venerdì 28 ottobre 2011

MISSÃO E’ … caminhar juntos!

Ciao a carissimi!

Eccoci qua! Allora arrivato il freddo?     
Qui sta arrivando il caldo! La temperatura si è alzata e anche l’umidità! Ora stiamo incrociando le dita  sperando che la pioggia arrivi presto. I fiumi sono ormai tutti secchi, e l’acqua sta davvero scarseggiando. Al pozzo di Memba la fila per prendere un secchio d’acqua è ogni giorno più lunga. Ma i nostri fratelli africani non si scoraggiano, e anche se nel loro cuore c’è tanta preoccupazione, si siedono al pozzo tranquilli, con quella loro instancabile voglia di scherzare e cantare e aspettano il loro turno.
Noi stiamo bene, la salute ci sta accompagnando, anche se questo caldo a volte fa mancare un po’ le forze! Quasi da due mesi ci siamo trasferiti nella nostra casa. E se subito ci sentivamo un po’ spaesati perché eravamo abituati a vivere circondati dai rumori dei ragazzi, a sentire la loro presenza fuori dalla porta, le loro risate e i loro canti allegri, ora ci siamo abituati, e abbiamo riscoperto la bellezza di avere un angolo proprio dove staccare la spina! Anche i nostri vicini si sono rivelati simpatici e accoglienti. Ora ci fanno compagnia le risate contagiose dei bambini che si divertono a giocare davanti alla nostra porta, con tutto quello che trovano per terra.

Qui nel lar siamo entrati nell’ultima settimana, i ragazzi venerdì concluderanno la scuola e sabato finalmente inizieranno le loro vacanze che dureranno fino a gennaio. Una decina di laristi rimangono qui  fino alla metà di novembre per concludere gli esami. Questi mesi con loro sono passati davvero veloci, tanti momenti di allegria e risate, ma a volte anche alcune difficoltà, soprattutto a causa della nostra inesperienza! Ma siamo in cammino per imparare =)

In parrocchia, si stanno concludendo le varie attività in vista della chiusura dell’anno pastorale. Prima di iniziare l’Avvento ci sono gli ultimi ritiri per battezzare i bambini. Proprio domenica scorsa Memba era in festa perché ci sono stati i battesimi dei bimbi della comunità di Memba e della vicina Moruza. La chiesa era piena e l’animazione come sempre è stata eccezionale, canti e danze da parte del gruppo delle dançarinhas. Anche la chiesa era addobbata a festa con fiori e catene di carta che andavano da una parte all’altra della navata centrale. Fuori dalla porta principale, scavata nella terra, c’era una grande croce, dove al momento del rito,  i bambini accompagnati dal proprio padrino, sono entrati e hanno ricevuto il battesimo. A seguire il momento della vestizione, i genitori gli hanno tolto gli abiti vecchi e gli hanno messo i vestitini nuovi a simboleggiare la loro rinascita cristiana. La celebrazione è stata davvero bella e animata dalla tipica spontaneità e allegria africana. Al pomeriggio siamo stati invitati in casa delle famiglie dei bambini battezzati per condividere un momento di festa. Sempre la loro accoglienza ci stupisce, avevano preparato per noi riso, fagioli, gallina, e qualche bibita. Le tappe sono state tante ma ne è valsa veramente la pena, ci siamo sentiti parte di ogni famiglia che ci ha ospitato.

Ora ci sono due bei appuntamenti in programma: il primo è questo fine settimana con i giovani, a Cavà ci sarà la veglia conclusiva del mese missionario; il secondo sarà l’8 dicembre: festa dell’Immacolata, patrona della missione di Cavà. Animatori e volontari si stanno dando da fare in questo periodo per organizzare logisticamente i due eventi.

