mercoledì 11 settembre 2013

L'estate a Namahaca


A fine luglio abbiamo partecipato alla GMG non a Copacabana ma a Carapira. Non c'era l'oceano, ma la sabbia e le palme si, e soprattutto era presente il grande entusiasmo di quasi mille giovani arrivati dalle 22 parrocchie della nostra diocesi. Un weekend speciale con i giovani arrivati chi a piedi, chi in autobus, chi su un camioncino stracarico (chapa), e tutti in festa con batuque (tamburi) e stendardi per la grande festa. La nostra gmg è stata fatta all'interno della scuola industriale di Carapira, gestita dai Comboniani, nel grande piazzale tra la scuola e le officine-laboratori. 

 
La nostra equipe missionaria era al completo e in prima linea coinvolta per aiutare don Alessio, responsabile della pastorale giovanile diocesana aiutato da suor Giulia. Sr Ducilene e Maria Ines (brasiliane) erano dotate di gadgets e bandiere brasiliane per animare l'atmosfera. A Carapira abbiamo invaso la casa dei laici missionari comboniani, quattro giovani molto simpatici e molto attivi - Flavio (brasiliano), Liliana e Marcia (portoghesi), Beatriz (messicana) - facendola diventare il centro organizzativo dell'evento. Divertente è stato anche cercare di orientare la grande, vecchia e arrugginita parabola affinché ricevesse un segnale abbastanza buono dal satellite. La nostra (mia e di Flavio) è stata letteralmente una sintonia manuale: l'erba del giardino non ci permetteva una posizione stabile, Flavio alla tv dava i comandi: “più a destra”, “sinistra”, “fermo”, “indietro di poco” e io fuori ero il macchinista alle manovre: una simpatica avventura!


Il sabato è stato dedicato ad una veglia di preghiera preceduta da una festa di accoglienza durante la quale ogni parrocchia si è presentata con canti e soprattutto balli. La nostra parrocchia di Namahaca, ha dato inizio alla polvere! (la polvere della danza, dell'entusiasmo, della gioia, della cultura Makua che si carica ballando). Le presentazioni sono state “calme”, fino a quella dei nostrigiovani, poi una volta risvegliato il ritmo della tradizione, è stato un susseguirsi di balli.
Alle 19 è iniziata la veglia di preghiera e adorazione Eucaristica davanti alla grande croce che in quest'anno della Fede sta passando in tutte le Parrocchie (sarà a Namahaca dal 29-9 al 13-10). Alle 23 è continuata la festa in attesa del collegamento via satellite con il Brasile, un grande momento per la maggioranza dei giovani (anche per noi che non lo avevamo mai sentito parlare) che non avevano ancora visto il Papa e nessuno di loro aveva mai partecipato alla gmg.

E' stato emozionante partecipare, anche se solo alla tv alla veglia, tutti in silenzio, entusiasti, attenti a captare le parole di Papa Francesco, e che grande ovazione quando hanno inquadrato la bandiera del Mozambico! Il pensiero è andato a Odete, la giovane della nostra diocesi che è stata scelta per partecipare alla gmg in Brasile. Durante il collegamento molti giovani si sono addormentati, visto la stanchezza del viaggio e l'ora tarda! Finita la veglia, circa alle due di notte, qualcuno è salito sul palco e ha cominciato a suonare una chitarra, poi si è aggiunto un batuque, poi un altro e infine accorgendosi che c'era anche l'amplificatore la festa è ricominciata fino all'alba! Il giorno seguente, o meglio, al mattino della domenica, la gmg si è conclusa con la messa presieduta dal Vicario Generale, padre Atanasio.


