli, quelli più studiosi, quelli più lavoratori e quelli più esperti, sarà una bella sfida! Quando siamo con loro li aiutiamo un po’ nello studio e li seguiamo nei servizi per capire meglio come funzionano. <br /><br />Nel lar di Memba i ragazzi sono 29, provenienti dalle parrocchie di Namahaca, Cava’e Chipene, la loro età va dagli 11 ai 22 anni, dall’ottava alla dodicesima classe, le equivalenti delle nostre scuole superiori. La scuola è organizzata su tre turni differenti: mattino (6:20-12:15), pomeriggio (12:15-17:30) e sera (17:30-22:55), non si può scegliere in quale turno essere inseriti. Oltre alla scuola, i ragazzi nel lar svolgono dei servizi giornalieri. Sono divisi in sei gruppi e a rotazione settimanale si occupano di: cucina, liturgia, pulizia degli ambienti comuni, orto, falegnameria, lavorazione del ferro e muratori. <br /><br />Con pe Silvano ci sono dei progetti in cantiere, si pensava infatti di potenziare le ore di studio in particolare di portoghese, inglese, matematica e geografia, promuovere l’attività di biblioteca, collocando dei libri di vario genere e materiale scolastico che i ragazzi potrebbero usare per studiare. In teoria, a scuola dovrebbero dare ad ognuno i libri di testo in prestito per l’intero anno scolastico, che poi andrebbero restituiti a fine anno, ma nella pratica nessuno di loro li ha. Le idee, i sogni e i progetti sono tanti vedremo piano piano come realizzarli.<br /><br />Oltre al lar abbiamo iniziato anche il nostro inserimento nelle attività parrocchiali e abbiamo partecipato al primo consiglio pastorale a Cava’. Il consiglio è iniziato al mattino, con un po’ di preghiera e qualche canto. E’ seguito un momento di reciproca presentazione di noi e dei membri del consiglio, sono gli animatori dei vari ministeri e gli animatori zonali (6 zone). Dopo questo momento di presentazione è iniziato il consiglio. Sono stati dibattuti i vari assunti, si tratta di problematiche, proposte, preoccupazioni, che riguardano le varie comunità. Prima di concludere si è fatto un po’ di calendario, nel quale si sono decide le date degli incontri parrocchiali mensili e le visite alle comunità. Qui non c’è il telefono per avvisare che la prossima settimana il padre va a visitare quella o l’altra comunità, e nemmeno internet o il cellulare per mandare un sms e avvisare quando ci sono le formazioni. Tutte le informazione vengono date per passaparola. Il consiglio è un appuntamento importante di confronto e decisione ma anche un momento fondamentale di programmazione dei vari appuntamenti mensili per il padre, gli animatori e le comunità. Cosi ogni comunità, grazie al suo animatore che ha partecipato al consiglio, saprà che in quella data verrà il padre a visitarla e celebrare la messa e quindi si organizzerà per preparare l’accoglienza.<br /><br />Il consiglio è durato quattro ore, abbiamo concluso cono pranzo insieme di riso e fagioli. Ci è piaciuto molto partecipare anche se ci siamo sentiti ancora un po’ dei pesci fuor d’acqua. Partecipare ci ha dato un idea più concreta dei vari assunti parrocchiali e comunitari e ci ha fatto riflettere sulle modalità e tempistiche del dialogo. Qui ogni assunto è dibattuto da tutti e alla fine tutti insieme giungono a una soluzione comune. Il ritmo è molto lento, ognuno senza fretta può dire la sua opinione.<br /><br />Più stiamo a contatto con le persone e ci inseriamo nell’ambiente, più impariamo a conoscere le loro careatteristiche culturali. Il ritmo delle cose è molto diverso, è rallentato, non è frenetico come da noi, anche le modalità di pensare, agire e affrontare un problema sono molto diverse e le relazioni umane sono sempre una priorità. Anche noi dobbiamo imparare a rallentarci e prima di agire osservare e capire bene la realtà in cui viviamo nel rispetto delle persone che abbiamo vicino.<br /><br />Diverso è anche il modo di pensare e reagire di fronte alla morte. Un esempio è il dialogo che abbiamo avuto con un ragazzo qui del lar, David. Lui ha 22, è di Namahaca e sta frequentando l’ultimo anno di scuola, la dodicesima classe (è un buon ragazzo, la sua famiglia è poverissima, era rimasto fermo qualche anno con la scuola e ora ha ripreso a studiare e vive nel lar parrocchiale di Memba). Ci stava raccontando che aveva appena saputo della morte di suo cugino, il secondo in due settimane. Sapendo che era il secondo in così poco tempo gli abbiamo detto che eravamo molto dispiaciuti e che era una cosa molto triste. David ci ha risposto con un tono molto pacato, quasi sottovoce, guardandoci con quei suoi occhi profondi e sguardo colmo di rispetto “non è triste, è naturale”, “solo Dio è colui che conosce le cose”. Ecco, siamo rimasti realmente senza parole di fronte a questa risposta, a questa fede in Dio così profonda, di fronte a questo abbandono totale nelle Sue braccia e nella Sua Provvidenza.<br /><br />Più passa il tempo, più ci affezioniamo alle persone e più ci sentiamo partecipi delle loro difficoltà, dei loro problemi, delle loro sofferenze, e vorremmo fare di più. Ma spesso purtroppo non si può far niente. Solo camminare insieme, vicino, ma non troppo perchè ognuno ha la propria cultura, il proprio ritmo, il proprio passo, le proprie modalità e il proprio sguardo sulle cose. Ma la ricchezza è proprio questo camminare insieme e questo nostro cercare di andare alla loro andatura, con il loro ritmo e di guardare lo stesso orizzonte. Questa camminata comune che ci rende fratelli. <br /><br />Anche questa volta ci siamo dilungati un po’ =O<br /><br />Um abraço bem apertado..........sempre juntos no coraç<span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: Calibri;">ão </span></span>e na oraç<span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: Calibri;">ã</span></span>o!