Non ci dilunghiamo molto… questo era solo un breve aggiornamento di alcune attività! In questo post abbiamo pensato di allegare la lettera che abbiamo scritto per la nostra comunità di Tregnago, che riassume un po’ questi primi nostri mesi con piedi mani e cuore in questa terra di missione. E ora abbiamo pensata di condividerla con tutti voi =)



Carissimi amici di Tregnago!
Eccoci qua dal Mozambico. in un attimo ci siamo ritrovati in ottobre, nel mese missionario, cosi abbiamo pensato di scrivervi per salutarvi, ringraziarvi e condividere qualche pensiero..
Noi stiamo bene e siamo davvero felici, ormai dopo quasi otto mesi di vita africana ci sentiamo a casa, e ci sentiamo parte di una nuova comunità cristiana. In questi primi mesi abbiamo sperimentato sulla nostra pelle cosa significhi essere stranieri, qui ci chiamano ‘mocugna’ bianchi, quindi vivere in una terra che non è la nostra per storia, costumi, tradizioni, cultura e dove tutto  intorno è diverso da ciò a cui sei abituato: le persone, la lingua, la natura, i suoni, il clima, il ritmo delle cose. Appena arrivati ci sentivamo due pesci fuor d’acqua! Non possiamo nascondere che i timori erano tanti e anche quel senso di inadeguatezza, quel non sapere cosa fare, cosa pensare, cosa dire.
Piano piano però grazie all’aiuto dei nostri fratelli mozambicani, tutto è cominciato a diventare più familiare. Siamo stati accolti in maniera splendida, fin dai primi giorni, quando incontravamo qualcuno ci faceva sentire il benvenuto, l’ospite gradito, da subito si sono interessati a noi, alla nostra salute e alle nostre famiglie lasciate là in Italia. Quante volte abbiamo pensato se anche noi nella nostra terra abbiamo accolto nello stesso modo loro, i fratelli africani. Ci siamo resi conto quanto siano importanti le piccole cose per farti sentire bene: uno sguardo sorridente, una mano tesa per salutarti, un abbraccio, una parola.  Questo popolo ha davvero il dono dell’accoglienza e sempre quando ci si incontra per strada oltre a salutarsi, si conversa e ci si aggiorna sulle novità: ‘Tudo bem? Novidades em casa? E a saude?’
Vi chiederete ma cosa state facendo? Come passate il vostro tempo?
Le nostre giornate sono sempre piene, attività e imprevisti non mancano mai, ma qui in Africa il ritmo è diverso, è molto più lento, lo pensiamo come la calma di Dio, si ha sempre tempo per tutto e si da’ molto più spazio alle cose importanti ovvero alle relazioni! Stiamo riscoprendo la bellezza del sederci accanto agli altri a raccontarci un po’ delle nostre vite, la bellezza dell’ascoltare le loro storie, i loro racconti e conoscere più da vicino la cultura Macua e noi raccontare un po’ della nostra vita, della nostra cultura, della nostra comunità, di tutti voi.
La nostra attività principale è nel lar con i ragazzi, sono 29 e stanno frequentando la scuola secondaria, le nostre medie e superiori. Oltre alla parte logistica, quindi manutenzione della struttura e rifornimenti, noi seguiamo i ragazzi nelle varie attività e li aiutiamo nello studio, soprattutto nelle materie di inglese, matematica, portoghese, storia e geografia. Il lar è uno studentato dove i ragazzi studiano e lavorano, in particolare, sono organizzati in vari gruppetti: cucina, pulizia delle stanze e degli ambienti comuni, animazione dei momenti di preghiera, aiuto nell’officina di falegnameria, lavorazione del ferro o muratori. Il sabato ognuno fa il bucato e la domenica dopo la celebrazione della Parola c’è il mitico e attesissimo gioco di ‘futebol’, che anima molto spirito e corpo! Lo scopo del lar è accogliere ragazzi che vengono da fuori, cercando di dare priorità a quelli che necessitano maggiormente e offrire loro un ambiente cristiano dove vivere e poter frequentare la scuola secondaria di Memba.
