mercoledì 15 giugno 2011

Inserimento in missione

Salama! Tudo bem?


Ciao amici,

Eccoci qua per raccontarvi ancora un po’ della vita qui in missione.
Siamo stati un po’ silenziosi, qui le comunicazioni non sono sempre facili, almeno fino a quando non saremo stabili a Memba, al momento siamo ancora un po’ nomadi, tra Namahaca e Memba-Cavà. L’inserimento e gli spostamenti ci assorbono praticamente tutte le energie. In teoria a luglio dovremmo stabilirci a Memba, e se tutto va bene, ai primi di giugno dovrebbero iniziare i lavori per la sistemazione della casa dove andremo ad abitare in affitto. La casa è nel bairro Muaco, in mezzo al quartiere, e questo ci piace molto per stabilire da subito un contatto con la gente che ci abita vicino. La chiesa e il lar non sono lontani dalla casa, sono a circa mezzo km, praticamente poco più di cinque minuti a piedi. Non vediamo l’ora di stabilirci là, per trovare un po’ di stabilità dopo tutto questo nomadismo (iniziato ad agosto dell’anno scorso), e per entrare più concretamente e attivamente nella realtà di Memba. Per il momento veniamo a Memba quasi tutte le settimane per cominciare a conoscere la realtà e inserirci un po’. Quando ci fermiamo qualche giorno, usiamo la casa di Silvano per la cucina e il bagno e per dormire la notte andiamo nella pensione di Virgilio (ex larista che ci aiuta nel lar), dove abbiamo camera e bagno.

In questi mesi, consideriamo come casa Namahaca, viviamo nella parte di casa dei padri ristrutturata per gli ospiti, là abbiamo camera, bagno, cucina e sala da pranzo, manca solo il frigo ma a breve dovrebbe arrivare. Se da un lato siamo fortunati perché abbiamo la possibilità di “scegliere ” dove dormire la notte … dall’altro, e’ un po’ faticoso continuare a spostarsi. Di certo non ci si annoia! Questo periodo nelle due missioni lo stiamo vivendo con molta serenità, è davvero una ricchezza per noi perché ci permette di vedere da vicino entrambe le realtà missionarie veronesi, ed entrare accompagnati nelle attività pastorali.

Per il momento il nostro contributo è prevalentemente di tipo partecipativo per osservare e conoscere. Inoltre a Namahaca viviamo dei bellissimi momenti di vita comunitaria, una novità nella nostra vita familiare, con spazi di formazione, preparazione di attività, preghiera e svago. L’equipe è davvero varia, una molteplicità di caratteri e ministeri. Questa comunione cristiana oltre essere arricchente per noi è una bella testimonianza per i nostri fratelli mozambicani.

Anche a Cavà-Memba con Silvano stiamo iniziando a formare una bella equipe, e con il suo aiuto e accompagnamento ci stiamo inserendo piano piano nel lar e nella realtà parrocchiale.

Dal punto di vista geografico la missione di Cava-Memba è divisa in due regioni a causa dell’estensione territoriale. La sede della parrocchia è Cava’, situata nel mato (foresta) mentre la sede abitativa dei padri e dei laici è Memba, dove si trova il lar maschile. Cavà, è una zona rurale, si trova a circa a quaranta km da Memba, verso l’interno, dopo il rio Mekuburi, è una zona molto bella, in cui però a livello di servizi non c’è nulla, solo la maestosità della natura. Attorno alla parrocchia, sparse nel mato ci sono tutte le comunità cristiane che negli anni si sono formate. Questa missione era nata come uno smembramento del territorio della missione di Namahaca, fondata ufficialmente dai missionari comboniani nella festa della Sacra Famiglia nel 1948. Successivamente grazie alle numerose comunità cristiane che si erano formate, i comboniani decisero di fondare una nuova sede di missione proprio a Cava’. A partire dal 1996 fino all’aprile 2010 nella missione di Cavà-Memba si era stabilito pe. Ottavio, un sacerdote Fidei Donum sardo, da aprile 2010 è divenuta una missione della nostra diocesi di Verona. Le strutture presenti a Cavà sono: la chiesa, la casa dei padri, il magazzino, e alcuni spazi parrocchiali, che comprendono la sala riunioni, la cucina, il refettorio, il dormitorio per ospitare le persone che si fermano alla formazione. Infine c’è un lar che in passato accoglieva ragazzi orfani. Ora in disuso a causa della scomodità di locazione lontano dalle scuole.