<br /><br />……. mandateci vostre news =) Até a proxima!!<br /><br />Nico e Francimissionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-54237632409005708982011-05-18T11:57:00.001+02:002017-12-19T20:40:12.197+02:00Boa Pàscoa<div class="MsoNormal">Ciao amici tutti,</div><div class="MsoNormal">Eccoci qua! Abbiamo passato la nostra prima Pasqua africana. E’un po’ strano passare la Pasqua al caldo, lontani dalla nostra parrocchia e dalle nostre famiglie. Ma è stata una bella Pasqua vissuta con intensità e profondità spirituale, in cui ci siamo sentiti partecipi di una Chiesa viva, che ha voglia di camminare e in cui tutti i cristiani della comunità si sentono corresponsabili di questa camminata. </div><div class="MsoNormal">Corresponsabili per necessità e per scelta, per necessità perché c’è un solo padre (quasi due a Namahaca non appena don Simone avrà finito il corso di lingua ad Anchilo) che si trova a gestire una zona molto vasta (70 comunità Namahaca e 46 Cavà-Memba), le comunità ricevono la sua visita circa una volta all’anno, e solo in quell’occasione viene celebrata la messa. Ci sono comunità più attive e meno attive, e sono organizzate in ministeri, i principali sono: anziano, catechista e pwiyamwene (responsabile delle donne della comunità) che si riuniscono con i cristiani della comunità tutte le domeniche per la celebrazione della Parola. </div><div class="MsoNormal">Una Chiesa ministeriale che cerca di camminare con la forza e la volontà dei laici. Camminare è proprio il verbo giusto perché ad esempio nella settimana santa, i ministri dell’eucarestia delle varie comunità, si sono fatti alcune ore di cammino a piedi per arrivare in parrocchia a prendere l’eucarestia per le celebrazioni della settimana e poi di nuovo il Sabato Santo per prendere l’eucarestia per la Pasqua.<br /><br /><a name='more'></a></div><div class="MsoNormal">La nostra Pasqua è stata un po’ itinerante, tra le due parrocchie di Namahaca e Memba-Cavà. Le danze si sono aperte la domenica delle Palme a Namahaca, dove abbiamo assistito a una breve drammatizzazione del vangelo fuori dalla Chiesa con la benedizione delle palme e la celebrazione della Parola con la comunità. Il mercoledì Santo a Nacala, abbiamo partecipato alla messa con tutti i missionari della nuova diocesi, presieduta dal vescovo. E’ stata una bella occasione per conoscere i missionari delle altre congregazioni che sono presenti qui.</div><div class="MsoNormal">Il giovedì Santo abbiamo accompagnato don Silvano in una comunità nel mato (foresta), a metà strada circa tra Memba e Cavà. Partiamo all’imbrunire da Memba, la comunità è a circa un’ora di strada in macchina. Arriviamo che è già buio, l’unica luce è quella della luna, che illumina la comunità seduta davanti alla chiesa ad aspettarci. <span style="color: red;"> </span>La celebrazione nella piccola cappella fatta di fango e cemento è molto semplice, ma significativa, don Silvano invita gli animatori dei vari ministeri della comunità davanti all’altare per la lavanda dei piedi. Sicuramente l’ambiente, semplice e essenziale aiuta ad un raccoglimento interiore, ci siamo immedesimati al tempo di Gesù. La chiesetta è piena, le persone partecipano con attenzione. Si respira la loro voglia di camminare, sia spiritualmente che fisicamente, per arrivare molti si sono incamminati al buio, nel mato, e nel buio si incamminano per ritornare a casa. Questo ancora una volta ci interroga sulla nostra fede e sulle nostre vite spesso fatte di comodità e pigrizia di fronte alle difficoltà. Finita la celebrazione, scherziamo un po’ con i giovani che hanno animato il canto e ci ricordiamo con un po’ di nostalgia di quando finita la messa ci fermavamo a salutare i nostri amici del coro in parrocchia.</div><div class="MsoNormal">Il venerdì Santo ci ha portato una inaspettata e bella sorpresa: la rappresentazione della Passione di Gesù da parte del gruppo giovani di Namahaca. Hanno organizzato tutto da soli, con l’aiuto di Dario, responsabile dei giovani. Già la domenica delle Palme avevano inscenato l’arrivo di Gesù a Gerusalemme a dorso di una bicicletta (legata ad un albero con una corda come fosse un vero asino). Ogni personaggio si è preparato e imparato la propria parte a memoria, ovviamente in lingua macua. Il teatro è ambientato nel piazzale dietro alla chiesa di Namahaca, la scenografia davanti a noi consiste in alcune capanne, sono il sinedrio, la casa del sommo sacerdote,la casa di Pilato e di Erode, il Golgota e il sepolcro. La rappresentazione è interpretata da un punto di vista macua e i giovani, nella semplicità, hanno pensato a tutto: dai visi dipinti, ai vestiti dei soldati romani, realizzati con corazze e elmetti di cartone e foglie, al terremoto che c’è stato dopo la morte di Gesù (nascosti negli alberi, dove era ambientato il Golgota, alcuni giovani hanno fatto tremare i rami per rendere l’idea del terremoto), all’angelo, un ragazzo albino, che asciugava le lacrime di Gesù nell’orto degli ulivi, alla scomparsa del corpo di Gesù nel