A livello parrocchiale, aiutiamo padre Silvano nelle attività pastorali. La giovane chiesa mozambicana è organizzata in ministeri, c’è il ministero dei catechisti, dei ministri dell’eucarestia, delle donne, dei giovani, di giustizia e pace, di aiuto fraterno (la nostra Caritas), di salute, di infanzia missionaria. Gli animatori dei diversi ministeri ricevono bimestralmente due giorni di formazione in parrocchia con l’equipe missionaria e a loro volta portano la formazione ricevuta nelle proprie comunità. E’ una coraggiosa testimonianza di giovane chiesa che cerca di camminare grazie all’impegno e alla corresponsabilità dei laici. Nella nostra parrocchia di Cavà, le comunità sono 47 e ricevono la visita con la messa di padre Silvano circa una volta l’anno, quindi tutte le altre domeniche sono i laici della comunità che organizzano la Celebrazione della Parola e si responsabilizzano per portare avanti le attività. Ogni comunità cristiana ha una struttura ben organizzata al proprio interno con l’anziano che è il responsabile di tutti i cristiani, il ministro dell’eucarestia, i lettori, i catechisti, la responsabile delle donne, e i responsabili degli altri ministeri. Non tutte le comunità hanno la presenza e la ricchezza di tutti i ministeri, ma poco a poco stiamo affiancando i nostri fratelli a crescere in questa prospettiva.
Sempre ci colpiscono il coraggio e la forza dei nostri animatori che si incamminano per lunghe distanze, sotto il sole, per ricevere e poi condividere nelle loro comunità la formazione ricevuta in parrocchia. Il loro spirito non disanima mai, nemmeno di fronte a tutte le difficoltà come la mancanza di mezzi o i problemi di salute o di lutto che spesso colpiscono le famiglie. La loro incrollabile forza, fede, speranza, pazienza, costanza, il loro esserci, il senso di responsabilità cristiana, per noi sono testimonianza ed esempio concreto dell’essere missionari! Che lezione di fede!
Con gli animatori condividiamo momenti di preghiera, riflessione e formazione. Noi stiamo imparando da loro molte cose. E’interessantissimo ascoltare come calino le situazioni della Bibbia o i brani del vangelo nella loro realtà con molti esempi pratici e semplici. Inoltre gli incontri parrocchiali sono sempre occasioni di scambio fraterno, in cui si conversa e ci si avvicina, quante risate!
Una grande testimonianza di fede, coraggio sono le donne mozambicane. Perno della vita di tutti i componenti della famiglia, sono loro che in casa portano pesi e responsabilità maggiori come accudire i bambini, preparare da mangiare, cercare la legna per il fuoco, andare al fiume a lavare la biancheria e prendere l’acqua, lavorare nella ‘machamba’ (campo) e occuparsi del raccolto. Tutto questo spesso con un bambino sulla schiena e altri piccoli al seguito, e qualche volta anche portando un altro figlio in grembo. Sempre sorridenti e sempre con una parola di fede e speranza di fronte ad ogni difficoltà, fatica o dolore. Sono queste donne che a luglio si sono incamminate per molte ore, alcune con il bimbo piccolo nella ‘capulana’ (la stoffa che legano nella schiena) per raggiungere Cavà, la parrocchia, e partecipare alla formazione.
Abbiamo pensato di condividere con voi la ricchezza che stiamo poco a poco scoprendo in questo popolo. La vita della gente è penetrata da una sincera e viva speranza in Dio e nella Provvidenza, spesso ci dicono “Solo Dio è che sa! Solo Dio è che può!”.  E’ una fede semplice, incrollabile, umile e ci interroga sulla qualità della nostra fede, in cui a volte mettiamo noi stessi al centro di tutto, siamo noi che sappiamo e che possiamo.
Facile a parole, difficile nella pratica, ma ti stupisce e ti provoca, soprattutto in questa realtà in cui vivono i nostri fratelli mozambicani. Il Mozambico è un paese che sta soffrendo molto, è tra i più poveri del continente africano. Il livello di alfabetizzazione è molto basso e la situazione sociale e sanitaria è grave, il tasso di malnutrizione cronica infantile è tra i più alti al mondo. Qui al Nord la maggior parte delle persone sono contadini o pescatori, vivono quindi di sussistenza, con i prodotti della propria ‘machamba’, quindi se oggi si raccoglie qualcosa si mangia, se non si raccoglie si aspetta il giorno dopo. Ma le persone vivono la vita con una straordinaria serenità, con un sorriso in volto, senza allarmismi, con questa loro profonda fede nella provvidenza di Dio. Affrontano tutte le fatiche e le sofferenze con grande dignità.