Memba invece si trova sul litorale, sull’oceano Indiano e foce del rio Mekuburi. Memba è sede di Distretto, è un piccolo centro urbano e offre molti servizi, c’è l’amministrazione distrettuale, l’ospedale, le scuole primarie e secondarie, ci sono i lar del governo e la prigione. Memba ha goduto di uno sviluppo economico commerciale essendo una zona costiera e i commerci con il Medio Oriente hanno determinato un’elevata presenza mussulmana. Situata in un punto strategico dal punto di vista commerciale, Memba durante la dominazione portoghese ha sviluppato una buona struttura urbana, ora in parte abbandonata e con i palazzi in stile portoghese andati largamente distrutti durante la trentennale guerra civile.

Per quanto riguarda le strutture della missione, a Memba c’è la chiesa, la piccola casa dei padri (nell' ex-canonica), il dormitorio parrocchiale e il lar maschile, ovvero uno studentato per ragazzi con le due officine: falegnameria e lavorazione del ferro.

A Memba abbiamo iniziato ad inserirci nel lar, i ragazzi ci hanno accolto molto bene, e si sono dimostrati davvero entusiasti e collaborativi. La nostra prima impressione è molto buona, li conosciamo ancora poco, ma già si notano quelli più tranquilli, quelli più studiosi, quelli più lavoratori e quelli più esperti, sarà una bella sfida! Quando siamo con loro li aiutiamo un po’ nello studio e li seguiamo nei servizi per capire meglio come funzionano.

Nel lar di Memba i ragazzi sono 29, provenienti dalle parrocchie di Namahaca, Cava’e Chipene, la loro età va dagli 11 ai 22 anni, dall’ottava alla dodicesima classe, le equivalenti delle nostre scuole superiori. La scuola è organizzata su tre turni differenti: mattino (6:20-12:15), pomeriggio (12:15-17:30) e sera (17:30-22:55), non si può scegliere in quale turno essere inseriti. Oltre alla scuola, i ragazzi nel lar svolgono dei servizi giornalieri. Sono divisi in sei gruppi e a rotazione settimanale si occupano di: cucina, liturgia, pulizia degli ambienti comuni, orto, falegnameria, lavorazione del ferro e muratori.

Con pe Silvano ci sono dei progetti in cantiere, si pensava infatti di potenziare le ore di studio in particolare di portoghese, inglese, matematica e geografia, promuovere l’attività di biblioteca, collocando dei libri di vario genere e materiale scolastico che i ragazzi potrebbero usare per studiare. In teoria, a scuola dovrebbero dare ad ognuno i libri di testo in prestito per l’intero anno scolastico, che poi andrebbero restituiti a fine anno, ma nella pratica nessuno di loro li ha. Le idee, i sogni e i progetti sono tanti vedremo piano piano come realizzarli.