sepolcro circondato dalle guardie. </div><div class="MsoNormal">La nostra Veglia Pasquale inizia alle sei di sera a Namahaca. Tutta la comunità è riunita fuori dal piazzale della Chiesa. Anche noi siamo seduti li fuori con loro e in compagnia di Emi e Lucia, sr. Dionisia e sr. Giulia. In attesa dell’inizio della messa, seduti al buio contempliamo lo splendore del cielo stellato, e inaspettatamente vediamo alcune stelle cadenti. La messa dovrebbe iniziare alle sei, ma i ritmi e gli orari qui sono sempre molto approssimativi, e inizia alle sette e mezza. Con il rito della luce e la benedizione del fuoco, tutta la comunità entra in chiesa, con un canto festoso e l’energico suono dei batuk (rimasti silenziosi per tutta la quaresima) inizia la celebrazione della Resurrezione del Signore. È la Pasqua del Signore! Durante la messa vengono celebrati dei matrimoni e battezzati dei bambini e degli adulti che hanno terminato i tre anni di catecumenato. Fuori dalla porta della chiesa è scavata nella terra una grande croce, profonda una ventina di centimetri, i battezzandi uno alla volta si collocano al centro della croce, accompagnati dal padrino o madrina e ricevono il battesimo. La celebrazione è stata una vera festa, finisce a mezzanotte e mezza, siamo stanchi morti ma contenti di aver condiviso con questa comunità la Veglia Pasquale. La domenica accompagniamo padre Alessio a visitare e celebrare la messa di Pasqua nella comunità di Namatassia e finalmente alla sera ci ritroviamo con l’ equipe per festeggiare la Pasqua insieme, niente agnello, ma in compenso tanta amicizia, allegria e una buona fetta di tiramisù mozambicano!</div><div class="MsoNormal">Questo post per condividere con voi la nostra camminata qui, in questa terra di missione, in cui molto spesso ci sentiamo ancora criança (bambini), ma di cui cominciamo a sentirci parte, e questo grazie all’aiuto dell’equipe che ci sta accompagnando nell’inserimento e all’accoglienza delle persone, il cuore di questa semplice gente è proprio grande. Speriamo che anche tutti voi abbiate passato una buona Pasqua nelle vostre parrocchie, e vi speriamo tutti in forma e salute. </div><div class="MsoNormal"><span lang="PT">A presto, atè logo, atè a pr</span><span lang="PT">ó</span><span lang="PT">xima ;-))<br />um abraço forte </span></div><div class="MsoNormal"><span lang="PT">Nico e Franci</span></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-43421874747749043962011-05-18T11:57:00.000+02:002017-12-19T20:40:12.167+02:00Boa Pàscoa<!--[if gte mso 9]><xml> <w:WordDocument> <w:View>Normal</w:View> <w:Zoom>0</w:Zoom> <w:TrackMoves/> <w:TrackFormatting/> <w:HyphenationZone>14</w:HyphenationZone> <w:PunctuationKerning/> <w:ValidateAgainstSchemas/> <w:SaveIfXMLInvalid>false</w:SaveIfXMLInvalid> <w:IgnoreMixedContent>false</w:IgnoreMixedContent> <w:AlwaysShowPlaceholderText>false</w:AlwaysShowPlaceholderText> <w:DoNotPromoteQF/> 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Abbiamo passato la nostra prima Pasqua africana. E’un po’ strano passare la Pasqua al caldo, lontani dalla nostra parrocchia e dalle nostre famiglie. Ma è stata una bella Pasqua vissuta con<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>intensità e profondità spirituale, in cui ci siamo sentiti partecipi di una Chiesa viva, che ha voglia di camminare e in cui tutti i cristiani della comunità si sentono corresponsabili di questa camminata. </div><div class="MsoNormal">Corresponsabili per necessità e per scelta, per necessità perché c’è un solo padre (quasi due a Namahaca non appena don Simone avrà finito il corso di lingua ad Anchilo) che si trova a gestire una zona molto vasta (70 comunità Namahaca e 46 Cavà-Memba), le comunità ricevono la sua visita circa una volta all’anno, e solo in quell’occasione viene celebrata la messa. Ci sono comunità più attive e meno attive, e sono organizzate in ministeri, i principali sono: anziano, catechista e pwiyamwene (responsabile delle donne della comunità) che si riuniscono con i cristiani della comunità tutte le domeniche per<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la celebrazione della Parola. </div><div class="MsoNormal">Una <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Chiesa ministeriale che cerca di camminare con la forza e la volontà dei laici. Camminare è proprio il verbo giusto perché ad esempio nella settimana santa, i ministri dell’eucarestia delle varie comunità, si sono fatti alcune ore di cammino a piedi per arrivare in parrocchia a prendere<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>l’eucarestia per le celebrazioni della settimana e poi di nuovo il Sabato Santo per prendere l’eucarestia per<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la Pasqua. </div><div class="MsoNormal">La nostra Pasqua è stata un po’ itinerante, tra le due parrocchie di Namahaca e Memba-Cavà.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Le danze si sono aperte la domenica delle Palme a Namahaca, dove abbiamo assistito a una breve drammatizzazione del vangelo fuori dalla Chiesa con la benedizione delle palme e la celebrazione della Parola con la comunità. Il mercoledì Santo a Nacala, abbiamo partecipato alla messa con tutti i missionari della nuova diocesi, presieduta dal<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>vescovo. E’ stata una bella occasione per conoscere i missionari delle altre congregazioni che sono presenti qui.