A Namahaca il fine settimana successivo ci aspettava l'evento dell'anno: il primo congresso parrocchiale delle donne (1-4 agosto). Ma proprio qualche giorno prima dell'inizio del congresso ci ha raggiunto una notizia che ci ha sconvolto, ovvero la morte improvvisa della nostra direttrice dell'ospedale di Namhaca, mama Albertina, a causa di un incidente stradale. Questa triste novità ha scosso tutta la comunità, noi missionari e l'intera zona! Mama Albertina, oltre a essere un'ottima direttrice, molto attenta e premurosa verso le necessità della gente, era una cristiana molto attiva in chiesa, tutte le domeniche era presente, cantava e animava il salmo assieme a mama Ilda, in prima linea per l'organizzazione e la promozione del congresso delle donne e particolarmente impegnata nella parte dell'animazione liturgica. Questa notizia ci ha davvero scosso e rattristato tutti.

Qualche giorno dopo, mentre una parte della nostra equipe missionaria si recava al funerale di Albertina, l'altra parte si preparava a dare inizio al congresso parrocchiale. I sentimenti di tutti erano davvero contrastanti, e l'entusiasmo era mitigato dalla profonda tristezza per l'improvvisa scomparsa di mama Albertina. Il primo giorno è stato molto commovente e significativo quando le mamãs hanno ricordato la loro amica e collega, dedicando a lei questo evento, come gratitudine del suo essere donna, madre, amica, umile e sorridente, premurosa e attiva in ogni ambito, dalla famiglia, al lavoro alla chiesa.

Questo congresso è stato il frutto del congresso diocesano del 2012, la preparazione era in corso da un anno e con le mamãs avevamo formato una piccola commissione composta da sr Ducilene, io, pe Simone, mama Apina (la nostra animatrice parrocchiale e un gruppetto di altre mamãs responsabili dei vari settori: liturgia, accoglienza, infrastruttura, economia), che si doveva occupare di tematiche, logistica, pasti, finanziamento, iscrizioni, inviti, pubblicità e animazione. Non poteva mancare la capulana del congresso. Così assieme alla nostra mama Apina avevamo comprato uno stock di capulane in un magazzino di Nampula, tutte uguali per venderle e fare la cosiddetta equipa (unendo utile a dilettevole, in quanto una parte del ricavato è servito per finanziare le spese). Un evento tutto dedicato alle donne riprendendo lo slogan del congresso diocesano dell'anno precedente: Muthiyana ekove ya Muluku(donna volto di Dio)! E' stato un fine settimana molto speciale per le donne e anche per noi missionari, nonostante il cuore fosse rattristato dagli ultimi eventi accaduti.

Il tutto è cominciato il giovedì mattina con l'arrivo delle mamãs al centro parrocchiale. Ad accoglierle c'era il gruppetto di accoglienza che aveva preparato cartelloni, bandierine colorate, fiocchi, nastri e fiori per abbellire l'ambiente, ogni mamãs ha ricevuto una cartellina con del materiale, già questo tipo di accoglienza per le nostre mamãs era il massimo! Al pomeriggio l'inizio ufficiale con presentazione e processione di apertura. I giorni seguenti si sono alternati vari momenti di formazione, preghiera e attività ricreative! Tra i temi che abbiamo condiviso con le mamãs c'erano: la figura della donna nella cultura Makua nel presente, passato e futuro, il volto femminile di Dio nelle Sacre Scritture, violenza domestica e traffico umano. Venerdì sera la processione e l'adorazione in chiesa mentre sabato sera la festa conclusiva con vari gruppetti di mamãs che hanno presentato canti, teatri e balli! La domenica la s. Messa di chiusura. L'attesa e l'emozione erano tanti soprattutto perché il gruppo di liturgia era da mesi che preparava la celebrazione con l'aiuto di Dario (un giovane molto attivo nella nostra comunità). Tutte le mamãs vestite e adornate con la stessa capulana (caratteristico nelle feste). Tutto era pronto! La messa è stata una festa animatissima e partecipatissima, c'erano più di 40 ballerine, tanto che nella processione d'entrata quando le prime sono arrivate all'altare, le ultime non erano ancora entrate in chiesa! Dopo la messa conclusione con il pranzo a base di riso e capretto. Ora l'impegno è per le mamãs che vi hanno partecipato, di ripetere e ripassare i temi in piccoli congressi zonali, riunendo le mamãs delle comunità per rafforzare e rianimare il ministero, in ogni zona della parrocchia. Per me passare quattro giorni assieme alle nostre mamãs è stata un'esperienza molto arricchente e unica in cui ho potuto condividere il loro entusiasmo, il loro esserci, la loro voglia di capire, di presentare le loro preoccupazioni..la loro spontaneità e carinho (dolcezza, premura) nei miei confronti, la loro gioia nel sentirsi valorizzate (la donna non è abituata a sentirsi valorizzata, nonostante sia il pilastro della società!).