Oltre al lar abbiamo iniziato anche il nostro inserimento nelle attività parrocchiali e abbiamo partecipato al primo consiglio pastorale a Cava’. Il consiglio è iniziato al mattino, con un po’ di preghiera e qualche canto. E’ seguito un momento di reciproca presentazione di noi e dei membri del consiglio, sono gli animatori dei vari ministeri e gli animatori zonali (6 zone). Dopo questo momento di presentazione è iniziato il consiglio. Sono stati dibattuti i vari assunti, si tratta di problematiche, proposte, preoccupazioni, che riguardano le varie comunità. Prima di concludere si è fatto un po’ di calendario, nel quale si sono decide le date degli incontri parrocchiali mensili e le visite alle comunità. Qui non c’è il telefono per avvisare che la prossima settimana il padre va a visitare quella o l’altra comunità, e nemmeno internet o il cellulare per mandare un sms e avvisare quando ci sono le formazioni. Tutte le informazione vengono date per passaparola. Il consiglio è un appuntamento importante di confronto e decisione ma anche un momento fondamentale di programmazione dei vari appuntamenti mensili per il padre, gli animatori e le comunità. Cosi ogni comunità, grazie al suo animatore che ha partecipato al consiglio, saprà che in quella data verrà il padre a visitarla e celebrare la messa e quindi si organizzerà per preparare l’accoglienza.

Il consiglio è durato quattro ore, abbiamo concluso cono pranzo insieme di riso e fagioli. Ci è piaciuto molto partecipare anche se ci siamo sentiti ancora un po’ dei pesci fuor d’acqua. Partecipare ci ha dato un idea più concreta dei vari assunti parrocchiali e comunitari e ci ha fatto riflettere sulle modalità e tempistiche del dialogo. Qui ogni assunto è dibattuto da tutti e alla fine tutti insieme giungono a una soluzione comune. Il ritmo è molto lento, ognuno senza fretta può dire la sua opinione.

Più stiamo a contatto con le persone e ci inseriamo nell’ambiente, più impariamo a conoscere le loro careatteristiche culturali. Il ritmo delle cose è molto diverso, è rallentato, non è frenetico come da noi, anche le modalità di pensare, agire e affrontare un problema sono molto diverse e le relazioni umane sono sempre una priorità. Anche noi dobbiamo imparare a rallentarci e prima di agire osservare e capire bene la realtà in cui viviamo nel rispetto delle persone che abbiamo vicino.

Diverso è anche il modo di pensare e reagire di fronte alla morte. Un esempio è il dialogo che abbiamo avuto con un ragazzo qui del lar, David. Lui ha 22, è di Namahaca e sta frequentando l’ultimo anno di scuola, la dodicesima classe (è un buon ragazzo, la sua famiglia è poverissima, era rimasto fermo qualche anno con la scuola e ora ha ripreso a studiare e vive nel lar parrocchiale di Memba). Ci stava raccontando che aveva appena saputo della morte di suo cugino, il secondo in due settimane. Sapendo che era il secondo in così poco tempo gli abbiamo detto che eravamo molto dispiaciuti e che era una cosa molto triste. David ci ha risposto con un tono molto pacato, quasi sottovoce, guardandoci con quei suoi occhi profondi e sguardo colmo di rispetto “non è triste, è naturale”, “solo Dio è colui che conosce le cose”. Ecco, siamo rimasti realmente senza parole di fronte a questa risposta, a questa fede in Dio così profonda, di fronte a questo abbandono totale nelle Sue braccia e nella Sua Provvidenza.

Più passa il tempo, più ci affezioniamo alle persone e più ci sentiamo partecipi delle loro difficoltà, dei loro problemi, delle loro sofferenze, e vorremmo fare di più. Ma spesso purtroppo non si può far niente. Solo camminare insieme, vicino, ma non troppo perchè ognuno ha la propria cultura, il proprio ritmo, il proprio passo, le proprie modalità e il proprio sguardo sulle cose. Ma la ricchezza è proprio questo camminare insieme e questo nostro cercare di andare alla loro andatura, con il loro ritmo e di guardare lo stesso orizzonte. Questa camminata comune che ci rende fratelli.

Anche questa volta ci siamo dilungati un po’ =O

Um abraço bem apertado..........sempre juntos no coração e na oração!

……. mandateci vostre news =) Até a proxima!!

Nico e Franci