</div><div class="MsoNormal">Il giovedì Santo abbiamo accompagnato don Silvano in una comunità nel mato (foresta), a metà strada circa tra Memba e Cavà. Partiamo all’imbrunire da Memba, la comunità è a circa un’ora di strada in macchina.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Arriviamo che è già buio, l’unica luce è quella della luna, che illumina la comunità seduta davanti alla chiesa ad aspettarci. <span style="color: red;"><span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span>La celebrazione nella piccola cappella fatta di fango e cemento è molto semplice, ma significativa, don Silvano invita gli animatori dei vari ministeri della comunità davanti all’altare per la lavanda dei piedi.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Sicuramente l’ambiente, semplice e essenziale aiuta ad un raccoglimento interiore, ci siamo immedesimati al tempo di Gesù. La chiesetta è piena, le persone partecipano con attenzione. Si respira la loro voglia di camminare, sia spiritualmente che fisicamente, per arrivare molti si sono incamminati al buio, nel mato, e nel buio si incamminano per ritornare a casa. Questo ancora una volta ci interroga sulla nostra fede e sulle nostre vite spesso fatte di comodità e pigrizia di fronte alle difficoltà. Finita la celebrazione, scherziamo un po’ con i giovani che hanno animato il canto e ci ricordiamo con un po’ di nostalgia di quando finita la messa ci fermavamo a salutare i nostri amici del coro in parrocchia.</div><div class="MsoNormal">Il venerdì Santo ci ha portato una inaspettata <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e bella sorpresa: <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la rappresentazione della Passione di Gesù da parte del gruppo giovani di Namahaca. Hanno organizzato tutto da soli, con l’aiuto di Dario, responsabile dei giovani. Già la domenica delle Palme avevano inscenato l’arrivo di Gesù a Gerusalemme a dorso di una bicicletta (legata ad un albero con una corda come fosse un vero asino). Ogni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>personaggio si è preparato e imparato la propria parte a memoria, ovviamente in lingua macua. Il teatro è ambientato nel piazzale dietro alla chiesa di Namahaca, la scenografia davanti a noi consiste in alcune capanne,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sono il sinedrio, la casa del sommo sacerdote,la casa<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>di Pilato e di Erode, il Golgota e il sepolcro.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>La rappresentazione è interpretata da un punto di vista macua e i giovani, nella semplicità, hanno pensato a tutto:<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dai visi dipinti, ai vestiti dei soldati romani, realizzati con corazze e elmetti di cartone e foglie, al terremoto che c’è stato dopo la morte di Gesù (nascosti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>negli alberi, dove era ambientato il Golgota, alcuni giovani hanno fatto tremare i rami per rendere<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>l’idea del terremoto), all’angelo, un ragazzo albino, che asciugava le lacrime di Gesù nell’orto degli ulivi,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>alla scomparsa del corpo di Gesù nel sepolcro circondato dalle guardie. </div><div class="MsoNormal">La nostra Veglia Pasquale inizia alle sei di sera a Namahaca. Tutta la comunità è riunita fuori dal piazzale della Chiesa.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Anche noi siamo seduti li fuori con loro e in compagnia di Emi e Lucia, sr. Dionisia e sr. Giulia. In attesa dell’inizio della messa, seduti al buio contempliamo lo splendore del cielo stellato, e inaspettatamente vediamo alcune stelle cadenti. La messa dovrebbe iniziare alle sei, ma i ritmi e gli orari qui sono sempre molto approssimativi, e inizia alle sette e mezza.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Con il rito della luce e la benedizione del fuoco, tutta la comunità entra in chiesa, con un canto festoso e l’energico suono dei batuk (rimasti silenziosi per tutta la quaresima) inizia la celebrazione della Resurrezione del Signore.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>È la Pasqua del Signore! Durante la messa vengono celebrati dei matrimoni e battezzati dei bambini e degli adulti che hanno terminato i tre anni di catecumenato. Fuori dalla porta della chiesa è scavata nella terra una grande croce, profonda una ventina di centimetri, i battezzandi uno alla volta si collocano al centro della croce, accompagnati dal padrino o madrina e ricevono il battesimo. La celebrazione<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>è stata una vera festa, finisce a mezzanotte e mezza, siamo stanchi morti ma contenti di aver condiviso con questa comunità la Veglia Pasquale. La domenica accompagniamo padre Alessio a visitare e celebrare la messa di Pasqua nella comunità di Namatassia e finalmente alla sera ci ritroviamo con l’ equipe per festeggiare la Pasqua insieme, niente agnello, ma in compenso tanta amicizia, allegria e una buona fetta di tiramisù mozambicano!