L'estate è tempo di visite, anche quest'anno è stato ricco. Ricevere visite è un po' come da bambini quando arrivava Santa Lucia. Arriva sempre qualche sorpresina da casa, un pezzo di grana o una bottiglia di recioto.. ma anche farmaci, sempre utili qui! Sono venute a trovaci prima Tamara (la sorella di don Alessio) e Antonia del centro missionario, che sono state con noi a luglio, poi ad agosto sono arrivati Giulia, Daria e Omar. È stata una bella occasione di scambio e di conoscenza reciproca. Non abbiamo fatto cose speciali, anzi abbiamo fatto vivere loro il nostro quotidiano, imprevisti inclusi, che qui non mancano mai! In questo quotidiano c'erano le visite ad alcune comunità, il rito di iniziazione cristiano per le ragazze, un weekend con i giovani della zona Xangani, celebrando una piccola gmg a livello zonale, diventata occasione per condividere danze, canti e teatri illuminati da una bellissima luna piena, e dormendo nella cappella della comunità. Condivisione della quotidianità anche in missione con le ragazze del lar, cantando assieme a loro, aiutandole nei compiti, preparando il pane e colorando qualche cartellone!

Il tempo delle visite è anche una occasione per noi missionari di fermarci, o rallentare il ritmo delle attività.. diventa occasione di scambio e condivisione, sederci con calma, e con calma, passeggiare nel bairo, visitare vicini e amici della comunità. Il giorno dell'Assunta, per esempio, avevamo deciso di portare i nostri giovani veronesi a visitare i nostri nonni: papà Abel e mamãAngelina, due anziani di Namahaca molto simpatici e che ci vogliono un sacco di bene. A causa dell'età si spostano poco, sopratutto Angelina con un problema al ginocchio. Hanno raccontato della loro vita e abbiamo scoperto che era il loro 68° anniversario di matrimonio. Quel giorno si sarebbe celebrata la messa a Namahaca, e quindi, siamo andati a prenderli con l'auto e come sposini li abbiamo accompagnati in chiesa per la messa. Si erano preparati con i vestiti della festa, erano i più felici del mondo! Questi momenti sono doni del Signore, e per noi incarnano le parole del vangelo che dicono che chi lascia la sua famiglia.. riceve il centuplo! Ed è proprio vero!
Abel e Angelina non sono gli unici nonni che abbiamo qui in missione, ne abbiamo tanti, tra cui mama Amina. Lei è paralitica, la sua storia è molto triste. E' una delle tante persone che ha sofferto negli anni ottanta il grande periodo della fame, una vera e propria carestia che non ha colpito solo Namahaca, anche Memba e molte altre zone. In quel periodo c'era la guerra e a rendere tutto peggiore c'è stato un periodo di secca in cui non ha piovuto. Non c'era niente, niente da mangiare. Difficile per noi europei immaginare una situazione terribile come questa, per lo meno per la nostra generazione. Proprio nel periodo in cui da noi c'era ancora il boom economico. Bene, proprio in questi anni qui in Mozambico molti nostri fratelli oltre a soffrire a causa della guerra civile, soffrirono carestie alimentari terribili. In quel periodo alcune persone hanno mangiato la mandioca che non era ancora matura e nonostante sapessero che era pericoloso mangiare quel tipo di mandioca, perché conteneva un veleno che con la maturazione si disperde, la fame era talmente tanta e c'era solo quello da mangiare, causando loro una paralisi più o meno grave a seconda di come siano riusciti a curarli. Molti nostri amici qui di Namahaca soffrono delle stesso problema: Diaz e i suoi fratelli, Sumana.. Ma ritorniamo alla nostra Amina, lei è vedova e nel 2011 è morta improvvisamente la figlia (di mal di testa, probabilmente malaria celebrale) lasciandole i suoi quattro figli, il più piccolo di un anno e la più grande di otto. Amina aveva un'altra figlia, la quale dopo qualche mese se ne va di casa, lasciando con la mamma i suoi due bambini piccoli. Immaginate questa povera donna, da sola, paralizzata alle gambe a dover accudire sei bambini. E' stata molto dura per lei ma grazie alla Provvidenza del Signore c'è riuscita. L'anno scorso è tornata la figlia, quella che se n'era andata, con un nuovo bimbo e senza marito, sembra sia stata lasciata. Ora vive con la mamma e sta contribuendo in parte per le necessità della famiglia. La nostra Amina è sempre presente in chiesa, lei e i bambini più grandi. Amina è una donna piccolina, magrissima, riesce a camminare sostenuta da due bastoni e ha sempre il sorriso stampato in volto come un dono speciale del Signore! Qualche tempo fa, sapendo che Nicolò stava male, è venuta a casa nostra e mi ha lasciato un piccolo fagottino di capulana (il panno che usano le donne), dicendomi che era per lui, e gli augurava di rimettersi presto. E' stata dura accettare, sapendo che dentro c'era sicuramente qualcosa da mangiare. Ma per l'africano il dono, l'offerta è qualcosa di sacro a cui non si può rinunciare, sarebbe stata un'offesa. Quando abbiamo aperto quel fagottino dentro c'era il suo tutto, un uovo e delle arachidi. Ci siamo commossi. Questi gesti di generosità ci lasciano senza parole e ci insegnano tante cose! Qui le persone sono proprio così, quando offrono qualcosa, offrono il loro tutto!