In questo momento stiamo vivendo con molta attesa il periodo delle piogge, le persone hanno paura che accada come l’anno scorso in cui la pioggia invece di cominciare a fine ottobre è cominciata a gennaio. Cominciando tardi e piovendo pochissimo il raccolto di quest’anno è stato molto scarso. In questo periodo stanno finendo le scorte di cibo e i fiumi stanno seccando. E’ da aprile che non piove. Se accadrà come l’anno scorso si troveranno a dover soffrire la fame e affrontare un’altra volta il rischio di epidemia di colera. Nelle loro bocche e nei loro cuori tanta preoccupazione ma sempre queste parole: Dio ci aiuterà.
Fa star male il sentimento di impotenza che sperimentiamo di fronte a tante situazioni di sofferenza e mancanza di prospettive. Che cosa possiamo fare? Possiamo fare molto! Possiamo cercare di sensibilizzarci, di fare delle scelte più responsabili, possiamo cercare di ridimensionare e cambiare il nostro stile di vita tenendo maggiormente conto degli altri.
Prima di salutarvi vorremmo dire il nostro grazie di cuore a tutti! Grazie all’aiuto e impegno di tutti voi che sostenete la missione non solo economicamente ma soprattutto con la preghiera; grazie di tutta la vicinanza con sms o mail e attraverso i saluti che ci mandate tramite le nostre famiglie. Grazie anche al Centro Missionario Diocesano che sa coordinare e gestire al meglio gli aiuti che mandate per le missioni diocesane. Nominarvi tutti sarebbe lungo e faremo sicuramente torto a qualcuno perché immancabilmente finirebbe all’ultimo posto nell’elenco e non lo meriterebbe. Ma qualcuno lo dobbiamo nominare, speriamo che gli altri non ne abbiano a male, sono i ragazzi di terza media della nostra parrocchia di Tregnago che ci hanno mandato i loro risparmi per aiutare i nostri ragazzi di Memba. Grazie del vostro impegno e aiuto! Con quello che avete raccolto possiamo permettere ad un ragazzo di vivere un anno nel lar della parrocchia e quindi di poter andare a scuola. È proprio vero che l’oceano, è fatto di tante piccole gocce, che per quanto possano sembrare piccole, sono importanti e nel loro insieme fanno l’oceano.
In questo mese missionario, chiediamo a tutti voi una preghiera speciale per questi fratelli mozambicani, che la Provvidenza del Signore li possa aiutare e sostenere in tutte le loro difficoltà e fatiche. In particolare vi vorremmo chiedere una preghiera speciale per i ragazzi ‘vocacionados’. Sono un gruppo di ragazzi e ragazze che stanno facendo un cammino di discernimento vocazionale, domenica scorsa abbiamo concluso il secondo anno di corso. Alcuni stanno seriamente pensando di approfondire la chiamata al sacerdozio e alla vita religiosa, sono loro il futuro della chiesa locale. Li affidiamo alle vostre preghiere.
Anche noi vi promettiamo le nostre preghiere, crediamo che questo ponte di scambio tra la chiesa africana e quella veronese, in particolare di Tregnago, possa aiutare a rafforzare il sentimento di fratellanza cristiana, ricchezza evangelica e desiderio di vivere davvero quel comandamento dell’amore e di annuncio che Gesù ci ha insegnato, ognuno nella propria terra di missione. Il missionario non è solo l’eroe che parte per terre lontane, il missionario siamo tutti noi che trasmettiamo il vangelo con la nostra vita e con le nostre scelte. Noi ci sentiamo una famiglia normale, siamo grati al Signore di questo dono bellissimo di vivere un pezzettino della nostra camminata cristiana nel servizio e nella condivisione qui in Mozambico, a fianco di questa gente, poverissima economicamente ma davvero ricca delle cose più importanti: la gratitudine, l’allegria, la speranza e la fede in Dio.
Vorremmo salutarvi con le parole del Comboni: “ ..il missionario deve considerarsi come un individuo inosservato in una serie di operai, i quali hanno da attendere i risultati non tanto dell’Opera loro personale, quanto da un concorso di continuazione di lavori misteriosamente maneggiati ed utilizzati dalla Provvidenza.”

Buon mese missionario con Maria, madre di tutti noi e di tutte le missioni.

Aspettando vostre notizie, vi mandiamo un abbraccio e il sorriso contagioso di tutti i bambini mozambicani!

Mpaka Nihiku Nikina, alla prossima!      
Nicolò e Francesca

PS Finalmente sono arrivate le nostre foto!!