</div><div class="MsoNormal">Questo post per condividere con voi la nostra camminata qui, in questa terra di missione, in cui molto spesso ci sentiamo ancora criança (bambini), ma di cui cominciamo a sentirci parte, e questo grazie all’aiuto dell’equipe che ci sta accompagnando nell’inserimento e all’accoglienza delle persone, il cuore di questa semplice gente è proprio grande. Speriamo che anche tutti voi abbiate passato una buona Pasqua nelle vostre parrocchie, e vi speriamo tutti in forma e salute. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></div><div class="MsoNormal"><span lang="PT" style="mso-ansi-language: PT;">A presto, atè logo, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>atè a pr</span><span lang="PT" style="mso-ansi-language: PT; mso-bidi-font-family: Calibri;">ó</span><span lang="PT" style="mso-ansi-language: PT;">xima ;-))<br />um abraço forte </span></div><div class="MsoNormal"><span lang="PT" style="mso-ansi-language: PT;">Nico e Franci</span></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-42922018482269033012011-05-09T20:41:00.000+02:002017-12-19T20:40:12.215+02:00Energie in rete, nuovo incontro<div> <span><span style="font-family:Times New Roman;font-size:130%;color:#100082;"><span style="font-size:13.5pt;color:#100082"></span></span></span><span><span style="font-family:Times New Roman;font-size:130%;color:#100082;"><span style="font-size:13.5pt;color:#100082"></span></span></span> <span><span style="font-family:Times New Roman;font-size:130%;color:#100082;"><span style="font-size:13.5pt;color:#100082">Carissimo/a!</span></span></span><span style="font-size:130%;color:black;"><span style="font-size:13.5pt;color:black"></span></span><div><div> </div> </div> <span><span style="font-family:Times New Roman;font-size:130%;color:#100082;"><span style="font-size:13.5pt;color:#100082">Carissimi bentrovati sulla strada della Sua Pasqua!</span></span></span><span style="font-size:78%;color:black;"><span style="font-size:9.0pt;color:black"></span></span> <span style="font-family:Times New Roman;font-size:78%;color:black;"><span style="font-size:9.0pt;color:black"><br /></span></span><div style="text-align: center;"><div style="text-align: center;"><div style="text-align: left;"><span><span style="font-family:Times New Roman;font-size:130%;color:#100082;"><span style="font-size: 13.5pt; color: rgb(16, 0, 130);">Ti e ci ricordiamo reciprocamente, </span></span></span><span style="color:#100082;font-family:Times New Roman;font-size:medium;">l’incontro per parlare e scambiare notizie e idee per e su</span><span><span style="font-family:Times New Roman;font-size:130%;color:#100082;"><span style="font-size:13.5pt;color:#100082">lla </span></span></span><span><b><span style="font-size:180%;color:#100082;"><span style="font-size: 16.5pt; color: rgb(16, 0, 130); font-weight: bold;"></span></span></b></span><br /></div><span><b><span style="font-size:180%;color:#100082;"><span style="font-size: 16.5pt; color: rgb(16, 0, 130); font-weight: bold;"></span></span></b></span></div><div style="text-align: left;"><span><b><span style="font-size:180%;color:#100082;"><span style="font-size:16.5pt;color:#100082;font-weight:bold">Missione Diocesana</span></span></b></span><span><b><span style="font-size:180%;color:#100082;"><span style="font-size:16.5pt;color:#100082;font-weight:bold"> in Mozambico a Namahaca e Memba-Cavà</span></span></b></span><span style="font-size:130%;color:black;"><span style="font-size:13.5pt;color:black"></span></span><br /></div></div><div><div> </div> <div> </div> </div><span style="font-family:Times New Roman;font-size:85%;color:#00093a;"><span style="font-size:10.5pt;color:#00093A"><br />(dove si trovano i missionari Fidei-Donum che tu conosci... <span>magari più di uno: don Alessio, don Silvano, don Simone, Emiliano, Lucia, Nicolò, Francesca, suor Giulia)</span></span></span><span style="color:black;"><span style="color:black"></span></span> <div> </div> </div> <div><div> </div> </div> <div> <div> <p class="MsoNormal"><span style="font-family:Times New Roman;font-size:85%;color:#8c0029;"><span style="font-size:12.0pt;color:black"></span><span style="font-size:10.5pt;color:#8C0029">Incontro per chi ha voglia di <b><i><span style="font-weight: bold; font-style: italic;">mettere insieme le energie in modalità di RETE, </span></i></b><i><span style="font-style: italic;">p</span></i></span></span><span style="font-family:Times New Roman;font-size:85%;color:#8c0029;"><span style="font-size: 10.5pt; color: rgb(140, 0, 41);">er essere meglio in grado di rispondere alle novità e necessità che ci arrivano dalla missione.</span></span><span style="display: block;" id="formatbar_Buttons"></span></p></div></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family:AppleMyungjo;font-size:130%;color:#00093a;"><span style="font-size: 13.5pt; font-family: AppleMyungjo; color: rgb(0, 9, 58);">l'incontro sarà:</span></span><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family:AppleMyungjo;font-size:130%;color:#00093a;"><span style="font-size:13.5pt;font-family:AppleMyungjo;color:#00093A"></span></span><b><span style="font-family:'Trebuchet MS';font-size:180%;color:#00093a;"><span style="font-size: 18pt; color: rgb(0, 9, 58); font-weight: bold;">lunedì 16 maggio presso il Centro Missionario Diocesano </span></span></b><br /><b><span style="font-family:'Trebuchet MS';font-size:180%;color:#00093a;"><span style="font-size:18.0pt;color:#00093A;font-weight:bold">h 20,45</span></span></b><br /><br /><span style="font-size:78%;"><br /></span><div style="text-align: left;"><div><div> <div> <p><span style="font-size:78%;"><span style="color:#00093a;font-family:AppleMyungjo;font-size:medium;">per: conoscersi tra i vari gruppi, avere e scambiare nuove notizie, per ricordare la serata del 18 maggio a Sanguinetto, per chiarire l’appuntamento del 5 giugno a Negrar(pranzo di solidarietà) e cercando ancora altre idee</span><span style="color:navy;font-family:AppleMyungjo;font-size:medium;"></span><span style="color:#00093a;font-family:AppleMyungjo;font-size:medium;">(!)