Siamo già a metà settembre, il tempo ci sta sfuggendo! Abbiamo tante attività in programma. La prima il “passeio”, la gita del lar che sarà nel weekend! Stiamo ultimando le prove dell'attività culturale che presenteremo alla scuola femminile di Nacala, quest'anno il tema della giornata sarà sul traffico umano. Purtroppo è un problema molto diffuso qui in Mozambico, nelle sue varie forme! E' stato molto utile affrontare e sviluppare questo tema delicato sotto forma di attività culturale, da subito le ragazzine si sono dimostrate attente e non hanno preso alla leggera la tematica. Di loro spontanea volontà hanno preparato un teatro molto interessante, facendomi intuire che quello di cui parlavamo non era una novità! Tutti i pomeriggi ci sono le prove per la rappresentazione di sabato, si è formata un'equipe molto attiva, al mio fianco sr Maria Ines, mamãAmida e non poteva mancare anche quest'anno il nostro titio(zio) Rosario (il nostro maestro di canto e ballo!) con la sua pazienza e creatività! Entusiasmo e aspettative sono alle stelle!

Al 22 di settembre ci sarà il passaggio di consegne ufficiale della direzione del lar a sr Maria Ines. Sarà duro, perché per noi il lar è la nostra famiglia, le ragazzine le nostre figlie, ma è una scelta necessaria per permettere alla nuova direttrice di entrare ufficialmente alla presenza di tutti gli incaricati delle bambine, e a me di staccarmi progressivamente, cominciando una nuova fase, quella dei saluti. E' difficile pensare al rientro, pensare che questa bellissima e intensa parte di vita vissuta e condivisa come famiglia qui in missione si sta concludendo, e come si dice partire è un poco morire. Sarà dura! Ci affidiamo alle vostre preghiere.
Per ora, siamo ancora ben animati dall'entusiasmo delle prossime attività in vista!

Un forte abbraccio a tutti,
a presto,
Franci e Nico

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