</span></span></p></div><div> </div> </div></div></div></div><br /><div style="text-align: right;"><span style="font-family:Times New Roman;font-size:85%;color:#00093a;"><span style="font-size:10.5pt;color:#00093A"> Buon Lavoro e buona Missione!</span></span><span><span style="font-family:Times New Roman;font-size:85%;color:#00093a;"><span style="font-size:10.5pt;color:#00093A"><br />L'équipe scambio del CMD</span></span></span></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-90877407434642755642011-03-28T15:22:00.000+02:002017-12-19T20:40:12.233+02:00Eccoci in Mozambico!<div class="MsoNormal">Mòxeleliwa? Salama! Ciao a tutti!<br /><br /></div><div class="MsoNormal">Eccoci in Africa! Finalmente in missione!Non ci sembra vero di poter vivere finalmente questa bellissima avventura missionaria, dopo tanta attesa, preparazione e anche un po’ di immaginazione. Immaginazione, perché in Africa non ci siamo mai stati prima. L’emozione che abbiamo sentito quando siamo atterrati a Maputo è stata forte, ci siamo guardati e ci siamo detti: eccoci in Africa! Eccoci in Mozambico! A Maputo ci siamo fermati poco, giusto il tempo di mettere il naso fuori dall’aeroporto per fare i primi documenti ed accorgerci che la globalizzazione con le sue contraddizioni è arrivata anche in questa capitale lontana. Già durante il tragitto dall’aeroporto al consolato italiano la voglia di vedere, di osservare questa Africa era grande. Ai lati della strada un via vai continuo di persone, ognuna con la sua roba, chi sopra alla testa, chi per terra o caricata sulla bici, e poi tanti bambini seduti a guardare o a giocare tra di loro! Terminati i documenti, siamo tornati all’aeroporto dove ci siamo incontrati con le due sorelle della Sacra Famiglia in arrivo dal Brasile. Con l’equipe fidei donum al completo: noi due, coppia di sposi, don Simone, le tre sorelle della Sacra Famiglia sr. Giulia, sr. Ducilene e sr. Dionisia, accompagnati da don Marco, don Giuseppe Pizzoli, direttore del centro missionario e suor Marisa, la madre generale, abbiamo preso il volo interno della LAM con destinazione Nampula (la seconda città piu’ grande del Paese dopo la capitale)<span style="font-size: 8pt; line-height: 115%;">. </span><br /><br /></div><div class="MsoNormal">A Nampula una grande gioia: finalmente abbracciare gli altri missionari veronesi, Lucia e Emiliano, padre Alessio e padre Silvano, che ci stavano aspettano all’aeroporto con un grande striscione di benvenuto, tutti ci accolgono con grande entusiasmo. Durante tutta la preparazione ci hanno accompagnato da lontano prestandoci i loro occhi e il cuore per conoscere la missione. Che bello, eccoli finalmente, li possiamo abbracciare, un abbraccio carico anche di tutto l’affetto dei loro genitori e amici che si sono raccomandati a noi per stringerli e salutarli; nel cuore il pensiero che ora siamo tutti insieme, uniti per camminare assieme a questo popolo mozambicano. Non ci sembra vero.</div><div class="MsoNormal"><br /><a name='more'></a><br /><br /> Dopo qualche tappa per conoscere e incontrare le sorelle comboniane che si trovano a Nampula e Nacala finalmente mercoledì 23 febbraio dopo pranzo partiamo per la missione di Namahaca. Le emozioni nel cuore sono tante, il cammino per arrivare è ancora lungo, soprattutto a causa dei grossi <i>buracos</i> pieni d’acqua <span style="color: red;"> </span>che si sono formati sulla strada sterrata a causa delle piogge. </div><div class="MsoNormal"> La strada di terra rossa collega le varie comunità di cui Emiliano e Lucia ci dicono i nomi, ma per ora per noi è difficile ricordarli. Le persone lungo i lati della strada ci salutano con la mano e i bambini con quel loro sorriso allegro. Lungo la strada vediamo le loro case fatte di mattoni di fango e tetti di paglia. Vicino alla casa, la <i>machamba</i>, l’orto per coltivare il miglio, la mandioca, e l’amendoin. Alcuni sono nella machamba che stanno lavorando ma si fermano, alzano lo sguardo, ci salutano: Salama! La povertà che vediamo ci tocca, ci fa subito pensare alla nostra terra, alle nostre strade, alle nostre case piene di comfort. Al nostro non fermarci mai, non trovare mai il tempo nemmeno per alzare lo sguardo, accennare un sorriso e scambiarci un saluto. Per donarci un sorriso, quel sorriso che qui non manca mai<span style="font-size: 8pt; line-height: 115%;">.</span> Finalmente arriviamo a Namahaca, ad accoglierci una bellissima sorpresa, la comunità in festa per il nostro arrivo. Scendiamo dall’auto emozionati e felici, e tutte le persone, in semicerchio, come per accoglierci in un grande abbraccio, cantano e battono le mani, si sono imparati tutti i nostri nomi. Davanti ci sono i bambini più piccoli, poi quelli un po’ più grandi e dietro il resto della comunità. Questa inaspettata e calorosa accoglienza ci ha commosso e riempito di una grande gioia. Tutti li, con il caldo, sotto il sole, e questo africano è davvero forte, ad aspettarci e fare festa. Anche le menine del lar (le ragazze dell’internato femminile) di Namahaca ci accolgono con un allegro <i>benvindo</i>. Non potevamo iniziare questa esperienza in modo migliore.</div><div class="MsoNormal"><br />I primi giorni li passiamo a conoscere la realtà di Namahaca mentre sabato finalmente andiamo a visitare la missione di Memba. E’stata un’emozione, perché sarà la nostra casa per i prossimi tre anni. Abbiamo conosciuto i ragazzi del lar e anche loro ci hanno regalato un festoso benvenuto.</div><div class="MsoNormal">Ma l’accoglienza non è ancora finita perché la domenica a Namahaca è stata organizzata una grande festa di benvenuto. Sono state invitate le varie comunità con i loro responsabili, i missionari presenti nelle altre missioni e il vescovo di Nacala , don Germano, che è venuto a celebrare la messa e ci ha accolti ufficialmente nella nuova diocesi. La celebrazione è stata molto bella, eravamo emozionati, ognuno di noi si è presentato e a seguire la comunità ci ha portato dei doni di benvenuto. Canti e balli hanno animato la messa e prima di concludere i rappresentanti delle comunità ci hanno letto il loro messaggio di benvenuto. Ci siamo sentiti accolti con molto affetto e entusiasmo da tutti, Lucia e Emiliano, padre Alessio e padre Silvano, gli altri missionari venuti a conoscerci e dai nostri nuovi fratelli e sorelle mozambicani. La festa è continuata con un pranzo condiviso a base di riso, fagioli e una buonissima fetta di pane dolce.</div><div class="MsoNormal"><br />È passato ormai un mese dal nostro arrivo in Mozambico e ancora non riusciamo a renderci conto, a realizzare di essere in Africa. Qui è tutto molto diverso, a partire dai colori, dalla natura che ti lascia <i>cada vez mais </i>(ogni volta di più) senza parole, i profumi, gli odori, i rumori, il clima, il cibo, la lingua e la cultura, i ritmi, le celebrazioni, i canti, tutto insomma è diverso dal nostro ambiente. Ci sentiamo stupiti e meravigliati, ma anche un po’ timorosi e inadeguati; sentiamo il bisogno di fare silenzio, per provare a interiorizzare e realizzare quello che stiamo vivendo. Ci vorrà sicuramente tanto tempo per entrare in confidenza con questa nuova cultura, ma non abbiamo fretta! Siamo qui per vivere con i ritmi del popolo africano, per sederci accanto ai nostri fratelli e sorelle mozambicani, magari sotto a una alta e ombrosa mangueira, conoscerci piano piano e condividere la fede in Gesù.</div><div class="MsoNormal"><br />Questo primo mese lo abbiamo passato al centro catechetico di Anchilo, dal quale passano la maggior parte dei missionari che vengono in missione in questa zona del Mozambico. Il centro è gestito dai padri comboniani e ogni due anni è sede di un corso di lingua e cultura Makua.<br />Senza dilungarci sulla parte logistica, il corso è strutturato molto bene, e il ritmo abbastanza intenso. Siamo in una trentina di missionari: sacerdoti, religiosi e religiose, laici (comboniani, verbiti, spiritani, claretiani, fidei donum) dai quattro angoli della terra. La giornata inizia con la recita delle lodi insieme, segue <i>mata bicho</i> (colazione) e poi le lezioni mattina e pomeriggio. Alle sei ci ritroviamo per i vespri e la messa e a seguire la cena. Qui si va a letto presto, perché alle cinque il sole è già alto!</div><div class="MsoNormal"><br />Ci sentiamo molto fortunati a poter fare questo corso, visto che si svolge solo ogni due anni! Certamente non si può pensare di apprendere in un mese la lingua e la cultura di un popolo, ma il corso ci sta dando delle utilissimi chiavi di lettura dal punto di vista antropologico, culturale, linguistico, religioso e pastorale. E’ un’ottima opportunità per conoscere i vari relatori, talvolta padri, che operano nelle varie parrocchie delle diocesi di Nacala e Nampula. E’un infarinatura molto importante per poi inserirci con il passo giusto nella realtà. Il clima di amicizia e di scambio che si è creato con gli altri missionari, più o meno siamo tutti della stessa età, è una ricchezza e le battute non mancano mai!</div><div class="MsoNormal"><br />Ad aprile torneremo a Namahaca, dove rimaniamo provvisoriamente finché la casa dei laici a Memba non sarà pronta. Tuttavia cercheremo di essere presenti il più possibile anche là per cominciare a conoscere la missione, affiancare padre Silvano nella pastorale, ed inserirci gradualmente nelle attività. </div><div class="MsoNormal"><br />Ci siamo dilungati un po’ ma avevamo tante cose belle da dire! Che aggiungere: qui ci sentiamo una grande famiglia fidei donum veronese-brasiliana: padri, suore e laici! Ad attenderci un cammino di fede e corresponsabilità.</div><div class="MsoNormal"><br /><br />Un’abbraccio formato Africa a tutti! </div><div class="MsoNormal"> Buon cammino di quaresima nelle nostre terre di missione.</div><div class="MsoNormal"><br />Alla prossima! Mpakha nihiku nikina!<br />Franci e Nico</div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-55457542186656693782011-02-19T08:26:00.000+02:002017-12-19T20:40:12.251+02:00Saluti<div style="text-align: justify;">Ciao,</div><div style="text-align: justify;">ormai i giorni alla partenza si contano sulle dita di una mano.. le dita son poche e non ci sembra vero che veramente lunedì si parte per la missione!</div><div style="text-align: justify;">Prima di partire, finche siamo nella parte che parla di "digital divided", postiamo noi il primo post su questo blog, che ci aiuterà a sentirci un pò più vicini, poi quando saremo dall'altra parte, dove le comunicazioni saranno un po' più difficili, faremo del nostro meglio per riuscire a tenerci il più possibile in contatto :-)</div><div style="text-align: justify;">BASTA CIACOLE, abbiamo poco tempo!!!!</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ancor prima di rientrare in Italia già ricevavamo gli sms "Prima che partiate, ci dobbiamo incontrare". Il tempo così poco e tanti amici e familiari da voler incontrare, abbracciare e salutare, ognuno una parte speciale della nostra vita, tutti importanti e nessuno da voler trascurare..</div><div style="text-align: justify;">I primi saluti sono stati al CMD, e quindi freschi di rientro da Lisboa, siamo stati a salutare i nostri compagni di corso con cui l'anno scorso abbiamo condiviso il cammino di discernimento e preparazione alla missione.</div><div style="text-align: justify;">Qualcuno mancava, come chi è già partito: <a href="http://www.giovanifumane.it/public/brasil/index.php">il Dama, Chicca e Isacco</a>; ma abbiamo avuto la sorpresa di vedere il piccolo Dario: il bambino di Sara e Marco...</div><div style="text-align: justify;">Che emozione rivedere i nostri amici sempre entusiasti e sempre in cammino. E' tato proprio bello condividere un po di tempo insieme... vi porteremo con noi in Mozambico. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://3.bp.blogspot.com/-WKIvbaxPvV4/TVzDXMbZ09I/AAAAAAAABSs/3kXqBn-gQxE/s1600/IMG_1413.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="http://3.bp.blogspot.com/-WKIvbaxPvV4/TVzDXMbZ09I/AAAAAAAABSs/3kXqBn-gQxE/s200/IMG_1413.JPG" width="200" /></a><a href="http://2.bp.blogspot.com/-pHOfIzFv7Lk/TVzDZXxcLgI/AAAAAAAABS0/EVnnBAtpkKU/s1600/IMG_1415.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="150" src="http://2.bp.blogspot.com/-pHOfIzFv7Lk/TVzDZXxcLgI/AAAAAAAABS0/EVnnBAtpkKU/s200/IMG_1415.JPG" width="200" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div style="text-align: justify;">La settimana dopo, i saluti sono toccati alla nostra parrocchia e ai nostri amici. Domenica 13, alla fine della messa, abbiamo ringraziato e salutato tutta la nostra comunità di Tregnago con l'augurio del reciproco affidamento alla preghiera. Abbiamo visto alcune foto della missione di Namahaca che avevano sacatto i genitori di Emiliano e Lucia durante la loro visita la scorsa estate. E infine, per riuscire a salutare un pò tutti abbiamo fatto un pò di festa nel teatro della parrocchia e pranzato insieme con un buon piatto caldo, condito da tante chiacchere, abbracci e pianti!! Insomma un bel mix che scalda il cuore e non solo!</div><div style="text-align: justify;">Un'altra tappa di saluti l'abbiamo fatta il 15 al teatro di Santa Lucia, una bellissima serata di presentazione delle attività missionaria in Mozambico. Che gioia vedere e sentire gli altri missionari già là, che tra poco incontreremo e con i quali inizieremo, assieme a don Simone e alle sorelle della Sacra Famiglia, la nostra esperienza missionaria!! </div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;">E' stato bello sentire la vicinanza di tante persone, gli abbracci, le strette di mano, i sorrisi, gli incoraggiamenti. Questi ricordi, queste emozioni, ci accompagnano ora che stiamo per partire, ora che la nostalgia si fa sempre più forte nel cuore e che ci terrebbe ancora un pò di tempo qua!! Ma siamo felici ed entusiasti di partire anche se nel cuore sentiamo tanta nostalgia e commozione ;-)</div><div style="text-align: justify;">Grazie a tutti e a ciascuno, per l'Amicizia, l'incoraggiamento, l'aiuto, il supporto e la preghiera, ognuno è stato per noi importantissimo in questo lungo cammino di discernimento, preparazione e partenza per la missione. Vi portiamo tutti con noi in Mozambico nel nostro zaino vuoto, vuoto per lasciar spazio a nuovi amici che potranno diventare vostri amici...<br />A risentirci al prossimo post....che scriveremo direttamente dal Mozambico :-)<br /><br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-St27RTGzTL8/TV71YWPIEQI/AAAAAAAABUk/FaoBWIfVWps/s1600/IMG_38608.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="http://2.bp.blogspot.com/-St27RTGzTL8/TV71YWPIEQI/AAAAAAAABUk/FaoBWIfVWps/s320/IMG_38608.JPG" width="320" /></a></div><br /><br /><br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-X_jEUiefyDg/TV71ansVMvI/AAAAAAAABUs/9RmJ3GnA8nI/s1600/IMG_38574.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="133" src="http://2.bp.blogspot.com/-X_jEUiefyDg/TV71ansVMvI/AAAAAAAABUs/9RmJ3GnA8nI/s200/IMG_38574.JPG" width="200" /></a><a href="http://2.bp.blogspot.com/-H3C0raZPqTo/TV71XOejanI/AAAAAAAABUg/rCjUuOC7-LM/s1600/IMG_38626.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="133" src="http://2.bp.blogspot.com/-H3C0raZPqTo/TV71XOejanI/AAAAAAAABUg/rCjUuOC7-LM/s200/IMG_38626.JPG" width="200" /></a></div><br /><br /></div>missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1006575540033604796.post-50900208119129684062011-02-19T00:16:00.000+02:002017-12-19T20:40:12.272+02:00Saluti al CMD<img border="0" src="https://lh3.googleusercontent.com/_tN3GFC36Ze4/TVzDWIa3IjE/AAAAAAAABTA/qAY-Msk2CiQ/s160-c/SalutiAlCMD.jpg" />missionenamahacahttp://www.blogger.com/profile/02259697521960398570noreply@blogger.com0